Mettere insieme 12 ettari di vigneti, sulle piccole isole, espressioni, spesso, di viticoltura eroica, è un’impresa, soprattutto in un arcipelago di piccole realtà, come le Eolie. Ma è quanto fatto da Tasca d’Almerita, una delle realtà di riferimento del vino di Sicilia, che ha ampliato il suo progetto Capofaro, a Salina, dedicato alla Malvasia, con la presa in gestione, in tempi recenti, con affitti a lungo termine, di oltre 6,5 ettari di vigna, tra 2 sulla stessa Salina, e soprattutto 4,5 a Vulcano. “Una vigna stupenda - commenta a WineNews Alberto Tasca - che ha coltivato per alcuni anni Paola Lantieri, che poi ha cercato qualcuno che potesse gestirla con cura e passione, e così è nato questo rapporto con noi. Uniremo questa vigna, che è sempre stata condotta in regime biodinamico, al nostro progetto di Capofaro, dedicato alla Malvasia. Abbiamo fatto le prime potature quest’anno, non abbiamo mai vinificato e non vediamo l’ora di farlo. L’idea è quella di fare vinificazioni separate e capire le caratteristiche di questa vigna di 4,5 ettari e mezzo, per valorizzarla al massimo. Anche grazie alla continuità garantita dall’agronomo Alessandro Accardi, che ha seguito in passato la vigna, ed è venuto a collaborare con noi. Oltre a questo, abbiamo aggiunto anche altri 2 ettari a Salina, e quindi la nostra produzione di Malvasia aumenterà sensibilmente. Anche in questo caso, vinificheremo tutte le particelle delle vigne in maniera separata, e vedremo i risultati. Vogliamo valorizzare le singole vigne e le diverse esposizioni pedoclimatiche, ma anche i diversi suoli e la loro interazione con il vitigno. Del quale ci sta appassionando sempre di più la vinificazione “in secco”, oltre che quella più classica in versione passita”. Una perla, quella del progetto Capofaro dedicato alla Malvasia (e dove trova dimora anche Capofaro Locanda & Malvasia del circuito Relais & Chateaux, ndr), che è solo una tante messe insieme dalla storica cantina siciliana, che oggi conta su oltre 460 ettari di vigna in 5 tenute, “ognuna con peculiarità diverse e con una forte personalità, luoghi simbolo di varietà, identificative dei territori”, dalla “casa madre”, la Tenuta Regaleali, a Sclafani Bagni, a sud di Palermo, a Capofaro, a Salina, da Tascante, sull’Etna, a Sallier de La Tour, nella Doc Monreale, a Mozia, con la gestione dei vigneti della Fondazione Whitaker.
Un arcipelago enoico capace di raccontare la Sicilia in molte delle sue tante sfaccettature enoiche, in un percorso da sempre legato anche alla sostenibilità ambientale, con Tasca d’Almerita che nel 2010 si è fatta pioniera del progetto SOStain, il protocollo di sostenibilità per la viticoltura siciliana, nato nel 2010 grazie al contributo scientifico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, e poi di “Viva”, unico programma di sostenibilità e certificazione ambientale promosso dal Ministero dell’Ambiente.
Anche per questo la cantina sarà protagonista dell’incontro “Tutta l’eco del vino - SOStain, il programma per la sostenibilità nella vitivinicoltura siciliana” (11 maggio ad Avvinando Wine Fest, a Palermo), dove sul palco ci saranno Giuseppe Tasca d’Almerita, per Tasca d’Almerita, insime ad altre due realtà storiche e artefici del rinascimento del vino siciliano, come Cusumano, con Diego Cusumano, e Planeta, con l’enologa Patricia Toth.
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