Ne abbiamo dato notizia ieri, perché 150.000 litri di vino bianco generico, venduto, o meglio “spacciato” in dame da 5 litri ed etichettato come Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc non passano certo inosservati. Quello che non sapevamo, invece, è che la segnalazione all’Ispettorato Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari di Emilia Romagna e Marche è arrivato proprio dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) che, con una nota firmata dal direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni, ha voluto ringraziare i Carabinieri, “per aver condotto le indagini, avviate in seguito a una segnalazione da parte del nostro Consorzio, in modo attento e tempestivo a tutela della principale Doc marchigiana, che immette sul mercato circa 15 milioni di bottiglie l’anno con 401 viticoltori e quasi 2.200 ettari coltivati. Un’azione congiunta, condotta grazie anche al ruolo indispensabile dell’ente terzo di certificazione Valoritalia Sop 21, che rientra nei compiti statutari del Consorzio a salvaguardia del vigneto Marche: per questo - ha aggiunto Mazzoni - l’Istituto sulla vicenda si costituirà parte civile e presenterà una denuncia contro ignoti. Quella della lotta alla contraffazione rappresenta l’altra faccia di una medaglia, quella della qualità , che il nostro prodotto si è conquistato sul campo”.
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