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Quando le assicurazioni investono in agricoltura: il caso Genagricola (760 ettari di vigneto su 14.000) del Gruppo Generali. A WineNews l’ad Generali Italia Donnet: “per noi è diversificazione di investimento”. E non si escludono nuove acquisizioni

Non sono pochi i gruppi bancari, finanziari ed assicurativi ad avere proprietà vinicole e agricole di pregio, in Italia e nel mondo. Ma se talvolta queste sono più una forma di patrimonializzazione e capitalizzazione, che di investimento, ci sono casi in cui l’asset agricolo, seppur minoritario rispetto al core business del gruppo, viene visto come un ramo d’azienda vero e proprio che deve crescere e produrre utili.
È il caso di Genagricola, controllata da Ganerali Italia del colosso Gruppo Generali Assicurazioni: 760 ettari di vigneti di proprietà in Veneto (Tenuta Sant’Anna, Ca’ Corniani e V8+) Friuli, Piemonte (Torre Rosazza, Poggiobello e Borgo Magredo), Romagna (Gregoriana) e Lazio (Solonio), con oltre 4 milioni di bottiglie di vino distribuite in tutto il mondo, riunite sotto il brand “Le Tenute di Genagricola” (www.letenutedigenagricola.it), che sono solo la “summa” enoica (e che ha per enologo Riccardo Cotarella) di un gruppo che mette insieme 14.000 ettari coltivati e 24 aziende agricole in Italia e non solo, con attività in frutticoltura, colture erbacee, settore sementiero e dell’alimentazione animale, allevamento zootecnico e forestazione, oltre alla produzione di energia da biomasse.
“Per Generali Italia - spiega a WineNews l’ad Philippe Donnet - Genagricola fa parte di una strategia di diversificazione dell’investimento. Ci sembra giusto che una parte del nostro attivo venga investita in questa attività agricola, e c’è la voglia di valorizzare al meglio questo investimento”. Una considerazione importante, se si calcola la proporzione economica: il Gruppo Generali secondo il “Global 500 2014” della rivista “Fortune” è l’azienda n. 48 al mondo per dimensioni, con un fatturato di oltre 115 miliardi di dollari, mentre Genagricola, nel 2013, ha fatturato 50 milioni di euro.
Ma nonostante questo, la divisione agricola per Generali Italia non è un “divertissement”, ma un vero e proprio progetto di impresa.
“Anche perchè è vero che assicurazioni ed agricoltura sono attività diversa, ma ci sono dei fattori comuni. Per esempio, serve un approccio di lungo termine sia per le assicurazioni che per l’agricoltura, bisogna “seminare” oggi per progettare ricavi futuri, è importante. E poi c’è il senso del ciclo, quello assicurativo, e quello delle stagioni e del tempo, che ha sicuramente un impatto maggiore sul settore agricolo, ma in entrambi i casi si ragiona in questo senso, per mitigare i rischi”.
Che sia un progetto di impresa, quello di Genagricola, lo si capisce anche dalle parole dell’ad Alessandro Marchionne, in carica dalla fine del 2014: “innanzitutto stiamo puntando ad una razionalizzazione manageriale delle aziende, sia sul fronte agricolo che su quello della viticoltura. Ed in quest’ultimo non escludiamo nuovi investimenti soprattutto, sul fronte dei vini rossi. Oggi la produzione enoica si divide è al 72% vini bianchi e al 28% vino rossi. Il 70% della commercializzazione è in Italia e il 30% all’estero. E per questo, sicuramente, estero e vini rossi sono le cose su cui investiremo di più”.
Un grande palcoscenico per Genagricola, ovviamente, non poteva non essere Expo (di cui Generali Italia è partner assicurativo ufficiale, ndr), dove ha presentato la nuova campagna di comunicazione “Genagricola. Le Generali che non ti aspetti”.
“La campagna che abbiamo scelto - spiega Lucia Sciacca, direttore della comunicazione di Generali Italia - ci consente di presentare Genagricola sia all’interno dell’area Expo, sia lungo le strade di Milano con un linguaggio semplice e iniziative inaspettate. Tra quelle previste, c’è la proiezione di un filmato trasmesso sui video-wall dell’Expo e che fa vedere, con immagini riprese da un drone, i vigneti di Genagricola dall’alto”.

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