Ancora un segno positivo, se pur lieve, per il settore agroalimentare italiano (+1%) che nei primi 10 mesi del 2020 va in controtendenza sull’andamento general, che vede un calo del 12%: dai dati Istat riferiti al commercio con l’estero, solo i prodotti farmaceutici (+5,4%) fanno meglio dell’agroalimentare, mentre altri settori simbolo del made in Italy registrano cali a due cifre, come il tessile (-20,8%) e i mezzi di trasporto (-16,4%). Nonostante il calo di alcuni comparti, come quello del vino, le imprese dell’agroalimentare continuano a segnare un trend positivo confermando di non aver risentito, a differenza della quasi totalità dei settori, degli effetti negativi della pandemia.
“L’agroalimentare può essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri”: è il commento del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che poi aggiunge: “vanno aiutate le imprese a superare questo difficile momento e va preparata la ripresa anche con la creazione di nuovi canali commerciali e una massiccia campagna di comunicazione superando l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse puntando, in primo luogo, ad una regia nazionale attraverso un’agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo, valorizzando il ruolo strategico dell’Ice e con il sostegno delle ambasciate”.
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