Amato, coltivato a casa, oggetto di culto tra appassionati, con tanto di scambio di semi e piantine: il peperoncino è una delle spezie più diffuse nel Belpaese, ma solo uno su tre è made in Italy, mentre il resto, secondo Coldiretti, viene importato dall’estero, per un totale di quasi 3,4 milioni di chili nell’ultimo anno. Da 30 agosto al 3 settembre sarà il protagonista assoluto della Fiera mondiale del Peperoncino, a Rieti, evento edizione n. 12, a cui, quest’anno, Poste Italiane dedica un annullo filatelico ed una cartolina speciale.
Solo un peperoncino su tre (30%) di quelli consumati nel Belpaese è made in Italy, mentre il resto viene importato dall’estero, per un totale di quasi 3,4 milioni di chili nel 2022: emerge da un’analisi Coldiretti, sulla base dei dati Istat e Crea. Il crescente apprezzamento dei consumatori e l’attenzione ai superfood, dei quali il peperoncino è uno dei campioni, offrono spazio allo sviluppo delle produzioni nazionali, soprattutto a fronte di un import che soddisfa i due terzi del consumo nazionale e che è aumentato del +56% in 10 anni, in particolare da India, Cina, Messico ed Egitto, Paesi che non applicano gli stessi controlli e criteri di sicurezza alimentare delle produzioni made in Italy. Alla Fiera del Peperoncino sono oltre 150 le botteghe in cui degustare piatti piccanti, oltre ad una mostra, dove si potranno osservare 600 varietà di peperoncino provenienti da tutto il mondo, show cooking ed eventi lungo le vie di Rieti.
In Italia la coltivazione del peperoncino è diffusa su tutto il territorio, da Nord a Sud, sia a livello professionale che hobbistico, con appassionati che si scambiano semi di varietà rare e gareggiano sul filo dei gradi di piccante. Si tratta di una spezia presente, in produzioni estensive, soprattutto in Calabria, dove è una componente fondamentale di molti cibi tipici, a partire dalla ‘Nduja, ma anche in Lazio, Basilicata, Campania e Abruzzo.
Il peperoncino è il frutto di una pianta erbacea delle Solanacee, dalla cui essiccazione si ottiene una spezia usatissima e inconfondibile. La capsaicina, alcaloide responsabile del sapore piccante, si concentra soprattutto nella parte interna che contiene i semi. Il periodo in cui normalmente vengono seminati i peperoncini va da marzo a maggio, mentre la raccolta inizia ad agosto e termina a novembre. I benefici del peperoncino derivano da un mix di sostanze antiossidanti presenti al suo interno: vitamina C, carotenoidi e polifenoli. Il peperoncino fa parte della tradizione agroalimentare nazionale e della Dieta Mediterranea, grazie alle sue proprietà organolettiche, ma anche protettive per l’apparato cardio circolatorio. Secondo diversi studi pubblicati, il peperoncino avrebbe un’azione antibatterica e vasodilatatoria, contribuendo a tenere sotto controllo i valori del colesterolo e della pressione sanguigna. Sulla base delle conclusioni di una ricerca pubblicata nel 2017 sull’International Journal of Food Sciences & Nutrition, il peperoncino darebbe anche un contributo nelle diete dimagranti grazie al suo potenziale effetto positivo sul metabolismo. Nella tradizione popolare il peperoncino è da sempre considerato una specie di afrodisiaco naturale, utile in ogni occasione. Ovviamente il consumo deve essere sempre condizionato dalla propria capacità di sopportare il piccante ed evitato in caso di patologie specifiche o allergie.
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