Il Barolo Ravera 2016 di Elvio Cogno, l’Appius 2016 di San Michele Appiano, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2008: ecco i 100/100 della guida del Corriere della Sera “I 100 migliori vini e vignaioli d’Italia 2021”, firmata da Luciano Ferraro e Luca Gardini e presentata ieri sulla web tv del quotidiano. La forbice, come ci tengono a sottolineare i curatori, è comunque minima tra il vertice e gli altri vini in guida, con i Brunello di Montalcino 2015 che sfiorano l’eccellenza.
È un’edizione in cui il fil rouge, che racconta i protagonisti della viticoltura italiana, è quello delle pratiche green: in ogni profilo è raccontata una buona pratica aziendale, nel segno del rispetto per l’ambiente, in vigna o in cantina. E poi, sempre sul solco della svolta ambientalista della guida, un elenco dei produttori di vino naturali del Belpaese.
Non mancano, come sempre, i premi speciali, svelati ieri. Il Vignaiolo dell’Anno è Claudio Tipa, alla guida del Gruppo ColleMassari; la Vignaiola dell’Anno è Camilla Lunelli, sul ponte di comando delle Cantine Ferrari, griffe e simbolo del Trentodoc; il Vignaiolo Verde dell’Anno è Pasquale Forte, proprietario di Podere Forte, nel cuore della Val d’Orcia; il Vignaiolo Straniero dell’Anno è lo sloveno Marjan Simcic, produttore a cavallo tra Slovenia e Friuli-Venezia Giulia; i Giovani Vignaioli dell’Anno sono i fratelli Davide e Massimo Lorenzi di Ottaviani, il lato pop del Sangiovese di Romagna.
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