È uno dei più importanti industriali d’Austria, alla guida di una holding di famiglia da 6.000 dipendenti e 1,5 miliardi di euro di giro d’affari e vuole, senza mezzi termini diventare uno dei produttori di riferimento del “Nobile di Montepulciano, un vino che amo, e che, secondo me, è uno dei grandi vini italiani più sottovalutati”. A dirlo, a WineNews, è Helmut Rothenberger, uno dei tanti imprenditori stranieri folgorati dall’amore per il vino italiano, che, nel 2015, ha acquistato la tenuta Icario a Montepulciano (realizzata, guardando al design e all’arte, dalla famiglia Cecchetti, tra i fondatori della Sda, ndr), 51 ettari complessivi, di cui 22 ettari di vigneti (che diventeranno presto 25), quasi tutti in corpo unico, nel versante nord della cittadina “perla del Rinascimento”, che formano un anfiteatro di filari che guarda la Val di Chiana. “Mi sono innamorato di questa tenuta perchè penso che sia una delle più belle d’Italia - spiega l’imprenditore, nella festa per le prime 20 vendemmie di Icario - ed il mio sogno è di farne un’azienda speciale, che diventi un punto di riferimento qualitativo per il territorio del Nobile di Montepulciano. E dimostrare che il Nobile di Montepulciano non ha niente di meno del Brunello di Montalcino”.
Obiettivi ambiziosi, e dall’arrivo dei Rothenberger molte cose sono cambiate, “dall’impostazione agronomica a quella vinicola, sempre più orientata alla sostenibilità e alla qualità del vino, e meno alla quantità”, spiega a WineNews Ilaria Ippoliti, direttore generale di Icario.
Un’azienda condotta secondo la logica della sostenibilià, “ma senza certificazioni, almeno per ora, perchè non ritengo importante scriverlo in etichetta, e perchè non vogliamo troppi paletti, anche se siamo molto attenti alla qualità dell’ambiente che ci circonda: lavoriamo con l’agricoltura di precisione, abbiamo seminato tante varietà di erbe per mantenere fertili i terreni, e non solo”, spiega Rothenberger, che vede un futuro luminoso per Icario. “Buona parte dei nostri vigneti sono a 450 metri di altitudine, sempre ventilati, grazie a quella che qui ci piace chiamare “Icario breeze” e questo ci sta aiutando molto a gestire, per empio, il cambiamento climatico. Il nostro obiettivo è produrre vini e un Nobile sempre più elegante, non potente e muscolare”.
L’attenzione alla qualità è massima: ogni parcella di vigneto è zonata e viene vinificata a parte. Alla sua corte l’imprenditore austriaco ha chiamato uno dei più esperti ed autorevoli consulenti enologi d’Italia, Franco Bernabei, mentre la cura delle vigne è affidata al metodo Simonit & Sirch. “Nella mia azienda (che si occupa soprattutto di industria meccanica) prendo decisioni che diventano subito operative, qui non posso che guardare il cielo e sperare che vada tutto bene. Tra queste vigne ho riscoperto il valore del tempo, e che la natura non si può forzare”.
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