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Oggi e da oltre 10 anni, Vinitaly torna in Russia, mercato dove l’Italia si conferma primo Paese esportatore di vino: a Mosca c’è “Vinitaly Russia” con Vinitaly International al fianco dei produttori tra masterclass, incontri, b2b con importatori top

Nonostante le tensioni politiche degli ultimi mesi e le misure commerciali adottate dalla Russia, sul mercato russo l’Italia del vino rimane al primo posto tra i Paesi esportatori, con oltre 21 milioni di litri di vino in bottiglia venduti nei primi 6 mesi 2014 e quasi 8 milioni di litri per le bollicine. È qui che oggi, e da oltre 10 anni, arriva Vinitaly con “Vinitaly Russia”, edizione n. 11 dell’appuntamento di Vinitaly Tour e Vinitaly International al fianco dei produttori (www.vinitalyinternational.com), a Mosca allo Swissôtel Krasnye Holmy, in una singola giornata all’insegna di masterclass, seminari Vinitaly Internatioanl Academy, incontri business to business e del tradizionale Walk Around Tasting B2B promossi in collaborazione con alcuni dei più importanti importatori di vino in Russia. Una grande opportunità per tutti i produttori di vino italiano alla ricerca di un importatore o che desiderano espandere la propria quota in un mercato molto promettente. E proprio per affrontare con nuove proposte e azioni strategiche il complesso scenario russo, Vinitaly International ha scelto di aprire l’appuntamento moscovita con una tavola rotonda a cui parteciperanno istituzioni, esperti del mercato e alcuni tra i principali importatori locali, che forniranno ai produttori presenti un quadro completo della situazione attuale del mercato.
Ad accompagnare la delegazione di Vinitaly e dei produttori, guidata dal presidente di Veronafiere Ettore Riello, c’è anche il sindaco di Verona Flavio Tosi. “Lo scenario attuale in Russia pone delle sfide continue ma Vinitaly non smette di lavorare - afferma Riello - per cogliere e creare nuove opportunità per consentire ai produttori italiani di ampliare la propria presenza in un mercato fertile e di grandi potenzialità. In questi 11 anni di stabile presenza a Mosca, Vinitaly ha dimostrato, con il suo know-how e la sua capacità, di saper fare sistema e di saper creare solide e concrete premesse di business per i produttori italiani”.
“Punto di riferimento per il settore agroalimentare, Verona esercita una forte attrazione per il mercato russo - spiega Tosi - non solo per realtà eccellenti dal punto di vista imprenditoriale, ma anche per la presenza di manifestazioni ed eventi di caratura internazionale dedicate al food&wine, in primis Vinitaly”.

Focus - Case history: obiettivo Mosca per il Carignano del Sulcis con “Vinitaly Russia” e Aie-Associazione italiana export. Export vale 30% del fatturato
C’è Mosca nell’obiettivo del Sulcis, che porta il suo prodotto di punta, il Carignano, all’attenzione del mercato, dei media e dei decisori russi. Il 17 e 18 novembre il Consorzio Carignano del Sulcis assieme al suo partner per l’internazionalizzazione, l’Associazione italiana export (Aie), sarà infatti nella capitale della Federazione Russa con una degustazione masterclass nell’ambito di “Vinitaly Russia” e con un evento a cui parteciperanno, tra gli altri, i principali importatori moscoviti, giornalisti di settore e di costume, personaggi dello spettacolo e politici russi. “Ci presentiamo al mercato russo con un prodotto di alta qualità e in crescita - ha detto il presidente del Consorzio, Antonello Pilloni - attualmente l’export rappresenta il 30% del fatturato, ma grazie al piano di promozione triennale realizzato con Aie puntiamo entro il 2015 ad aumentare sensibilmente le quote destinate ai mercati esteri”.
Tra i Paesi target delle azioni di promozione all’estero, c’è proprio la Russia, mercato ideale per questo vino di nicchia che negli ultimi 5 anni ha riscosso crescenti riconoscimenti, da 17 Tre Bicchieri del Gambero Rosso a 3 medaglie d’argento e 3 di bronzo ai Decanter World Wine Awards. Si comincia oggi con la masterclass “Carignano del Sulcis: Discovering the uniqueness of Sardinia” a “Vinitaly Russia”, per conoscere i 5 vini di punta del Consorzio di promozione formato dalle Cantine di Santadi, Calasetta, Sardus Pater, Mesa e Agricola Punica. Saranno 50 invece gli ospiti del Gala previsto il 18 novembre al ristorante stellato Semifreddo, guidato dall’italiano Nino Graziano: tra questi il direttore beverage di Sheraton, gli importatori di Simple, i rappresentanti della Commissione economica eurasiatica e del fondo d’investimento eurasiatico, il dg dell’agenzia delle dogane Rostek, la direttrice della scuola di vino Enotria e testate di settore, di costume e generaliste russe.
Per Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies e promotrice delle attività che sostengono i partner di Aie nel cammino verso l’internazionalizzazione, “con un consumo di vino a 10 milioni di ettolitri e una crescita di acquisti dal Bel Paese del 242% negli ultimi 10 anni, la Russia continua a rappresentare un mercato decisivo per l’export del vino italiano. E’ fondamentale perciò insistere sulla strada dell’internazionalizzazione, facendo conoscere peculiarità come il Carignano del Sulcis che per le sue caratteristiche intercetta perfettamente il pubblico dei big spender russi”.
Il vino tipico della zona sud-occidentale della Sardegna è prodotto da antiche vigne che raggiungono anche i 150 anni di età ed è prodotto in 1,6 milioni di bottiglie l’anno per un valore di 9 milioni di euro.

Focus - “Vinitaly Russia”, il presidente Veronafiere Ettore Riello: “da Mosca allarme sanzioni, crollo rublo mina export. Italia resta primo esportatore 260, 4 milioni di euro”
Il crollo del rublo “sta rendendo onerosa l’importazione” di vini italiani per la Russia e la guerra delle sanzioni tra Mosca e Occidente per la crisi ucraina - anche se l’embargo russo sui prodotti agroalimentari non riguarda gli alcolici - può quindi avere effetti negativi indiretti sul settore. Lo ha spiegato il presidente di Veronafiere Ettore Riello, da “Vinitaly Russia” a Mosca. Il nostro Paese è in pole position per le esportazioni di vino in Russia, ma “l’embargo ha un profilo a tinte fosche”, ha spiegato Riello, aggiungendo che, a suo parere, “l’Italia potrebbe assumere una linea anche di stimolo per la risoluzione delle problematiche in certe aree politiche, che sono sicuramente delicate e importanti, mostrando allo stesso tempo una certa sensibilita’ anche sul piano commerciale”. Secondo Riello, la Russia può infatti “rimanere un importante punto di sbocco dei prodotti italiani”. L’Italia è al primo posto nel mercato russo del vino, che secondo gli analisti è ancora potenzialmente in espansione, nonostante il periodo di crisi dell’economia russa. Stando ai dati delle dogane russe, citati dall’agenzia di Mosca dell’Istituto per il commercio estero (Ice), tra il 2012 e il 2013, la Russia ha aumentato le sue importazioni di vino dell’11,88% fino a un valore di 911 milioni di euro. Il nostro Paese in questo contesto è primo, con un export pari a 260,4 milioni di euro e una crescita del 26,8% rispetto al 2012, più della Francia che nel 2013 ha invece esportato in Russia vini per 206,2 milioni di euro (+4,02%). Nei primi 8 mesi 2014, a causa della situazione economica e geopolitica, la Russia ha però ridotto quasi del 5% le importazioni di vino sullo stesso periodo 2013. L’Italia ha, comunque, retto il colpo, facendo registrare un calo del valore delle esportazioni solo dello 0,72%: da 136,7 milioni di euro nei primi otto mesi del 2013 a 135,7 milioni di euro nei primi otto mesi del 2014.

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