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MADE IN ITALY

Il futuro dell’agroalimentare italiano tra segnali positivi, crisi climatica, Covid e guerra

Seminario  Food, Wine & Co.: al centro, sostenibilità e territorio, innovazioni e trend del marketing e della comunicazione
AGROALIMENTARE ITALIANO, COVID, DIETA MEDITERRANEA, FOOD & WINE CO., Guerra, SOSTENIBILITA, Italia
Il futuro del made in Italy agroalimentare

Crisi climatica, Covid e guerra in Ucraina continuano a far sentire i propri effetti sullo scenario globale dei consumi, ma agroalimentare ed enogastronomia made in Italy ha trovato gli strumenti per reagire e continuare il proprio percorso di crescita: nonostante la corsa dell’inflazione, le stime di crescita del Pil 2023 al +0,2-0,4% ed il 51% degli italiani in difficoltà economica, infatti, l’export del comparto ha segnato il record storico dei 60 miliardi di euro, con Germania, Stati Uniti e Francia sul podio dei principali mercati di destinazione. Al tempo stesso, il settore agricolo ha puntato forte sulle innovazione tecnologiche, ma anche su imprenditoria femminile ed energie rinnovabili. Crescono anche le iniziative di marketing e comunicazione, centrate sul consumo responsabile e sulla sostenibilità di alimenti e bevande, ed impazza il cibo sui social, con l’Italia al quarto posto tra i Paesi che seguono i consigli degli influencer, come emerso dal Seminario “Il Futuro del Cibo: nuove riflessioni alla luce delle crisi che perdurano” di Food, Wine & Co., con al centro il futuro del cibo alla luce delle crisi perduranti, sostenibilità e territorio, innovazioni e trend del marketing e della comunicazione.

Gli effetti del perdurare delle crisi sono sotto gli occhi di tutti: nel 2022 le produzioni agroalimentari hanno subito perdite pari al 10%, e il settore del grano, generalmente in crescita dell’11% annuo, ha assistito al crollo del 40% dei raccolti. Inoltre, la siccità interessa ormai il 10% delle aree agricole, e in termini di rischi climatici l’Italia è tra i 20 Paesi più esposti al mondo secondo i dati del Climate Risk Index. Il Covid, invece, ha lasciato strascichi importanti nella ristorazione, con le persone per lungo tempo meno propense a pranzare e cenare insieme fuori casa. Inoltre, il settore del vino ha mostrato una certa resistenza all’emergenza pandemica, con una riduzione del fatturato del solo 3,6%, grazie a home delivery e vendite online. Sull’andamento dell’economia e del Pil italiano, infine, incide la guerra in Ucraina: gas e petrolio hanno toccato il +42% di rincari, con un +150% sul gas naturale, ed il caro energia mette a rischio 575 miliardi di cibo made in Italy. La buona notizia, in questo caso, arriva dalla crescita dell’export italiano: +17,8% sul 2021, per un totale di 60 miliardi di euro.

Se il boom delle esportazioni, nel 2022, ha visto in testa il settore vinicolo, con una crescita del 12% sul 2021, dalle retrovie ci sono nuovi alimenti che si stanno facendo strada nella produzione agroalimentare, come la carne sintetica, che arriverà a 2,1 milioni di tonnellate entro il 2030, e i prodotti a base di insetti che, si stima, saranno in Europa 260.000 tonnellate per oltre 390 milioni di consumatori entro il 2030, a cui si aggiunge il via libera della Ue a proteine prodotte da funghi, riso, piselli, insetti e latte.

In questo scenario in evoluzione le minacce all’orizzonte sono rappresentate dai costi di energia e materie prime, che nel primo trimestre del 2022 per metà imprese sono aumentate più del 10%. Un altro dato interessante riguarda l’anima social del Belpaese, al quarto posto a livello globale tra i Paesi che seguono i consigli degli influencer, con prodotti da forno (+21,2%), frutta (+12,8%) e verdura (+8,1%) tra le categorie alimentari più popolari e più seguite sui social.

Tra gli aspetti positivi che stanno iniziando ad assumere connotazioni sempre più importanti, c’è quello della sostenibilità attorno al cibo, sia in termini economici che sociali, oltre che ambientali: continua ad essere la priorità assoluta per il 28% degli italiani, e questo si traduce in una grande attenzione al green packaging (+31%) e agli alimenti e bevande sostenibili (+20%). Da annoverare tra i segnali positivi anche la crescita dei finanziamenti alle startup italiane del settore, che nel 2022 hanno raccolto 156 milioni di euro, e addirittura 1,6 miliardi di euro alle innovazioni tecnologiche in ambito agricolo, tra macchinari e sistemi di monitoraggio, utilizzati da almeno il 60% degli agricoltori.

Crescono anche le imprese a guida femminile: sono 256.815 le donne attive nel mondo agricolo, e le titolari donne sono il 28%. Inoltre, negli ultimi 5 anni, il numero di imprenditrici agricole donne under 35 è aumentato del 14%. Anche sul fronte delle energie rinnovabili l’Italia presenta i valori più alti e il nuovo modello di approvvigionamento energetico vede le rinnovabili coprire il 20% del totale dei consumi. Inoltre, il biologico è cresciuto del 5% dal 2021 al 2022, con l’89% delle famiglie che lo ha acquistato almeno una volta. Infine, il turismo enogastronomico racconta e rivela che nel 2022 chi ha viaggiato nel nostro Paese ha speso oltre 30 miliardi di euro in prodotti agroalimentari ed enogastronomici.

Le tendenze positive che hanno segnato il 2022, però, vanno sostenute, prima di tutto valorizzando i temi legati alla salute, che per l’81% degli italiani sono un aspetto sostanziale legato al benessere e alla qualità della vita, sostenendo le coltivazioni biologiche, minacciate dal regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi. Bisogna quindi recuperare sempre di più e diffondere la Dieta Mediterranea, la più salutare al mondo, con meno del 30% delle calorie da grassi malsani. E ancora, sostenere e sensibilizzare il consumatore ad azioni consapevoli, per creare un sistema di consumo più sano, efficace e sostenibile.

Se la guerra, il Covid e la pandemia hanno indebolito il comparto è vero anche che ospitalità e ristorazione sono in crescita, e che quindi andrebbe promossa e finanziata la nascita di nuove imprese a sostegno del turismo enogastronomico nel nostro Paese, garantendo il supporto a quelle esistenti. Le attività di marketing e comunicazione verso un consumo sempre più sostenibile possono inoltre creare aperture e opportunità, valorizzando i comparti del cibo e, soprattutto, del vino.
Secondo il Seminario Food, Wine & Co., è necessario, infine, sostenere attività di marketing e di comunicazione di “sistema”, per controbilanciare le inevitabili ripercussioni negative sulla produzione e sull’export italiano del “nutriscore”, e delle ventilate direttive sul vino “nocivo” alla salute.

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