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Agromafie e caporalato in Italia: il rapporto Flai-Cgil indica oltre 430.000 vittime e 100.000 gravi sfruttati, con i due fenomeni che “muovono” un’economia sommersa e illegale da oltre 14 miliardi di euro. Focus - Le iniziative di Coop e Coldiretti

430.000 vittime, 100.000 gravi sfruttati, e un’economiaeconomia illegale e sommersa quantificabile tra i 14 e i 17,5 miliardi di euro, con la contraffazione agroalimentare costituisce il 16% di questo totale (tra i 2,2 e i 2,8 miliardi), con alcuni settori particolarmente esposti - come il pane, il vino, la macellazione e la pesca. Di rilievo anche i fenomeni di sofisticazione legati all’Italian sounding, così come il nuovo intreccio tra agromafie e energie rinnovabili, e un sintomo palese del crescente interesse delle mafie rispetto al settore agricolo è rappresentato dal fatto che quasi il 50% dei beni sequestrati o confiscati alle cosche sono proprio terreni agricoli (30.526 su 68.194).
Tcco i numeri, decisamente preoccupanti, che emergono dall’edizione n. 3 del rapporto “Agromafie e Caporalato” presentato oggi a Roma dall’osservatorio Flai-Cgil “Placido Rizzotto”, e che più di ogni altra cosa descrivono nella loro asciuttezza quanto questo fenomeno possa mettere seriamente a rischio il futuro di un “made in Italy” agroalimentare davvero virtuoso.
Dalle rilevazioni contenute nel rapporto emergono 80 distretti agricoli (tra Nord e Sud Italia) in cui è possibile registrare grave sfruttamento e caporalato, e le pratiche di sfruttamento dei caporali nei confronti dei lavoratori sono, purtroppo, sempre le solite; mancata applicazione dei contratti, un salario tra i 22 e i 30 euro al giorno - inferiore del 50% di quanto previsto dai contratti del settore - orari tra le 8 e le 12 ore di lavoro, lavoro a cottimo (esplicitamente escluso dalle norme di settore), fino a pratiche criminali come violenza, ricatto, sottrazione dei documenti, imposizione di un alloggio e forniture di beni di prima necessità, oltre all’imposizione del trasporto effettuato dai caporali stessi. Nel rapporto si sottolinea che le ispezioni sono cresciute del 59% nell’ultimo anno, ma il dato, purtroppo, non rassicura, dato che più del 56% dei lavoratori trovati nelle aziende agricole sono parzialmente o totalmente irregolari, con 713 fenomeni di caporalato registrati dalle autorità ispettive.
Il Ministro delle Politiche Agricole Martina, ha posto l’accento sul disegno di legge contro il caporalato attualmente in discussione al Senato: “ci auguriamo di ottenere una corsia preferenziale” nell’agenda parlamentare, ha dichiarato. “Mi auguro una tempistica il più rapida possibile”, ha aggiunto, dato che il disegno di legge, tra i vari obiettivi, “intende attaccare i patrimoni delle imprese che si servono dei caporali”: si tratta, ha sottolineato il Ministro, “di una piaga presente storicamente in questo paese che vogliamo eradicare”.
Sul disegno di legge a contrasto del caporalato “facciamo appello al Presidente del Senato, Pietro Grasso, perché dia la sede legislativa alla Commissione perché così si passa rapidamente avanti”, ha aggiunto il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso. “È intervenuta l’urgenza di costruire una nuova legislazione già dai drammatici eventi della scorsa estate”, ha ricordato Camusso, aggiungendo che se questa nuova campagna di raccolta avvenisse senza nuove regole “causerebbe sfiducia nei lavoratori che hanno messo a rischio il loro lavoro per migliorare quello di tutti gli altri. Lo dobbiamo a loro”. Camusso ha poi toccato il tema del futuro del Corpo Forestale dello Stato, che secondo i piani del governo dovrebbe confluire nell’arma dei Carabinieri. Per il Segretario, si tratta di “una scelta che ci toglierà uno strumento di legalità di cui abbiamo bisogno” e “di un risparmio che determina disagi collettivi e sociali più importanti dello stesso risparmio fatto”. La vertenza dei forestali, secondo Camusso, “è come la Salerno-Reggio Calabria”, e “sarebbe ora di non fare più operazioni sbagliate di razionalizzazione, ma di progetto e qualità”, ha concluso.

Focus - Coop: “I dati forniti dall’Osservatorio Placido Rizzotto di Flai Cgil continuano ad essere preoccupanti. Allarghiamo la rete della campagna “Buoni e Giusti Coop””

“I dati forniti dall’Osservatorio Placido Rizzotto di Flai Cgil continuano ad essere preoccupanti. Non possiamo abbassare la guardia, e in previsione della stagione del pomodoro da industria (la raccolta inizia a luglio) allarghiamo la rete della campagna “Buoni e Giusti Coop” che già interessa oltre 70.000 aziende agricole nostre fornitrici, e raddoppiamo il numero delle ispezioni previste nei campi di raccolta rispetto all’anno scorso. Dalla partenza della campagna “Buoni e Giusti Coop” sono già state effettuate 120 ispezioni e la previsione per fine anno è arrivare a circa 400 ispezioni complessive”. Così Coop, leadere della grande distribuzione italiana, nella presentazione del rapporto “Agromafie e Caporalato”, oggi a Roma. A due mesi di distanza dall’annuncio del varo della campagna “Buoni e Giusti Coop” nata per contrastare il lavoro nero, soprattutto in 13 filiere ortofrutticole considerate a più alto rischio, la catena volge la sua attenzione al pomodoro da industria, la filiera che più di tutti, almeno nell’opinione pubblica impatta con il fenomeno criminale.

Annunciando, in previsione della imminente stagione estiva, un potenziamento delle ispezioni in campo pari a un +50% rispetto all’anno scorso, a dimostrazione dell’impegno non di facciata che la prima catena della grande distribuzione italiana nonché grande organizzazione di consumatori destina al problema.
“Ad oggi, dopo gli agrumi, interessati già nella scorso novembre, gli auditor di Bureau Veritas, leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, di verifica di conformità e di certificazione a cui Coop si affida - spiega una nota - hanno lavorato sui campi di fragole e sono al momento impegnati su quelli destinati alla coltivazione di pomodoro pachino. Ad essere coinvolti non più soltanto, come negli anni precedenti il varo della campagna, gli 80 fornitori ortofrutticoli di prodotto a marchio Coop (per 7.200 aziende agricole), ma tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). A tutti i fornitori (e non solo ai suoi fornitori di prodotto a marchio) Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del “Codice Etico” che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno, pena in caso di non-adesione l’esclusione dal circuito.
L’altro binario su cui si muove la campagna “Buoni e Giusti Coop”, in stretto raccordo con il progetto lanciato a livello ministeriale già nel 2015, è l’invito all’adesione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. L’ iscrizione attesta di essere un’azienda pulita, in regola con le leggi e i contratti di lavoro, non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti in corso. Alle prime 7200 delle filiere ortofrutticole si aggiungono ora le altre 1500 aziende agricole coinvolte nella filiera del pomodoro da industria (di cui il 15% opera nelle filiere più critiche per zona geografica e modalità di raccolta manuale)”.

Focus - Coldiretti e Focsiv in piazza contro il caporalato

Spezzare la catena dello sfruttamento che sottopaga i prodotti agricoli ed il lavoro nei campi e provoca la sofferenza, l’emarginazione e il caporalato è l’obiettivo della Coldiretti, che insieme a Focsiv - Volontari nel mondo invita a scendere tutti insieme in piazza nel fine settimana per tutelare la dignità di chi lavora la terra. Il 14 e 15 maggio, in tutta Italia, sarà di scena la campagna “Abbiamo RISO per una cosa seria”, con il Patrocinio della Fondazione Migrantes della Cei.
Decine di migliaia di agricoltori e volontari hanno scelto di essere presenti in 1000 piazze per passare dalle parole ai fatti con la realizzazione di interventi concreti per fermare scafisti e caporali. Nelle piazze, nei mercati di Campagna Amica e nelle parrocchie d’Italia sarà offerto con una donazione di 5 euro, il riso prodotto dagli agricoltori di Coldiretti aderenti alla Filiera Agricola Italiana per contribuire alla realizzazione di 38 interventi di agricoltura familiare nelle aree più povere del mondo, a sostegno di 114.248 famiglie di contadini e alla costruzione del Villaggio solidale, che sarà realizzato in Puglia da Coldiretti e Focsiv, per dare ospitalità agli immigrati sottraendoli allo sfruttamento del caporalato, garantendo loro un regolare contratto di lavoro per la raccolta stagionale del pomodoro nelle imprese agricole (www.abbiamorisoperunacosaseria.it).

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