Nonostante la non facile congiuntura continentale, i vini rossi Dop della Toscana restano leader nei principali mercati europei. Lo afferma lo studio Wine Monitor Nomisma, commissionato dal Consorzio Vino Chianti, di scena oggi a Milano. Nel 2018 il valore complessivo delle esportazioni di vini rossi Dop della Regione del Chianti e del Brunello di Montalcino, del Chianti Classico e di Bolgheri, del Nobile del Montepulciano e del Morellino di Scansano, della Maremma e del Montecucco, per citare alcuni delle denominazioni del “Granducato” è stato pari a 518,6 milioni di euro, contro i 273,7 del Veneto e i 242 del Piemonte. In particolare, in Germania l’export di rossi Dop della Toscana nel 2018 è risultato pari a 63 milioni di euro contro i 36 del Veneto, mentre nel Regno Unito è risultato di poco superiore ai 28 milioni di euro, contro i 21 milioni dei rossi del Piemonte. Un primato che, però, è frutto di un consolidamento di quanto fatto in passato, che della crescita recente. Tra il 2013 ed il 2018, infatti, i vini di Toscana sono cresciuti solo del +3%, rispetto ad una media nazionale del +11%, con l’Italia a 2,3 miliardi di euro, (per l’Australia si parla di un +52%, 1,1 miliardi di euro, e per la Francia di un +14%, a 4,2 miliardi di euro, mentre la Spagna ha fatto +9%, a 1,3 miliardi di euro).
Ad incidere su questo modesto tasso di crescita delle dop di Toscana, c’è stata soprattutto la difficile situazione sul mercato tedesco (-30% a valore), inglese (-5%) e di un po’ tutti i mercati europei, ad eccezione della Francia (+49%) e della Repubblica Ceca (+16%).
“Riscontriamo sempre maggiori opportunità di vendita da Paesi non tradizionali importatori. In Europa è esemplare a questo proposito il caso della Francia - afferma Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti - che sta crescendo a ritmi interessanti, trainati dalla ristorazione italiana e concentrati soprattutto sulla città di Parigi. Guardiamo con attenzione anche ai Paesi dell’Est Europa, dove i posizionamenti di prezzo tendono ad essere particolarmente premianti”.
Certo, sui prezzi c’è da lavorare: guardando ai soli vini rossi, se Bordeaux domina con un prezzo medio di 15,8 euro a bottiglia, la Toscana segue, ma a distanza, a 9,1 euro, e dietro anche al Piemonte, con 12,1 euro a bottiglia, ma meglio del Veneto, a 7,8.
In ogni caso, i nuovi mercati di sbocco per i vini rossi Dop della Toscana saranno sempre più dai Paesi extra Ue, che tra il 2013 e il 2018 hanno fatto registrare importazioni complessive in crescita del 33%, contro un +9% dei Paesi Ue. Guardando al solo vino italiano si nota che nello stesso arco di tempo le esportazioni a valore sono cresciute del 28% nell’area extra Ue contro un +16% dei Paesi Ue.
“Tra il 2001 e il 2018, nel Chianti, abbiamo ristrutturato mediamente 850 ettari di vigneto ogni anno, per un investimento da parte delle aziende di oltre 600 milioni di euro - continua Giovanni Busi - e nei prossimi sei anni contiamo di incrementare la nostra produzione dalle attuali 100 milioni di bottiglie ai 120/130 milioni. Diventa dunque imperativo trovare nuovi Paesi di sbocco e consolidare la nostra posizione sui mercati tradizionali”.
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