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Un passo concreto verso l’abbattimento del consumo di suolo: la Camera ha dato il via libera al disegno di legge per il contenimento del consumo. Martina: “Tuteliamo la nostra agricoltura e conserviamo il paesaggio, uno dei nostri punti di forza assoluti”

La Camera dei Deputati ha dato il primo via libera al disegno di legge sul “Contenimento del consumo del suolo ed il riuso del suolo edificato”: il testo, in linea con l’obiettivo comunitario di azzerare entro il 2050 il consumo del suolo, punta a valorizzare e proteggere il territorio, con particolare attenzione alle superfici agricole e alle aree sottoposte a tutela paesaggistica per promuovere e salvaguardare l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente, contenendo i consumi e limitando il rischio idrogeologico. Vengono fissati, inoltre, i criteri del riuso del suolo edificato e della rigenerazione urbana.

Il disegno di legge prevede che il Ministero delle Politiche Agricole - a stretto contatto con i Ministeri dell’Ambiente, dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e delle Infrastrutture e Trasporti - indichi, tramite decreto, una progressiva e vincolante riduzione di consumo del suolo a livello nazionale. Sono parecchie le novità introdotte dal disegno di legge: per la prima volta vengono fissate le definizioni di termini come consumo del suolo (e la variazione tra il suolo non consumato e quello consumato); l’impermeabilizzazione (e il cambiamento della natura o copertura del suolo attraverso interventi che non siano connessi all’attività agricola tali da eliminarne la permeabilità); i concetti di superficie agricola, naturale o seminaturale, di area urbanizzata, e infine il concetto di rigenerazione urbana, vale a dire l’insieme di interventi urbanistici ed edilizi nelle aree urbanizzate, compresi gli interventi volti a favorire l’insediamento di attività di agricoltura urbana come gli orti urbani e gli orti didattici.

Inoltre, non solo il consumo di suolo verrà consentito solo ed esclusivamente nel caso in cui non esistano alternative di riuso o di rigenerazione delle aree già urbanizzate, ma il Ministero delle Politiche Agricole avrà anche il compito di creare e tenere un vero e proprio “registro” degli enti locali virtuosi, ovvero i Comuni che hanno adeguato i propri strumenti urbanistici a quanto stabilito dalle Regioni e dalle Province autonome per quanto riguarda la riduzione quantitativa di consumo di suolo e ai criteri e modalità da rispettare nella pianificazione urbanistica comunale, e nei quali non è previsto consumo di suolo agricolo, o è prevista una riduzione del consumo di suolo superiore alla quantità definita dalla Regione di appartenenza. Gli stessi Comuni godranno inoltre di una sorta di “corsia preferenziale” per quanto riguarda la concessione di finanziamenti statali e regionali finalizzati agli interventi di rigenerazione urbana e di bonifica dei siti contaminati, e agli interventi volti a favorire l’insediamento di attività di agricoltura urbana e il ripristino delle colture nei terreni agricoli incolti, abbandonati, inutilizzati o in ogni caso sfruttati a fini agricoli. Il disegno di legge prende poi in esame le superfici agricole che hanno ricevuto finanziamenti Ue per la Pac, stabilendo che non possano, per un periodo di 5 anni dall’ultima erogazione, essere destinate ad uso diverso da quello agricolo o essere oggetto di interventi di trasformazione edilizia non funzionali all’attività agricola, con la sola eccezione delle opere pubbliche.

Come è facile notare, si tratta di un disegno di legge ad ampio spettro e senza precedenti, ma di sicuro necessario per un paese, come l’Italia, nel quale non solo una percentuale sempre più rilevante dell’export è dovuto all’agricoltura e all’agroalimentare, ma nel quale, dal punto di vista storico, negli ultimi trent’anni si sono persi 5 milioni di ettari di superfici agricole (un’area vasta quanto Liguria, Emilia Romagna e Lombardia sommate). In gran parte per colpa di una cementificazione continua, miope e oltretutto spesso in spregio delle normative in materia - almeno fino al condono più vicino.

“L’Italia ha bisogno di questa legge - ha affermato il Ministro Maurizio Martina - anche per colmare un gap rispetto ad altri Paesi, tutelando la nostra agricoltura, conservando il paesaggio, che è uno dei nostri punti di forza assoluti, e stimolando anche l’edilizia di riuso e la rigenerazione urbana con il recupero di aree già occupate e strutture già esistenti. L’approvazione di oggi alla Camera è un passo concreto in avanti verso un provvedimento che attendiamo da troppo tempo. Andiamo avanti, in linea anche con gli impegni presi ad Expo con la Carta di Milano che richiama proprio i Governi a rafforzare le leggi in favore della tutela del suolo agricolo”.

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