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La responsabilità sociale del comparto vitivinicolo secondo uno studio di “AzzeroCO2”, società creata da Legambiente e Kyoto Club: cresce la cultura, ma sono ancora tante le aziende che non comunicano le proprie attività di responsabilità sociale

La sostenibilità ambientale è ormai riconosciuta come una fonte di efficienza e redditività per le imprese, mentre fino a pochi anni fa si riteneva fosse un obbligo prettamente giuridico e morale. Oggi, invece, si ha la consapevolezza del forte impatto, oltre che sul territorio in cui l’azienda opera, anche sul modello di business e sulle aspettative del mercato. Uno dei comparti nel quale è emerso, negli ultimi anni, un particolare interesse verso questo tema è quello vitivinicolo, per diversi fattori: l’esigenza di adeguamento alle normative, la necessità di una maggiore qualità del prodotto con innovativi metodi di produzione “naturale” che garantiscono una notevole riduzione nell’utilizzo di solfiti, il miglioramento della propria immagine verso i consumatori, sempre più sensibili all’evoluzione ambientale e, infine, le nuove opportunità di business soprattutto all’estero.
“AzzeroCO2”, società di consulenza energetico-ambientale creata da Legambiente e Kyoto Club, accreditata come Esco (Energy Service Company) ha realizzato un’indagine sul comparto vitivinicolo con l’obiettivo di fornire un quadro di sintesi delle dimensioni e delle caratteristiche assunte dal fenomeno della Responsabilità Sociale, dell’incidenza della reportistica di sostenibilità e di come le buone pratiche avviate siano comunicate attraverso il web.
La ricerca è stata condotta su un campione costituito da 86 aziende selezionate nella classifica 2013 delle 86 principali cantine italiane per fatturato e secondo due caratteristiche strutturali: la classe dimensionale ed il macro-settore economico.
“Le aziende vitivinicole - spiega la ricerca - sono fortemente radicate nella realtà territoriale in cui sono inserite. Ciò determina non solo la capacità di influire in modo diretto e concreto sui problemi ambientali e sociali dei loro territori di riferimento, ma anche la possibilità da parte delle imprese di incidere esteticamente sul paesaggio e di condizionarne cultura e tradizioni”.
Gli strumenti di sostenibilità ambientale e sociale che un’azienda vitivinicola può implementare sono diversi e quelli maggiormente comunicati sono spesso legati alla componente ambientale della sostenibilità (ad esempio, Life Cycle Assessment, Carbon Footprint, Water Footprint e Energy Footprint).
“Dall’analisi condotta è emerso che sta crescendo una cultura più sistemica che richiede informazioni sull’azienda a 360°. Il vino è considerato da tutti un veicolo di cultura, capace di mediare temi ed argomenti differenti tra cui l’arte, l’attenzione al sociale, l’ambiente ma anche la cultura aziendale, i suoi valori, il suo way of life, il suo radicamento territoriale.
Nonostante ciò sono ancora tante le aziende che non comunicano le proprie attività di responsabilità sociale per non essere giudicate ciniche o eccessivamente protese al mercato. La ricerca è partita da un’analisi dei siti internet delle cantine selezionate, focalizzando l’attenzione sul posizionamento relativo alla Responsabilità Sociale d’impresa, sulla comunicazione istituzionale on-line, anche attraverso una ricerca per parole chiave collegate alle sette macro aree individuate dalla ISO 26000: Governance; Diritti Umani; Rapporti e condizioni di lavoro; Ambiente; Corrette prassi gestionali; Aspetti specifici relativi ai consumatori; Coinvolgimento e sviluppo della comunità”.
Info: www.azzeroco2.com

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