Nella storia d’amore tra gli Usa e i vini italiani, c’è un rosso entrato da tempo nel cuore degli americani: il Brunello, un pioniere nella conquista del Paese a stelle e strisce e nel costruire un rapporto duraturo con gli States, oggi mercato di maggior rilievo per il celebre rosso, con una quota export del 30% (cui si aggiunge una percentuale di poco oltre il 10% per il Canada che fa del Nord America, nel suo complesso, il mercato numero uno, con il Brunello che, nel 2019, si mantiene su un 30% di vendita domestica e il 70% all’export; fonte Consorzio del Vino Brunello di Montalcino). Un grande amore, che si rinnova come ormai da tradizione e come tributo alla passione a stelle e strisce, con “Benvenuto Brunello Usa”, l’anteprima della nuova, attessissima, annata 2015, già definita come una delle migliori di sempre, a New York (27 gennaio), città per eccellenza dei consumi americani, e San Francisco (29 gennaio), “capitale” della Napa Valley, il territorio enoico più importante e prestigioso d’America che con Montalcino, terra d’elezione del Brunello, ha molto in comune.
Terre di grandi vini, grazie a cantine e produttori che con le loro intuizioni le hanno rese uniche, mete cult per gli amanti del vino del mondo da visitare almeno una volta nella vita, come fanno milioni di enoturisti ogni anno, tra paesaggi di vigneti e aziende che sono l’immagine-simbolo della Toscana per l’una, e che fanno definire l’altra come la “Toscana americana”, tra la Montalcino del Brunello, la Napa Valley e le città della “Wine Country” dei vini californiani che, quest’anno, celebra l’anniversario n. 75 della sua fondazione, le “affinità elettive” sono tante, a partire da una condivisione di valori e uno scambio di know how da rinsaldare in un più stretto legame per poterlo raccontare al mondo.
Un legame che, intanto, si rinnoverà nell’attesa anteprima a San Francisco della nuova annata del Brunello (tra masterclass e walk around tasting, al Golden Gate Golf Club The Presidio; il Gotham Hall, a Broadway, ospiterà, invece, la tappa nella Grande Mela), ma le cui radici affondano in quella attrazione fatale che gli americani hanno da sempre per i vigneti del Brunello: almeno da quando si è aperta la strada ai tanti imprenditori che da ogni angolo del mondo hanno scelto di investire nel territorio di questo vino assolutamente moderno, dal vigneto alle cantine, ma anche nel marketing e nella comunicazione. E che fanno di Montalcino come la Napa, un terroir di riferimento nel mondo del vino internazionale proprio per la capacità di attrarre investimenti e per le altissime quotazioni dei vigneti, patria di fine wines, celebrati ai vertici della critica internazionale e ricercati dai collezionisti del mondo. Ma ci sono anche produttori italiani, pionieri dell’eno-mondo che, accanto a Montalcino e al Brunello, sono andati alla conquista dei vigneti californiani, investendo, all’inverso, nella Napa Valley e nella produzione dei suoi vini. E, soprattutto, ci sono gli investimenti che i vignerons del Brunello hanno fatto e oggi continuano a fare, per conquistare il cuore degli americani e mantenere vivo questo amore. E senza pagare alcun dazio.
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