Prima motivazione di viaggio per i turisti italiani e stranieri in vacanza in Italia, le eccellenze dell’enogastronomia made in Italy muovono, da sole, 1 turista su 4 (il 22,3% dei turisti italiani ed il 29,9% degli stranieri), più della ricchezza del nostro patrimonio culturale e degli eventi. Nel 2017 si stima che le presenze legate al turismo enogastronomico siano state oltre 110 milioni ed il loro impatto economico abbia superato i 12 miliardi di euro - 15,1% del totale turismo, terza tra le voci di spesa dopo gli alloggi (quasi 24 miliardi di euro) e ristoranti/bar/caffè (oltre 17,4 miliardi di euro) - con il 57% dei soggiorni da turismo straniero (63 milioni di presenze) ed il restante da quello italiano (47 milioni di presenze), ma con gli italiani che hanno speso di più degli stranieri (7,3 miliardi di euro contro 4,9). È emerso oggi nei numeri presentati da Flavia Coccia, esperta di turismo dell’Isnart-Unioncamere, al primo Food & Wine Tourism Forum al Castello di Grinzane Cavour, Patrimonio Unesco nelle Langhe Unesco, con un ricco panel di speakers, come i produttori Oscar Farinetti e Angelo Gaja, il professor Piercarlo Grimaldi, dell’Università di Pollenzo, Alberto Cirio della Commissione Turismo del Parlamento Europeo, la professoressa Roberta Garibaldi dell’Università di Bergamo, Google, TripAdvisor, Future Brand, H-Farm e The Fork, per citarne solo alcuni.
La lettura dello studio “Italia destinazione turistica 2017” di Isnart-Unioncamere illustrato al Forum - promosso a da Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero ed Enoteca Regionale Piemontese Cavour nel 2018 Anno del Cibo Italiano, con Enit, Ministeri dei Beni Culturali e del Turismo e degli Affari Esteri, e Regione Piemonte - mostra come grazie alle degustazioni dei prodotti locali il consumatore/turista scopre il territorio, le sue eccellenze e tipicità che lo rendono oltre che appetibile, unico. La marca “Italia” e cioè il fatto di sfruttare la notorietà, le caratteristiche dell’essere italiano riesce a dare valore aggiunto alle nostre produzioni agroalimentari rendendole ancora più appetibili anche per la società locale. Nella crescente richiesta di itinerari enogastronomici, di spostamenti per visitare cantine o aziende agricole, ma anche di laboratori di artigianato locale, sempre di più le degustazioni rappresentano un’attività al centro della vacanza in Italia (13,1% dei turisti, mentre l’8,6% fa shopping di prodotti artigianali ed enogastronomici tipici): già prima di partire il 23,8% dei viaggiatori italiani e stranieri ricerca informazioni sui ristoranti ed il 28,3% si dedica alla loro ricerca e prenotazione una volta giunto a destinazione, nel corso della vacanza. La riprova nel fatto che tra coloro che si servono di applicazioni mobile per ricercare informazioni durante il soggiorno turistico (quasi 4 turisti su 10) la ricerca di dove mangiare è al primo posto (65,5%), seguita dagli eventi e da cosa visitare. Dall’altra parte, nelle prime tre voci del rating delle specializzazioni delle imprese, il 32,2% offre percorsi naturalistici e sportivi, il 28% proposte enogastronomiche di pregio, il 20,1% servizi per i bambini.
Le esperienze di vacanza in Italia soddisfano i turisti italiani e stranieri: in una scala da 1 a 10 il voto medio espresso è pari a 8. Gli elementi che soddisfano di più? La qualità dell’offerta enogastronomica locale: sia in generale, la qualità del mangiare e del bere (per la quale il voto medio espresso è il più alto, pari a 8 sia per gli italiani che per gli stranieri), ma anche la qualità della ristorazione locale in particolare (7,6) ed i relativi costi (7,5). Con i turisti che, in media, spendono in bar, caffè e pasticcerie 8 euro pro-capite al giorno in vacanza, mentre per i pasti consumati in ristoranti e pizzerie la spesa media giornaliera a persona è di 25 euro e per i prodotti agroalimentari acquistati in supermercati e negozi 15 euro, mentre per i prodotti tipici si spende in media 13 euro al giorno a persona.
Ma nonostante l’Italia sia la prima meta al mondo per turismo enogastronomico (fonte: Food Travel Association) e il primo Paese europeo per numero di prodotti Dop e Igp, secondo lo studio, molto può essere ancora fatto: dalla costruzione di strategie specifiche, di un maggior numero di prodotti turistici e della notorietà delle nostre eccellenze alla promozione anche digitale, dalla creazione di nuovi itinerari alla collaborazione tra diversi settori, oltre che nell’innovazione tecnologica. La riprova anche nel sentiment degli stessi turisti: ben il 58,2% degli intervistai visitando un territorio acquisterebbero un prodotto tipico locale, ed oltre 6 su 10 sono disponibili a spendere tra i 20 ed i 50 €. Tra gli stranieri esistono nicchie anche più consistenti di big-spender. Per raggiungerli, dal punto di vista della comunicazione a distanza, il canale più efficace è ancora la pubblicità tradizionale, seguita da fiere ed Internet che però viene ritenuto il canale più affidabile per la correttezza delle informazioni. Le trasmissioni televisive, invece, sono considerate le più ricche di contenuti informativi.
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