Il grande rivale del vino, sul mercato degli alcolici, è senza dubbio la birra, in Spagna come in Italia, in Germania come negli Stati Uniti. Proprio da oltreoceano, però, arriva uno studio statistico interessante, pubblicato dal “Washington Post” (www.washingtonpost.com), che racconta il boom di birrifici ed aziende enoiche negli Usa dal 1998 al 2013, diviso per aree geografiche. Salta subito all’occhio la crescita esponenziale dei produttori di vino, aumentati addirittura del 260% nell’arco di soli 15 anni, ma se la cava bene anche il mondo dei birrai, soprattutto grazie ai birrifici artigianali, che ha spinto la nascita di nuove aziende al +71% nello stesso periodo. Contrariamente da quanto si potrebbe pensare, quindi, oggi negli Stati Uniti ci sono molti più “winemakers” (10.000) che “brewers” (4.500).
A livello di dislocazione sul territorio, la sorpresa è che il vino ha conquistato ogni metro quadrato degli Usa: la maggiore concentrazione, com’è ovvio, è nella costa occidentale, con la California che la fa da padrone, ma subito dietro spiccano Oregon e Washington, mentre sulla costa orientale spiccano Long Island, la regione dei Finger Lakes di New York e Virginia. Poi, ci sono le sorprese, i luoghi inaspettati nella grande mappa enoica degli Stati Uniti, come il sud della California, nell’entroterra di San Diego, ma anche Tucson, Grand Junction, in Colorado, Dallas ed Austin, e poi c’è un improbabile numero di aziende persino in Oklahoma e Florida.
La birra, invece, domina nella regione di Denver e lungo la costa sud della California, e se Tucson è zona di vino, a Phoenix comanda la birra, così come sulle coste del lago Michigan e nella maggior parte della Florida, ed in generale nelle città della costa est.
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