Milan l’è un gran Milan. L’ha detto anche la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Bocconi, lodando lo spirito di una città ferita ma non prostrata, capace di rialzarsi e ripartire. Senza nulla togliere a Roma, capitale politica e storica d’Italia, la città meneghina è la capitale economica, culturale ed europea del Belpaese, capace come nessun altra di incarnare lo spirito del tempo, di sapersi innovare sotto ogni punto di vista, centro nevralgico della moda, incubatore di idee e piazza vivace e sperimentale per la ristorazione e per il vino, dove le mode, appunto, nascono, si intrecciano, cambiano e, a volte, finiscono. Non è un caso, allora, che da qui riparta la stagione dei grandi eventi dedicati al vino, ai wine lover e al business, con la “Milano Wine Week” n. 4, di scena dal 2 al 10 ottobre.
La città sarà animata da dieci “Wine District”, con un grande territorio del vino che per qualche giorno muterà il volto di un quartiere diverso, da quelli “storici” come il Franciacorta in zona Brera/Garibaldi/Solferino, il Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti in Sempione/Arco della Pace, il Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore a Porta Nuova/Gae Aulenti, il Consorzio del Lugana a Porta Romana, e il Consorzio dei Vini Oltrepò Pavese in zona Eustachi/Plinio, alle new entry 2021, a partire dal Brunello di Montalcino, che sarà protagonista nel “salotto buono” di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele, e poi ancora il Consorzio dei Vini Valpolicella a Marghera/Sanzio, il Consorzio Vino Chianti ai Navigli, il Consorzio Vini d’Abruzzo a Porta Venezia e InLiguria in Zona Isola.
Sarà un evento diffuso, la “Milano Wine Week”, ma, con un cuore pulsante a Palazzo Bovara, che accoglierà, dal 2 al 10 ottobre, degustazioni e masterclass di Consorzi e aziende. Da segnare in agenda quelle organizzate dal Consorzio Franciacorta, che, il 3 ottobre, porta nei calici il “Franciacorta Satèn”, con diverse interpretazioni della tipologia prodotta unicamente in Franciacorta; l’8 ottobre “Indovina chi?”, una degustazione alla cieca delle diverse tipologie di Franciacorta; e il 9 ottobre il “Franciacorta Dosaggio Zero”, in cui il terroir della Franciacorta si racconta. Restando in tema, il 5 e il 6 ottobre la storica griffe di Franciacorta Guido Berlucchi celebra i 60 anni con una degustazione delle etichette più iconiche dell’azienda: il ’61 Brut, il ’61 Rosé, il ’61 Nature 2014 e il Riserva Palazzo Lana 2009, raccontati da Filippo Bartolotta e in collegamento con Chicago e Miami. Il 3 e il 7 ottobre il Consorzio dell’Oltrepò porta in scena “Perle d’Oltrepò, viaggio in Oltrepò Pavese” : una selezione di 8 vini di 6 denominazioni diverse declinate nello show mixology “OltreMito” dal sommelier Sergio Daglia.
Da non perdere anche la masterclass “Abruzzo Pecorino: il bianco del futuro” firmata dal Consorzio Vini d’Abruzzo guidato dal presidente Valentino Di Campli, di scena il 4 ottobre, anticipata da un press lunch al “Cera”. Il 5 ottobre c’è quindi l’evento di apertura di Pasqua Vigneti e Cantine, che, al “Base”, centro artistico e culturale della città meneghina, alza il velo su “Falling Dreams by None Collective”, installazione immersiva firmata dal collettivo artistico None, un tributo alla creatività, al talento e al vino italiano. Il 6 ottobre, invece, di scena la masterclass “Il metodo multivintage interpretato da Pasqua Vigneti e Cantine”, un ritratto delle diverse annate di “Hey French”, il bianco iconico della cantina veronese, curato dal wine educator Filippo Bartolotta. Nello stesso giorno, anche la masterclass internazionale dedicata alla Valpolicella, in contemporanea con New York, guidata dal direttore di “Civiltà del Bere” Alessandro Torcoli, “L’opera del suolo e lo stile del vino nei progetti delle Cantine Pasqua”. Restando idealmente in Valpolicella, il 6 ottobre un’altra griffe storica dell’Amarone, Sartori, porta in scena “I Saltari: due interpretazioni, due territori e due stili, Valpolicella Classica e Valpolicella Orientale”.
Due gli appuntamenti con la griffe del Prosecco Masottina, che il 5 e il 10 ottobre porta in scena “Le Rive in verticale”, alla scoperta delle Rive di Ogliano attraverso tre diverse vendemmie di Rive di Ogliano Ponente e Rive di Ogliano Levante. Le bollicine di Masottina, quindi, dopo le degustazioni incontreranno la cucina de “Il Chiostro di Andrea” ai Chiostri di San Barnaba (5 ottobre), con “Aperitivo nel Chiostro), e i piatti dello chef Giuseppe Postorino de il “Ristorante L’Alchimia” (10 ottobre), nel “Brunch”. Il 7 ottobre, da non mancare la masterclass “Espressioni di Barolo” firmato dalla Marchesi di Barolo, un viaggio alla scoperta di come i diversi terreni influenzino le capacità espressive di un Barolo della stessa annata, ma da cru diversi, nel tempo. Lo stesso giorno (7 ottobre), verrà svelata in anteprima la “Guida Slow Wine” 2022, che recensisce e e racconta 1.958 cantine e 8.000 etichette, con la consegna dei 3 premi speciali (alla Carriera, per la Viticoltura sostenibile e al Giovane Vignaiolo). Il 9 e il 10 ottobre, quindi, la Megawatt Court ospiterà una vera e propria enoteca, suddivisa per Regioni, che accoglierà quasi 900 differenti etichette selezionate dalla “Guida Slow Wine”, e 300 banchetti con i produttori in presenza, 150 per ognuno dei due giorni.
Per tutta la durata della “Milano Wine Week”, il Brunello e gli altri vini di Montalcino, rappresentati dal Consorzio, saranno i protagonisti degli speciali abbinamenti e menù firmati dalle griffe gastronomiche di sette ristoranti del celebre “passage”: Savini 1867, Il Salotto, Ristorante Cracco, Ristorante la Galleria, La Locanda del Gatto Rosso e Terrazza Duomo 21 (con i vini di 21 cantine, come Azienda Agricola Sesta di Sopra, Azienda Agricola Poggiarellino, Camigliano, Campogiovanni, Carpineto, Casisano del gruppo Tommasi Family Estates, Col di Lamo, Cortonesi, Elia Palazzesi Collelceto, Fattoria dei Barbi, La Magia, La Rasina, Rossi Alessandro, San Guglielmo, San Polo del gruppo Allegrini, Sassodisole, Società Agricola Centolani, Tassi, Tenuta Fanti, Tenute Donna Olga e Val di Suga del gruppo Bertani Domains). Ma dal cuore di Milano, il Brunello di Montalcino parlerà al mondo, con otto masterclass online, che collegheranno 26 aziende dalla città metropolitana a Miami, Toronto, Hong Kong, Londra e New York per un totale di otto tasting guidati principalmente da Filippo Bartolotta, giornalista e storyteller del vino a livello internazionale e Cristina Mercuri, wine educator e diplomata Wset (Wine & Spirit Education Trust). In primo piano, nelle degustazioni, che potranno essere seguite anche in presenza a Palazzo Bovara, la combo delle annate memorabili 2015 e 2016, una doppietta enologica unica osannata dalla critica mondiale. Si parte il 5 ottobre, con il primo focus sul Brunello di Montalcino Riserva 2015, per il collegamento Milano - Miami e Toronto e che tornerà in scena anche il 7 ottobre per Hong Kong, Londra e New York. Mentre sono tre le masterclass dei “Versanti” del Brunello 2016 (7 e 8 ottobre, Hong Kong, New York e Londra). Spazio anche al Rosso di Montalcino 2019, destinato a conquistare gli operatori di Hong Kong (10 ottobre).
Come sempre, non mancheranno i momenti di confronto e approfondimento, con il “Wine Business Forum” (martedì 5 ottobre), Wine Geek, il nuovo simposio sulla Wine Science, e il “Wine Generation Forum” (8 ottobre), tutti in programma a Palazzo Castiglioni, e Shaping Wine (organizzato in collaborazione con Sda Bocconi e che si terrà nella sede universitaria milanese, giovedì 7 ottobre), oltre al convegno sul grande ed attuale tema della sostenibilità organizzato da Equalitas e Federdoc, è in agenda mercoledì 6 ottobre. E tornano i “Wine Tour”, nei territori vicini a Milano, come l’Oltrepò pavese, ma anche la Franciacorta, in particolare in partnership con la storica Guido Berlucchi, la cantina che ha acceso la scintilla che ha fatto nascere poi il territorio e che quest’anno festeggia i 60 anni, come ricordato da Cristina Ziliani, e che celebrerà questa ricorrenza con una mostra nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, o il Lugana, soprattutto grazie alla partnership con il Gruppo Santa Margherita, che, nel territorio, possiede la storica Cà Maiol.
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