Parte in salita il 2021 per l’export agroalimentare europeo. Gli effetti della Brexit e della pandemia sul commercio globale continuano a pesare sugli scambi e fanno perdere a cibo e bevande Ue il 6% annuo sui mercati internazionali nel primo bimestre dell’anno, attestandosi a quota 28,5 miliardi. Lo rivela Cia-Agricoltori Italiani, commentando il rapporto pubblicato dalla Commissione Ue. Riduzioni dell’export agroalimentare europeo ci sono nei confronti di Russia, Giappone e Arabia Saudita, ma a frenare di più è l’interscambio con Paesi strategici come Regno Unito e Usa. La Brexit ha avuto un impatto fortissimo sul commercio agroalimentare con Londra, con una riduzione delle esportazioni di 1,13 miliardi nel primo bimestre. In calo anche l’export con gli Stati Uniti, con una perdita in valore di 287 milioni. Due frenate significative, solo in parte compensate dall’aumento dell’export di cibo e bevande comunitarie verso la Cina, per un valore di + 529 milioni di euro (su gennaio-febbraio 2020).
“In questa fase di crisi globale - commenta il presidente nazionale Cia/Agricoltori Italiani, Dino Scanavino - è chiaro che diventa sempre più urgente favorire tra Paesi accordi commerciali multilaterali e bilaterali. In questo senso, la sospensione dei dazi Usa-Ue, relativi al contenzioso Airbus-Boeing, è di estrema importanza e deve essere un primo passo per un cambiamento reale. Questo ritorno al dialogo e al multilateralismo è l’occasione non solo per sorpassare del tutto l’incubo dazi doganali, ma per riallacciare anche politiche di commercio bilaterali più strutturate e consolidate, sul modello del Ceta o del Jefta come si stava facendo in passato con il negoziato sul Ttip”.
A livello nazionale, aggiunge il presidente Cia/Agricoltori Italiani, “le politiche di internazionalizzazione devono contribuire adesso al riassetto dell’economia delle imprese, insistere sulla valorizzazione del Made in Italy agroalimentare nel mondo. Va rafforzato il sistema agroindustriale e il ruolo dell’Italia nel bacino del Mediterraneo”. Infine, il “Patto per l’Export” di cui Cia è organizzazione firmataria, ma anche il Pnrr e un rapido e puntuale accordo sulla riforma Pac “diventano in questo momento storico estremamente cruciali anche per potenziare la competitività delle aziende agroalimentari oltre confine”, conclude Scanavino.
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