Una grande asta, ad Hong Kong a fine aprile, con i protagonisti del fine wine italiano dalle principali denominazioni, dal Brunello di Montalcino al Barolo, dai Super Tuscan all’Etna, coinvolgendo le aziende, i wine merchant, i collezionisti e le altre case d’asta: ecco l’idea della Gelardini & Romani Wine Auction - che, nella ex colonia britannica, porta d’ingresso privilegiata al mercato cinese, ha puntato sin dal 2010 - per rilanciare l’immagine del Belpaese e dei suoi vini, a dir poco ammaccata dagli eventi che hanno sconvolto il nostro Paese, diventato l’epicentro europeo dell’epidemia di Coronavirus. “Che proprio qui ad Hong Kong - racconta a WineNews Raimondo Romani, alla guida, insieme a Flaviano Gelardini, della Gelardini & Romani Wine Auctions - abbiamo vissuto in prima persona da gennaio. Oggi è un’emergenza superata, con appena 100 casi e 3 decessi, ma capisco perfettamente cosa sta passando l’Italia: la coscienza sociale che deriva dall’esperienza della Sars, nel 2002, qui ha fatto la differenza, la gente ha preso le contromisure necessarie - dalle mascherine ai guanti - e adesso la situazione è tornata stabile, anche emotivamente. I ristoranti sono aperti - continua Romani - e c’è una grande voglia di ripartire, con fiducia”.
In poco più di due mesi, del resto, “dal centro del contagio di Covid-19, Hong Kong è ora il centro del consumo dei fine wine - a casa e nei locali - e tra i posti più sicuri al mondo, per questo è importante cogliere l’opportunità di rilancio per il made in Italy del wine & food, a cui ci siamo offerti di dare una mano. Abbiamo contattato aziende, wine merchant e collezionisti - spiega Raimondo Romani - ma anche le nostre consorelle case d’asta che operano sul territorio nazionale, per rilanciare il Belpaese, in un momento in cui il nostro Passaporto non ci permette di entrare in moltissimi Paesi asiatici, per un’asta che vuole essere sia evento di comunicazione per l’Italia sia momento importante a livello commerciale, perché le major non hanno capacità di ripartire, e c’è una mancanza di offerta che possiamo colmare. Sarà un supporto alle aziende reale, con un’idea che vuole mettere tutti d’accordo, lasciando da parte le rivalità, che non aiutano, per presentarci uniti: il vino italiano è un fenomeno di caratura internazionale, ed è questa l’immagine che dobbiamo dare, superando i provincialismi”.
C’è anche una data, quella del 26 aprile, “quasi certa vista la situazione di Hong Kong, ma ci riserviamo cambiamenti, in base alle prossime evoluzioni. La volontà - riprende Romani - è quella di mantenere la barra dritta, perché qui la situazione è in fortissima ripresa. È l’occasione, ribadisco, per presentarci uniti, anche se solo attraverso i nostri vini, perché gli italiani non possono entrare, ma le merci sì, nonostante il costo dei trasporti sia triplicato, motivo per cui si può lavorare solo sui beni di lusso, e questo è un aspetto che riguarda tutta l’Europa. Il problema, infatti, non è più solo italiano, motivo in più per fare un passo avanti, puntando sulla forza della nostra creatività, capace sempre di dare risultati importanti”. E non ci sarà solo il vino, l’avvicinamento alla vendita all’incanto contempla anche il supporto alla “ristorazione italiana, quella vera - aggiunge Raimondo Romani - quella degli chef italiani e degli ingredienti italiani, che accompagnerà l’asta, con cene ed eventi ad hoc. Chiamiamo a raccolta l’Italia migliore - conclude Raimondo Romani - che deve imparare a mostrare il suo lato migliore in maniera unitaria, anche grazie al supporto del Consolato, che, nonostante i pochi fondi, lavora bene e ci supporta in termini di relazioni e comunicazione”.
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