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VINO E FINANZA

Frescobaldi, Antinori, Santa Margherita, Lunelli, Argea: “LeQuotabili” secondo Pambianco

La classifica delle migliori aziende del vino italiano con le caratteristiche per un potenziale sbarco in Borsa, sul mercato dei capitali
ANTINORI, ARGEA, FINANZA, FRESCOBALDI, GRUPPO LUNELLI, LEQUOTBILI, PAMBIANCO, SANTA MARGHERITA, vino, Italia
La famiglia Antinori nella Tenuta di Tignanello

La Compagnia de’ Frescobaldi al n. 1 per il vino, con vendite nel 2022 per 153 milioni di euro ed un ebitda del 60%, ed un “rating” di 83,9 punti, davanti, di un solo decimale, a Antinori, che, nel 2022, ha fatto segnare vendite per 323 milioni di euro ed un ebitda del 47%, e poi ancora Santa Margherita, con uno score di 82,1, vendite per 260 milioni di euro ed una redditività del 35%, il Gruppo Lunelli, con 72,1 punti, 153 milioni di euro di vendite ed un ebitda del 19%, ed infine Argea, con 70,9 punti, 455 milioni di euro di vendite ed un margine del 15%: ecco la “top 5” del vino de “LeQuotabili” 2023, secondo la consueta analisi di Pambianco (che, tra le small cap, inserisce anche, nell’ordine, la piemontese Vietti, oggi dea famiglia americana Krause, il Gruppo ColleMassari di Claudio Tipa e la Marchesi Mazzei di Francesco e Filippo Mazzei). Queste, secondo la società di consulenza strategica Pambianco, dunque, sono le realtà con i fondamentali migliori che le rendono adatte alla quotazione in borsa e all’accesso al mercato dei capitali, come emerge dall’edizione n 18 del “Pambianco Award leQuotabili”, che, tra tutti i settori, ha messo al n. 1 il gruppo Calzedonia di Sandro Veronesi, di cui fa parte anche l’enocatena Signorvino (che ha appena aperto a Parigi, ndr).
Una classifica, spiega Pambianco, che viene realizzata prendendo “ogni anno in considerazione i bilanci delle aziende non quotate dei settori di riferimento, e ordina le società in un ranking secondo il modello di valutazione della quotabilità sviluppato da Pambianco sulla base dei seguenti sette parametri: crescita % (2022-21-20), ebitda % medio (2022-21-20), notorietà del marchio, dimensione, export, distribuzione diretta e fascia di mercato (alta, media, bassa)”. Nel complesso, l’analisi ha riguardato un campione che vale 20 miliardi di euro di fatturato, con un ebitda di 4,3 miliardi. Sono dati riferiti al 2022 per il quale si registra un aumento dei ricavi medio del 23% rispetto all’esercizio precedente, con un margine seppur molto buono che scende dal 23,4 al 21,7%. L’incremento maggiore del fatturato, tra i diversi settori, nel 2020 sul 2021, è stato registrato ovviamente dal comparto dell’hotellerie che finalmente sta tornando ai livelli precovid. Un altro ottimo incremento è registrato dal settore dei vini che è aumentato del 28%. Gli altri settori hanno realizzato ottimi risultati con crescite comunque superiori al 20%. Anche in termini di margini ad avere registrato i migliori risultati è sempre il comparto dei produttori di vini con un ebitda che sfiora in media il 30%.
Ma, in questa edizione, lo sguardo si è allargato anche all’andamento dei titoli lifestyle quotati nelle principali Borse del mondo, per offrire un quadro generale di riferimento anche a livello di geografie. “Se il 2022 dei mercati azionari è stato caratterizzato da un importante rebound generalizzato con i titoli del lusso in grande spolvero, la seconda parte del 2023 ha visto un rallentamento, ancorché non preoccupante, riferibile piuttosto a un consolidamento - spiega Pambianco - e alla ricerca di una sana normalizzazione. Resta evidente la forza dei comparti presi in considerazione che continuano ad attrarre l’interesse degli investitori. Secondo le analisi Pambianco, infatti, al primo novembre 2023, la grande maggioranza dei titoli del settore si è mossa nel segno di una leggera contrazione tra i due e i 5 punti percentuali. Nell’insieme, su 160 titoli considerati (86 della moda, 18 del wine, 15 dell’hotellerie, 17 del beauty e 24 dell’arredamento worldwide), il 1 novembre 2023, rispetto al 31 dicembre 2022, il solo comparto dell’hotellerie ha messo a segno un progresso del 21,45%. Segno negativo per la totalità delle società considerate del fashion (-4,57%), del wine (-2,37%), del beauty -7,26%, dell’arredamento (-3,67%). cali che, come dicevamo, vanno interpretati nel segno di una normalizzazione dopo la corsa dei dodici mesi precedenti”.
“Nel panorama finanziario italiano degli ultimi anni - spiega, nella sua introduzione, David Pambianco - si è assistito ad una crescente tendenza delle società che appartengono al mondo lifestyle a quotarsi in Borsa. Un fenomeno che porta le direzioni e le proprietà aziendali a ragionare sull’opportunità o meno di intraprendere un tale percorso o, in ogni caso, di aprire con altre modalità al mercato di capitali la propria impresa. La congiuntura economica e geopolitica che stiamo attraversando è cruciale. Reduci da una pandemia, che ha costretto le aziende a rivedere molto dei propri cicli produttivi e della propria distribuzione, con un conflitto aperto in Europa ed uno alle porte di casa, la flessibilità è richiesta come “condicio sine qua non” per mantenere sano e profittevole il proprio business. Dopo l’euforia dei mercati cui abbiamo assistito in particolare nel 2022, ora la situazione si va necessariamente normalizzando. Resta, però, sempre urgente la necessità di crescere per potere solidamente affrontare i mercati internazionali, per competere, per affrontare il tema del ricambio generazionale.
Il Premio leQuotabili Pambianco (andato in scena, nei giorni scorsi, a Palazzo Mezzanotte, a Milano, sede della Borsa Italiana, ndr) vuole non solo fotografare lo stato dell’arte delle società che appartengono ai nostri mondi di riferimento - la moda, il design, il beauty, l’hotellerie, il wine - ma offrire al ragionamento complessivo, un benchmark della capacità dell’azienda di raccogliere capitali in Borsa. Un attestato, un rating qualitativo che mette a fuoco forze e debolezze del nostro sistema, che deve affrontare oggi molteplici sfide. Sdoganato per tutti il digitale nei processi aziendali, ora è l’intelligenza artificiale che ha spostato l’orizzonte più in là e alzato l’asticella del confronto. Ma anche l’urgenza di attirare capitale umano, che per le realtà italiane è fondamentale, e di consolidare attorno a sé la filiera produttiva che è e resterà chiave per il successo a lungo termine. In tutti i casi, quotarsi in Borsa può offrire alle società del lifestyle l’opportunità di accedere a risorse finanziarie significative, ma è una decisione che va ponderata attentamente. Diventa fondamentale che le imprese considerino attentamente i pro e i contro, valutino la propria situazione finanziaria e operativa, e scelgano la finestra temporale giusta per massimizzare i benefici. Il successo in Borsa richiede una gestione oculata, un impegno a lungo termine e la capacità di adattarsi alle dinamiche del mercato”.

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