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Mettere la tecnologia dei droni a sostegno della prevenzione delle malattie della vita: in Francia ci credono davvero ed i vigneron di Bordeaux e Borgogna stanziano 1,7 milioni di euro per un progetto che durerà 36 mesi

Italia
Mettere la tecnologia dei droni a sostegno della prevenzione delle malattie della vita: in Francia ci credono

Mettere la tecnologia dei droni a sostegno della prevenzione tre i filari, difendendo così i vigneti dalle malattie della vite: in Francia ci credono davvero, e sono pronti ad iniziare una sperimentazione a tappeto, che coinvolgerà il consiglio del vino di Borgogna, i tecnici della difesa aerea di Airbus ed il magnate del vino di Bordeaux Bernard Magrez. Il neonato consorzio ha pianificato una spesa di 1,7 milioni di euro nella seconda fase del progetto, chiamato “Damav”, che durerà in tutto 36 mesi, anche grazie ai finanziamenti di Stato ed alla Novadem, che fornirà i droni, stando a quanto comunicato dal Bivb - Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne, e rilanciato da “Decanter” (www.decanter.com).
“Non è fantascienza: le immagini ottenute utilizzando droni - spiega il consorzio - e interpretate utilizzando sofisticati sistemi di analisi, saranno, in un prossimo futuro, uno strumento chiave nella diagnosi delle malattie per tutti i viticultori”. Cecile Mathiaud, portavoce del Bivb, ha spiegato che la sfida è quella di “fare in modo che ciò che il drone vede possa essere analizzato per ottenere risultati anche migliori di quelli raccolti dall’occhio umano. Per i vigneron vorrebbe dire smettere di controllare ogni singolo filare”. La seconda fase del progetto seguirà la premessa iniziale volta ad individuare i primi segni della flavescenza dorata, una malattia della vite relativamente recente, per la quale non esiste ancora una cura conosciuta, ed è attualmente al centro di una battaglia legale piuttosto aspra tra un produttore di vino biodinamico, Giboulot, ed i funzionari francesi. “La flavescenza dorata è al centro del dibattito pubblico in questo momento, ma il nostro lavoro - spiega Mathiaud - può aiutare anche la lotta ad altre malattie”.
Una di queste è la malattia del legno marcio, conosciuta come “mal dell’esca”, che per i produttori di vino francesi rappresenta una preoccupazione sempre più grande. La diagnosi precoce, del resto, è fondamentale per limitare i danni provocati dalle malattie della vite, proprio come la flavescenza dorata o il mal dell’esca, per le quali non esistono attualmente trattamenti efficaci. Nel gennaio di quest’anno, Bernard Magrez, che fa parte dell’alleanza, ha detto che avrebbe cominciato utilizzando droni per analizzare le viti nelle sue quattro tenute classificate a Bordeaux. Da parte sua, il Bivb è fa parte anche di un secondo consorzio, che si sta occupando dei modi per stimolare le difese naturali contro le malattie della vite, senza ricorrere alla chimica: anche in questo caso, il progetto ha una durata di 36 mesi, ed un budget di 1,7 milioni di euro.

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