Secondo vari studiosi si produceva dal IV secolo avanti Cristo nelle fattorie della località allora chiamata Kamarina (Kamarina) e nel I secolo dopo Cristo si beveva da Cartagine a Pompei, dove potrebbe essere stato servito anche a Plinio nei giorni che precedettero l’eruzione del Vesuvio nel 79: dalla Sicilia a Expo 2015 a Milano si riscopre il vino “Mesopotamio”, di cui si parlerà il 5 luglio al Padiglione Italia, nell’evento “I luoghi di Dioniso: archeologia e vino in Sicilia” con il contributo del Dipartimento ai Beni Culturali della Regione Sicilia. I lavori saranno coordinati da Alberto Pulizzi, commissario straordinario del Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. Verranno illustrati anche il progetto di un vigneto didattico tra Sicilia e Tunisia al Parco di Selinunte (Trapani), e dell’operazione che ha portato alla ripresa della vinificazione del Diodoros, il vino della Valle dei Templi, che si produceva anticamente dai vigneti sotto il tempio di Giunone.
“Attraverso lo studio di vari documenti - spiega il direttore del museo di Camarina, Giovanni Di Stefano - è possibile dimostrare che questo vino era prodotto in epoca greca e romana nel territorio di Camarina. Il nome antico “Mesopotamio” deriva dal fatto che il vino si produceva nella pianura tra due fiumi, l’Ippari e il Dirillo”.
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