Con il 40% dell’offerta di pesche e nettarine, l’Italia è il primo Paese produttore europeo, con 600 milioni di euro di valore di produzione, ma presenta un sistema fortemente disaggregato, con oltre 500 varietà prodotte ma non riconosciute dai consumatori, e un’endemica difficoltà nella programmazione dell’offerta. Sono le difficoltà strutturali del settore, a cui si sommano i fenomeni climatici anomali come quelli di questa estate. Emerge da Ravenna nel convegno peschicolo nazionale, con oltre 300 partecipanti, dove l’analisi dei numeri ha messo in evidenza l’evoluzione della produzione europea con un potenziale produttivo sostanzialmente stabile dal 2000 ad oggi. Ma mentre cala il potenziale produttivo di Italia, Francia e Grecia, la Spagna vede invece raddoppiata la produzione, e si posiziona quindi come il principale competitor sul mercato.
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