Brosecco, Prosecco Casuale, Richprosecco.Com, Rosecco, Pur Secco, Proseccoschnecke, Prosejito, limonsecco, t-secco, senza contare il falso prosecco “on tap” (alla spina) venduto in Regno Unito, o il Vino Prosecco prodotto in Ucraina e presentato con “prodotto stile italiano”. E l’elenco potrebbe essere ancora assai lungo, perché sono decine e decine i nomi, i marchi o i prodotti ritenuti in qualche modo lesivi del Prosecco Doc in giro per il mondo, nati sull’onda del grande successo delle più diffuse delle bollicine italiane, e per tutelarsi dai quali il Consorzio del Prosecco Doc spende, ogni anno, oltre 150.000 (www.discoverproseccowine.it).
Una selva burocratica enorme, visto che le attività attuabili a fronte di marchi che a vario titolo utilizzano impropriamente la denominazione sono molteplici, e vanno valutate caso per caso da parte del Consorzio a seconda del Paese in cui vengono depositati marchi non conformi, dello stato di avanzamento della pratica di registrazione e del tipo di violazione a danno della Doc Prosecco realizzato dal marchio.
“Nello specifico - spiega a WineNews il consorzio del Prosecco Doc - abbiamo posto in essere azioni di opposizione e annullamento a marchi, a livello nazionale, europeo ed internazionale.
In alcuni casi invece si è trasmessa una diffida direttamente alle aziende titolari dei marchi non conformi diffidandole dall’utilizzo dei marchi usurpativi della denominazione o chiedendo di astenersi da comportamenti che avrebbero potuto ledere la corretta percezione della denominazione protetta da parte del consumatore finale. Anche le autorità nazionali preposte hanno collaborato nelle azioni condotte dal Consorzio contro marchi lesivi della denominazione, nello specifico l’Icqrf, ex officio, ha segnalato casi di utilizzo improprio della denominazione direttamente alle autorità europee dove è stata riscontrata la fattispecie lesiva, in particolare un’azione importante è stata svolta avverso il problema del falso Prosecco alla spina venduto in Regno Unito. E anche in altri casi il Consorzio ha agito assieme al Ministero delle Politiche Agricole e allo Sviluppo Economico”. Insomma, un fardello pesante che, però, è uno dei prezzi di un successo enorme, come quello del Prosecco, con il territorio e la Denominazione che, per altro, si interrogano anche su come gestirlo, per evitare soprattutto il rischio di eccedere in un entusiasmo che potrebbe portare ad eccessi di produzione che rischierebbero di svalutare un prodotto che, peraltro, deve ancora consolidare il proprio posizionamento sul mercato. E, anche per questo, il Consorzio sta per dare vita ad una sorta di osservatorio economico di più ampio respiro.
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