Nel panorama internazionale, per il vino italiano, non sta andando tutto a rotoli. Certo, la crescita degli anni scorsi è ben lontana, ma come emerge dai dati Istat sulle esportazioni di vino tricolore nel mondo, analizzati da WineNews, nei primi 10 mesi 2020 il calo è, tutto sommato, contenuto, pur in un anno tanto complesso, specie per i consumi fuori casa, cui il vino è strettamente legato. I numeri, come detto, parlano chiaro: il valore delle spedizioni ad ottobre è arrivato a 5,11 miliardi di euro, contro i 5,29 dei primi 10 mesi 2019, pari ad un calo del 3,4%.
Il mercato di sbocco principale è ancora quello degli Stati Uniti, che segnano un calo delle importazioni di vino dal Belpaese del 5,5%, a quota 1,21 miliardi di euro a valore. Fa decisamente meglio la Germania, che ha chiuso il 2020 con una nuova serrata di bar e ristoranti. Vederemo se e quanto ne soffrirà il vino italiano, che nei primi 10 mesi dello scorso anno è cresciuto del 4,1%, arrivando a 873 milioni di euro. Il tonfo più rilevante, sperando che non sia solo un anticipo della Brexit, è quello della Gran Bretagna: in un anno le spedizioni Oltremanica hanno perso il 9,6%, precipitando a 567 milioni di euro, dai 626 milioni di euro dei primi dieci mesi del 2019.
Non si scompone, nella tempesta del Covid-19, la Svizzera, che chiude in linea con il 2019: la flessione è di appena lo 0,3%, con 303 milioni di euro di vino italiano importato nei primi dieci mesi del 2020. In linea con il Canada, in perfetto equilibrio con il 2019, a 299 milioni di euro. Sesto mercato delle produzioni enoiche italiane, Prosecco in primis, è la Francia, che lascia sul terreno l’11,9%, a quota 156 milioni di euro. Non un buon momento per il Paese transalpino, che deve fare i conti innanzitutto con il tracollo delle proprie esportazioni sul mercato Usa. Fa meglio la Svezia, a 153 milioni di euro di import dall’Italia, in crescita del 2,7%.
Nell’Estremo Oriente colpito per primo dalla pandemia, il calo dei due mercati principali è marcato. In Giappone le spedizioni sono calate del 18,7%, fermandosi a 126 milioni di euro, mentre in Cina è andata persino peggio, con un -28,3%, e importazioni di vino italiano che, nei primi dieci mesi 2020, hanno raggiunto appena i 70 milioni di euro. Pechino, così, esce persino dalla top ten dei mercati più importanti del vino italiano, superata da Austria, a 85,9 milioni di euro, stabile sui primi dieci mesi del 2019, Russia, anch’essa in linea con l’anno precedente, a quota 97 milioni di euro di importazioni enoiche dall’Italia, e Norvegia, che mette a segno, invece, il migliore exploit: +26%, a quota 97,9 milioni di euro di vino italiano acquistato nei primi dieci mesi 2020.
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