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Il Governo per la cucina italiana: tre Ministeri (Farnesina, Politiche Agricole, Istruzione) hanno sottoscritto oggi il Protocollo d’Intesa per la Valorizzazione all’Estero della Cucina Italiana di Alta Qualità unendo azioni e risorse per promuoverla

Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Paolo Gentiloni, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina, e il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini: ecco i sottoscrittori, per i rispettivi Ministeri, oggi alla Farnesina a Roma, del Protocollo d’Intesa per la Valorizzazione all’Estero della Cucina Italiana di Alta Qualità, alla presenza di tanti celebri chef italiani, da Carlo Cracco a Davide Oldani, da Cristina Bowerman a Gianfranco Vissani, Ambasciatori dei Paesi G20, Istituzioni ed Enti della cultura e dell’economia. Segno di un interesse da parte della politica per la cucina italiana, forse, mai visto. In particolare, il Protocollo si inserisce nel “Food Act”, il patto tra Istituzioni e mondo della cucina italiana di qualità, rappresentata dai più importanti chef del nostro Paese (nel piano di internazionalizzazione del Governo che prevede 70 milioni di euro solo per il settore agroalimentare, ed ha visto il lancio del segno unico distintivo “The extraordinary Italian taste”), per valorizzarla e dare continuità all’esperienza di Expo Milano 2015 con un piano di azione coordinato (saranno coinvolti anche Ministero dello Sviluppo Economico, Ice-Agenzia, Coni, Unioncamere e Assocamerestero). Che cosa prevede? Azioni promozionali, nel biennio 2016-2017, anche grazie alla rete diplomatica della Farnesina, che riguarderanno Stati Uniti, Giappone, Repubblica Popolare Cinese, Federazione Russa, Emirati Arabi Uniti e Brasile, e che vanno dalla Settimana della Cucina Italiana organizzata da Ambasciate, Consolati e Istituti italiani di Cultura (a fine novembre), Master Class dirette a chef stranieri per diffondere i valori della Dieta Mediterranea e promuovere la conoscenza delle eccellenze agroalimentari e vitivinicole italiane, Borse di studio per chef italiani under 30 (finanziate con 1 milione di euro dal Ministero dell’Istruzione), e le Giornate Italiane dedicate alla cucina di qualità promosse dal Coni in occasione di eventi sportivi internazionali, a partire dai Giochi Olimpici di Rio 2016 (dove lo chef Oldani rappresenterà Italia del cibo, ndr).

“Il mondo ha fame d’Italia e noi rispondiamo con prodotti e cucina di qualità - ha affermato il Ministro Maurizio Martina - a garanzia di una eccellenza che riguarda tutta la filiera e che coinvolge sempre più giovani. Promuovere il vero nade in Italy agroalimentare all’estero, anche attraverso la collaborazione di chef di fama, significa rafforzare la nostra presenza sui mercati stranieri e conquistarne anche di nuovi. Un’azione di ampio respiro, che si inserisce nel piano di internazionalizzazione del Governo che crede e investe sempre di più in un settore cruciale per l’economia del nostro Paese. Lo scorso anno, grazie anche ad Expo Milano 2015, l’export agroalimentare italiano ha sfiorato i 37 miliardi di euro. Un risultato straordinario che conferma che l’obiettivo dei 50 miliardi entro il 2020 è assolutamente alla nostra portata. Per raggiungerlo però dobbiamo continuare ad essere una squadra. È anche questo il senso del Food Act, che per la prima volta vede coinvolti Istituzioni e chef in un percorso sinergico. È questa la potenza del nostro saper fare. È questa l’Italia che lavora con passione e professionalità per scrivere le più belle pagine di successo del Paese”.

“La Farnesina coordinerà la promozione dell’alta cucina e dei prodotti enogastronomici di qualità italiani nel mondo per mezzo della nostra capillare rete diplomatica, consolare e culturale - ha annunciato il Ministro Paolo Gentiloni - la cucina italiana ed i nostri prodotti alimentari di alta gamma sono parte integrante della nostra cultura e parlano dell’Italia e del nostro gusto a milioni di consumatori nel mondo. L’iniziativa è anche per questo una ideale prosecuzione delle tematiche di Expo Milano 2015, che svilupperemo nei prossimi anni insieme ai Ministeri delle Politiche Agricole e dell’Istruzione, Agenzia Ice, Unioncamere e Assocamerestero, avvalendoci del prezioso sostegno dei migliori chef d’Italia. A tale fine, collaboreremo con il Coni per utilizzare anche il palcoscenico dei grandi eventi sportivi internazionali, a cominciare dalle Olimpiadi di Rio 2016”.

“L’iniziativa che lanciamo oggi rafforza la strategia Paese del dopo Expo. Non vogliamo semplicemente esportare la cucina italiana o un segmento della nostra cultura: stiamo attivando un vero e proprio processo di internazionalizzazione del gusto. Lo faremo a partire da Paesi strategici come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, gli Emirati - ha sottolineato il Ministro Stefania Giannini -. il nostro Ministero, in particolare, si impegna a finanziare con 1 milione di euro 50 borse di studio, per giovani under 30, giovani chef che potranno completare la loro formazione e portare la loro esperienza in grandi Paesi in cui c’è grande domanda d’Italia. Promuovere la nostra cucina di qualità, sostenere questi ragazzi rappresenta una scommessa decisiva per il futuro dell’intero settore enogastronomico italiano nel mondo”.

Focus - I dati ufficiali: ecco la cucina italiana in numeri

- L’Italia è il primo Paese in Europa per numero di prodotti di qualità certificata (280 food e 523 wine);
- primi produttori al mondo di vino con 48,9 milioni di ettolitri nel 2015;
- secondo Paese al mondo per numero di ristoranti stellati (334);
- l’export agroalimentare italiano nel 2015 ha registrato il record di 36,8 miliardi di euro, il 7,4% in più sul 2014. Obiettivo: 50 miliardi entro il 2020:
- il piano di internazionalizzazione del Governo prevede 70 milioni di euro solo per il settore agroalimentare;
- il Ministero delle Politiche Agricole è l’unico al mondo ad avere accordi con eBay e Alibaba per rimuovere i falsi prodotti Dop e Igp italiani dagli scaffali virtuali.

Focus - Il segno unico distintivo: “The extraordinary Italian taste”

Per la prima volta l’agroalimentare italiano ha un segno unico, “The extraordinary Italian taste”, utilizzato per il coordinamento di tutte le iniziative di promozione e comunicazione a livello internazionale e per contrastare con maggiore forza il fenomeno dell’italian sounding. Questo consente di affiancare le iniziative degli Enti e delle aziende, recuperando terreno sui mercati esteri come Stati Uniti, Canada, Brasile, Russia, India, Cina, Europa, Turchia e Australia, rispetto a Paesi concorrenti che già adottano marchi di questo tipo con successo. Il segno unico è stato presentato lo a maggio ad Expo Milano 2015 e a giugno ha debuttato a Chicago, in occasione della fiera Fmi Connect. A dicembre, inoltre, è partita negli States la campagna promozionale del made in Italy agroalimentare con un video realizzato da Silvio Muccino, ben visibile anche nel cuore di Manhattan, a Times Square.

Focus - Il “Food Act” e il Forum Permanente

Il Food Act è un patto tra Istituzioni e mondo della cucina italiana di qualità, rappresentata dai più importanti chef del nostro Paese. Le prime 10 azioni prevedono: 1. Chef ambasciatori della cucina italiana nel mondo: un’azione di promozione sui mercati esteri coordinata con il Piano di internazionalizzazione del Governo e identificata con il segno unico distintivo “The extraordinary Italian taste”; 2. Valorizzare le eccellenze italiane e la Dieta Mediterranea: l’obiettivo è rafforzare la consapevolezza delle potenzialità del patrimonio agroalimentare italiano; coinvolgere influencer internazionali per la costruzione di un messaggio coordinato; promuovere la conoscenza delle eccellenze agroalimentari italiane, in particolare quelle riconosciute dai sistemi di tutela pubblici (Dop, Igp e biologico), attraverso un utilizzo in cucina che sia anche aderente ai valori della Dieta Mediterranea; 3. Potenziamento della distribuzione del vero made in italy: l’obiettivo è favorire l’attivazione di piattaforme logistico-distributive come strumento fondamentale per l’incremento dimensionale e competitivo delle nostre imprese, e il tema cardine è garantire un migliore approvvigionamento all’estero di materie prime realmente provenienti dall’Italia, in particolare per le reti di ristorazione italiana nel mondo; 4. Alta cucina, alta formazione: sul profilo formativo è necessario colmare il gap del sistema, puntando sullo sviluppo di competenze economiche e imprenditoriali e rafforzando i poli di formazione settoriale già esistenti, ed istituirne di nuovi maggiormente specializzati è una delle priorità del Food Act; 5. Estensione utilizzo stage per la ristorazione di qualità: si lavora per superare i vincoli dell’attuale legislazione attraverso la revisione delle linee guida in materia di tirocini approvati dalla Conferenza Stato Regioni che fissano i limiti quantitativi relativi al numero di tirocinanti in relazione al numero dei dipendenti delle singole aziende, senza alcuna differenziazione rispetto all’incidenza formativa dell’esperienza; 6. Più aggregazione nella filiera e nella ristorazione: il piano sosterrà le aggregazioni nella filiera mediante le reti d’impresa attraverso strumenti come il credito d’imposta proposto con Campolibero, e verrà studiata la sua estensione a imprese operanti nel settore della ristorazione, verificando la compatibilità con la normativa europea in materia di aiuti di Stato e il fatto che si tratta di imprese, di norma micro e piccole, che operano nel commercio la cui competenza esclusiva è delle Regioni; 7. Dare credito alla cucina italiana giovani: sviluppo di strumenti di credito idonei a soddisfare le particolari esigenze del mondo della ristorazione di alta qualità. Favorire, anche in accordo con le Regioni, condizioni di credito agevolato da rivolgere agli under 40, in possesso di particolari requisiti, per il subentro nelle aziende di ristorazione per il ricambio generazionale anche in cucina; 8. Rafforzare binomio turismo-ristorazione di qualità per promuovere i territori: collegare l’offerta enogastronomica a percorsi turistici di qualità, promuovendo i prodotti agroalimentari dei territori, valorizzando anche i collegamenti con la ristorazione locale di qualità e il turismo culturale, e con questo obiettivo verranno individuati strumenti di supporto e coordinamento per rafforzare l’offerta turistica in chiave culturale - paesaggistica - enogastronomica. 9. Cucina italiana di qualità certificata: per valorizzare meglio la cucina di qualità si valuteranno percorsi di riconoscimento che garantiscano il consumatore e permettano uno sviluppo del settore orientato da politiche regionali di promozione di qualità, trasparenza e unicità dei prodotti; 10. Cucina italiana come cultura, identità, educazione, inclusione: si punta a valorizzare il legame tra cucina e cultura, identità, educazione e inclusione, e quest’azione prevede la promozione di iniziative che spaziano dall’educazione alimentare nelle scuole alla promozione di valori come la sostenibilità ambientale, la lotta agli sprechi alimentari e il rispetto del cibo, fino alla valorizzazione culturale della nuova cucina italiana, con l’ultimo punto infine dedicato all’accessibilità anche per le fasce più deboli, dando continuità a progetti di assistenza agli indigenti.

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