La “Fase 2”, definita dal Premier Giuseppe Conte come quella della convivenza con la pandemia, vive un momento di svolta, in cui tutte le attività commerciali, in primis la ristorazione, torneranno una dopo l’altra a riaprire le porte al pubblico. Con norme stringenti, ancora da definire ufficialmente, ma già ampiamente dibattute (come abbiamo scritto ieri, dai 4 metri quadrati a cliente al gel igienizzante all’entrata, dall’areazione dei locali alla sanificazione delle superfici, dall’obbligo di mascherina e guanti per i lavoratori del settore al divisorio di plexiglass alla cassa), e la consapevolezza che, tra crisi economica e turismo internazionale fermo o ridotto ai minimi termini, sarà difficile rendere economicamente sostenibile una ripartenza, con molti ristoratori che, prevedibilmente, aspetteranno, per quanto possibile, tempi migliori.
A ben vedere, però, al di là delle linee guida del Governo, c’è lo spazio, in tutti i sensi, per le amministrazioni locali, dei borghi e delle città d’arte in particolar modo, per sostenere i ristoratori, custodi di una cultura enogastronomica che, negli anni, è diventata il migliore spot per il made in Italy nel mondo, spesso e volentieri motivazione primaria alla base di un viaggio.
Cosa fare? Per prima cosa, secondo WineNews, i Comuni dovrebbero rinunciare in toto agli introiti del suolo pubblico. Un suolo pubblico che, in luoghi grandi e consoni, deve diventare spazio comune per le diverse attività (botteghe storiche, attività al dettaglio, bar e ristoranti, gelaterie, pizzerie, alimentari) delle via e della piazza stessa, e per la creazione di mercati coperti e scoperti delle diverse filiere locali, anche in questo caso da promuovere e sostenere, ma anche per tornare a vivere la città con nuove regole di sicurezza e garantendo il distanziamento sociale.
Mettere a disposizione vie e piazze, chiudendole ovviamente al traffico, non sarebbe una boutade, né tanto meno un azzardo, ma un modo per far tornare le persone - ancora intimorite da un virus contro il quale l’unica arma è il vaccino, ma che sembra aver perso virulenza - fuori casa, a godere della bella stagione e della convivialità, senza ovviamente rinunciare alla sicurezza, in quei “salotti” che sono i centri storici di città e borghi, di cui tornare a godere al tavolino, con arredi e soluzioni consone al decoro ed al distanziamento sociale, perché con ogni probabilità saranno i luoghi delle nostre vacanze, e quale miglior “cartolina” da spedire al resto del mondo delle piazze italiane che tornano a vivere?
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