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TERRITORIO MITO

Borgogna, vendemmia 2020 eccellente. Ma è rinviata l’asta dell’Hospices de Beaune

Annata precoce e calda, con uve in cantina che fanno pensare a grande longevità nei vini. Ma il Covid fa slittare la più antica asta charity del mondo

In un anno decisamente singolare come il 2020 del Covid, anche la vendemmia è stata del tutto peculiare in Borgogna, uno dei territori-mito del mondo del vino. Annata che, a livello quantitativo dovrebbe aggirarsi su una produzione di 1,5 milioni di ettolitri, in crescita sul 2019 (ma i dati non sono ancora definitivi e ufficiali), e che, come spiega le Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne,è stata segnata da un anticipo piuttosto marcato, nell’ordine di tre settimane sulla media, tanto che si è iniziato a raccogliere già il 12 agosto nel Mâconnais. Anticipo, ma anche deficit idrico e alte temperature, hanno segnato differenze importanti da zona a zona, dando vita ad un’annata che “è più che mai lo specchio della diversità della Borgogna”.
Una vendemmia che ha richiesto grande pazienza e pragmatismo in vigna, ma che poi, grazie ad uve sanissime, ha reso più semplici le cose in cantina, con “i tavoli di cernita serviti solo per rimuovere pochi acini di uva” leggermente danneggiati dal caldo. E così, i primi assaggi dicono di un’annata che in Borgogna ha generato “equilibri nuovi e del tutto unici. C’è una sottile ricchezza, ovviamente, ma anche una piacevole tensione, soprattutto sui vitigni a bacca rossa. Alcuni immaginano la 2020 come una grande annata da invecchiamento”. In particolare, “i vini bianchi sono fruttati ed esprimono una bella complessità aromatica, con un’ottima acidità. Nonostante il caldo estivo, presentano degli equilibri molto belli, portati da una freschezza molto classica, in linea con le aspettative di un’annata Borgognona. I vini rossi, invece, si distinguono per il colori sostenute, un segno di grande ricchezza in antociani. Si tratta di vini concentrati, di carattere, ma senza essere pesanti”.
“Il processo di vinificazione è andato alla perfezione sia per i vini bianchi che per quelli rossi, e gli equilibri che emergono nei nostri vini sono straordinari e, ammettiamolo, del tutto inaspettati. I vini rivelano una freschezza aromatica impressionante, e grande acidità. I bianchi hanno sostanza, senza una gradazione alcolica troppo elevata. I tannini dei rossi sono morbidi ma potenti. Gli ingredienti di una grande annata, che per tanti motivi è indimenticabile, sono quindi tutti presenti”, ha spietato Ludivine Griveau, enologa dell’Hospices de Beaune, che avrebbe dovuto celebrare nei giorni scorsi l’edizione n. 160 della sua celeberrima asta di beneficenza, in partnership con il negociant e produttore di Borgogna Albert Bichot e Christie’s. Asta che, invece, all’ultimo momento, per decisione della Prefettura, è stata rinviata a data da destinarsi.
“Siamo delusi, ma non è una tragedia, la vendita è solo rinviata” sintetizza Louis-Fabrice Latour, presidente del Bureau Interprofessionnel du Vin de Bourgogne (Bivb). Sottolineando che il settore vinicolo della Borgogna sta resistendo bene alla crisi sanitaria (-7% delle esportazioni in valore a settembre), come riporta il magazine francese Vitisphere.
Un incanto, quello dell’Hospices de Beaune che, con la sua vendita in botti di grandi vini, nel 2019 ha raccolto ben 13 milioni di euro, e che, in questo 2020, avrebbe dovuto raccogliere fondi per sostenere il personale medico degli ospedali francesi, in prima linea nell’emergenza sanitaria, come succede nel resto del mondo, con il lotto top, la Pièce des Présidents, che quest’anno sarà messa a disposizione da Château de Chambord, uno dei più belli e antichi castelli della Loira, patrimonio Unesco.
Non è la prima volta che accade: era già successo nel 1961 per ragioni meteorologiche, e nel 1968 per motivi qualitativi, “ma questo rinvio in mezzo a una crisi sanitario verrò ricordato. Insieme dobbiamo essere solidali con le misure generali necessarie per affrontare l’epidemia di Covid-19”, commenta la Famille Drouhin, una delle più antiche ed importanti di Borgogna, che, con la Maison Joseph Drouhin, possiede oltre 80 ettari in Borgogna, di cui 38 nello Chablis e 38,5 tra Côte de Nuits et Côte de Beaune.
“Il rinvio per preservarne la serenità, per ottenere il sostegno di tutti gli attori e per garantirne la buona sicurezza è una scelta giusta, anche se ci fa male perché va ben oltre un’asta: è prima di tutto un vendita di beneficenza. Questo evento è importante per la nostra regione perché contribuisce al finanziamento degli investimenti materiali degli Hospices de Beaune e contribuisce anche alla reputazione dei vini di Borgogna nel nostro territorio e oltre.
Come giustamente ripetono gli Hospice, “la nostra storia è stata segnata da sfide molto più difficili e le abbiamo sempre superate”. I profitti della vendita 2020 dovevano essere utilizzati per finanziare sovvenzioni eccezionali relative al Covid-19 per i pazienti ospedalieri che sono stati gravemente colpiti dalla crisi sanitaria, nonché per i figli di agenti deceduti. A loro va il nostro cuore e la nostra famiglia spera di vedere l’organizzazione di questa vendita al più presto, il prima possibile”, spiega la Famille Drouhin.
In calendario, il 14 marzo 2021, invece, resta l’edizione n. 60 dell’asta dell’Hospices de Nuits-Saint-Georges (che, nel 2019, ha raccolto 1,6 milioni di euro), che sarà battuta nel prestigioso Château du Clos de Vougeot, con diversi lotti provenienti direttamente dalla vendemmia 2020.

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