“Un nuovo modo di raccontare il vino, soprattutto ai giovani, rompendo gli schemi. Una bella commedia, in cui si parla del vino ma non solo. Nel film incontriamo sedici famiglie del vino, ma si parla anche di cibo e grandi chef italiani. Vogliamo raccontare al mondo i territori, in cui si beve e si produce buon vino e si mangia anche molto bene e la qualità della vita è alta”. Così, a WineNews, il sommelier-attore Charlie Arturaola, protagonista, insieme al sommelier Luca Gardini, di “The Duel of Wine”, film prodotto da Lino Pujia e distribuito dalla romana Exit che, finalmente, arriva anche in Italia, ed è stato presentato oggi pomeriggio, a Venezia, alla Mostra del Cinema (l’arrivo nella sale è previsto per il 29 settembre a Roma, il 30 settembre a Firenze, il 1 ottobre a Perugia, e poi in tutta Italia).
Il film racconta della sfida per scoprire chi sarà il miglior sommelier del mondo, ma Charlie Arturaola, tra i nasi più famosi e raffinati del mondo, ha perso l’olfatto, e si ritrova improvvisamente sul lastrico, privo di qualsiasi credibilità nel mondo dell’enogastronomia e costretto a vivere nella periferia di Miami. Nel frattempo, il suo avversario più accreditato, Luca Gardini, miglior sommelier del mondo nel 2010, corre verso le finali di New York. Ma Arturaola non si dà per vinto e, come un moderno Cyrano de Bergerac del vino, si nasconde dietro la maschera, beffarda e buffonesca, del “Conte mascherato”.
Tante le cantine, i territori ed i personaggi del wine & food d’Italia coinvolti, perché ad aiutare Arturaola, nel film, è Marco Caprai, patron della cantina che ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco sulla ribalta internazionale, ma sul grande schermo, ognuno nel ruolo di se stesso, ci sono anche i produttori Nadia Zenato, Riccardo Illy (Mastrojanni, a Montalcino), lo chef Gianfranco Vissani, il winemaker Michel Rolland, lo chef francese Jean-Francois Rouquette e lo chef basco Carlos Arguinano, in un giro del mondo enoico che parte proprio da Miami, tocca Parigi, Londra, New York, Paesi Baschi, Uruguay ed Argentina, passa per lo splendido Salone dei Cinquecento a Firenze (con un cameo del direttore di WineNews, Alessandro Regoli) e, ovviamente, ha il suo apice stilistico nei territori più importanti dei vini rossi italiani, da Montefalco a Barolo, dalla Valpolicella al Sulcis (con Cantina di Santadi, con il suo Terre Brune), e, unico territorio bianchista, il Soave. Ed ancora il Chianti Classico in Toscana, con Carpineto (cantina con possedimenti in tutti i grandi terroir di Toscana, ndr), la Campania, con Cantina Donna Chiara, e il Veneto, con Venissa di Matteo Bisol e Cantina Cà di Rajo.
“Ben venga un film così, che può portare attenzione sui prodotti e sui territori. Anche perchè il vino e la tavola, nel cinema italiano, non sono stati poi così frequentemente protagonisti quanto si può pensare”, ha commentato Laura Delli Colli, giornalista di cinema e appassionata di cucina, e autrice di diversi libri a tema come “Il Gusto del Cinema”.
“Oggi da più parti c’è un comune consenso ad investire nel cinema per promuovere non solo l’Umbria, ma il vino in generale - ha aggiunto il leader del Sagrantino di Montefalco, Marco Caprai - e questo film è il nostro contributo per attrarre enoturisti e visitatori da tutto il mondo”.
“La produzione di The Duel of Wine è il risultato di un inedito matrimonio tra il mondo del cinema e quello dell’impresa, un incontro che parla di vino, di cultura, ma anche promozione e marketing territoriale. Business Strategies ha colto con entusiasmo l’opportunità di partecipare alla realizzazione di questa pellicola, che rappresenta un contributo importante al lavoro quotidiano di promozione del brand italiano. Come affermo anche nel film, ‘il vino è l’espressione più intima del nostro essere italiani’, un patrimonio unico che “The Duel of Wine” contribuirà a trasmettere al grande pubblico. Attraverso la nostra associazione Aie (Associazione Italiana Export) abbiamo portato sul grande schermo una rappresentazione del profondo legame fra il vino, la storia e la cultura del nostro Paese”, commenta Silvana Ballotta, ceo Business Strategies, tra i più importanti sostenitori del progetto.
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