Il Chianti, una tra le denominazioni più conosciute in Italia e all’estero, chiude il 2015 con una produzione di 800.000 ettolitri, per un valore che si aggira sui 400 milioni di euro, per 110 milioni di bottiglie in commercio, con il 70% della produzione che finisce sui mercati esteri, a partire da Usa, Germania e Giappone, ma anche su nuovi orizzonti come il Sud America e l’Asia. È in questo panorama economico che, a Firenze, il 14 febbraio, torna Chianti Lovers Anteprima 2016, nella cornice dell’Ex-Manifattura Tabacchi, con il vernissage delle nuove annate della vendemmia 2015 e della Riserva 2013 (www.consorziovinochianti.it).
Tre i consorzi che si raccontano: il Consorzio Chianti Colli Fiorentini, che nasce nel 1994 e che rappresenta ad oggi la quasi totalità della produzione, con 27 aziende associate; il Consorzio Chianti Colli Senesi, fondato il 21 febbraio 1977, ma la sua nascita reale risale al 2001, una realtà di 300 soci; il Chianti Rufina, che viene fondato nel 1980, con 20 aziende è la più piccola delle sette sottozone.
“Nel 2015 abbiamo deciso di scommettere su questa formula, i risultati ci hanno dato ragione: è la giusta strada per una denominazione come il Chianti - spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio del Chianti - che vuole far conoscere e far apprezzare al vasto pubblico un grande vino fatto di storia, persone e passione. Un fatto importante: i maggiori Consorzi (Rufina, Colli Fiorentini, Colli Senesi) uniti per comunicare questa forte identità: è il nostro modo giusto di porsi sia in Italia che all’estero. Chi verrà a trovarci potrà capire cosa può offrire questa regione: la storia di un vino e della sua cultura enogastronomica che lo rende riconoscibile ovunque nel mondo”.
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