Mappare il territorio, per le grandi e piccole denominazioni del vino italiano, è un passo ormai necessario, per raccontare e valorizzare al meglio le specificità delle singole produzioni, legate a vitigni e peculiarità territoriali diventate sempre più riconoscibili e distintive. Studiare le sottozone, individuare i diversi cru, in un lavoro che mette insieme tradizione, geografia, geologia, agronomia, è prassi consolidata: spesso è un lavoro che nasce dall’intuizione delle aziende, altre volte è portato avanti dai Consorzi, come accadute con le Mga (Menzioni Geografiche Aggiuntive) di Barolo e Barbaresco, ma anche del Chianti Classico, e ancora le “Contrade” nell’Etna, le Pievi nel Nobile di Montepulciano, le Uga a Soave e i percorsi intrapresi da Alto Adige e Franciacorta. Ultimo arrivato, il Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, che ha realizzato la carta “Zone e Vigneti del Monferrato Casalese” con il divulgatore scientifico, cartografo, mappatore e curatore editoriale Alessandro Masnaghetti. Nella mappa è rappresentata la porzione di Monferrato casalese che ricade nei confini della Doc Grignolino del Monferrato Casalese così come delimitata dal Disciplinare di Produzione, e sono poi evidenziati i vigneti attualmente presenti, senza distinzione tra i diversi vitigni e le diverse Doc e Docg coltivate. La Carta riproduce, in scala 1:52.000, zone e vigneti di 33 municipalità del Monferrato casalese: Alfiano Natta, Altavilla Monferrato, Camagna Monferrato, Camino, Casale Monferrato, Castelletto Merli, Cella Monte, Cereseto, Cerrina Monferrato, Conzano, Gabiano, Frassinello Monferrato, Lu e Cuccaro Monferrato, Mombello Monferrato, Moncestino, Murisengo, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Pontestura, Ponzano Monferrato, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, San Giorgio Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Terruggia, Treville, Vignale Monferrato, Villadeati e Villamiroglio, ed è arricchita da un compendio geologico con mappa curato dal geologo e sedimentologo Alfredo Frixa. Il tutto è suddiviso in 7 Settori, di cui 5 Occidentali (“Valcerrina”, “da Serralunga di Crea a Odalengo Piccolo”, “da Murisengo ad Alfiano Natta”, “Gabiano/Rubino di Cantavenna” e “San Giorgio Monferrato/Casale Monferrato”) e 2 Orientali (“Valle Ghenza” e “Vignale Monferrato/Valle Grana”). “I vigneti mappati sono stati raggruppati seguendo sia la tradizione locale sia i criteri di omogeneità paesaggistica, al fine di individuare zone di produzione più specifiche all’interno del territorio”, spiega il curatore Masnaghetti. “Ad ognuna di queste zone è stato assegnato un nome ricavato, ancora una volta, dalla tradizione locale piuttosto che dalla toponomastica. Il lavoro di mappatura è il tentativo di spostare l’attenzione di tutti (appassionati, critici e produttori) dal particolare delle singole bottiglie al contesto in cui le bottiglie stesse nascono, ovvero: alle nostre colline, ai nostri vigneti, ai nostri boschi e alla nostra toponomastica. Oggi, più che mai, è arrivato il tempo di cambiare prospettiva e capire che una denominazione è vincente solo se è espressione di una comunità e di un sapere condiviso. Nessun vino e nessuna azienda può essere più un’isola”.
“Con questo progetto, il Consorzio ha acquisito un qualificato biglietto da visita spendibile a livello internazionale, sia per quanto attiene il mondo enologico, sia per la promozione intrinseca del territorio di riferimento”, aggiunge il presidente del Consorzio Claudio Coppo. “Come produttori, necessitavamo di una Carta Enoica di riferimento, sempre più richiesta dagli addetti ai lavori e fondamentale per il nostro lavoro. Attraverso il Consorzio, è stato possibile unire forze e intenti per raggiungere traguardi sempre più qualificati e qualificanti, i cui potenziali ricadranno positivamente anche in ambito promozionale verso il comparto turistico”, conclude il vigneron Ermanno Accornero, primo promotore del progetto.
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