Dalle varietà di cui già si sente parlare come Oseleta, Centesimino, Petit Rouge, Nascetta, Durella, Recantina e Foglia Tonda, a quelle semi-sconosciute come Gamba Rossa, Sciascinoso, Uva dei Fantini, Garofanata e molte altre, i vitigni sono il patrimonio indiscutibilmente più prezioso che la nostra viticoltura ci lascia, e costituiscono l’elemento che, unitamente al territorio (geologia, pedologia e climatologia), fa dell’Italia il Paese più ricco al mondo per variabilità genetica ed espressione enologica. A raccontarli è Onav, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino (che compier 70 anni di storia, ndr) nel primo volume della nuova serie “Vitigni rari d’Italia”, curato dalla giornalista Flavia Rendina, con il coordinamento di Alessandro Brizi, e che cataloga 100 vitigni rari d’Italia sotto l’aspetto ampelografico, storico, enologico e sociale per tramandare e valorizzare la memoria di quelli minori e maggiormente caratterizzanti e specializzanti viticoltura ed enologia italiane.
Parlare di questi vitigni - in schede dedicate che ne descrivono le caratteristiche ampelografiche più salienti, distribuzione geografica e quantitativa e, per finire, il vino ed i migliori abbinamenti gastronomici, un elemento particolarmente innovativo di questo contributo editoriale (Onav Edizioni, prezzo di copertina 30 euro) - è importantissimo, perché incarnano i concetti di sostenibilità, artigianalità, tipicità, biodiversità e tradizione, così come spiegato nella prefazione da importanti nomi della ricerca quali Ernesto Di Renzo (Università Tor Vergata), Vincenzo Gerbi (Università degli Studi di Torino), Mario Fregoni (presidente onorario Oiv) e Francesco Iacono (direttore Onav).
Il primo volume è solo parte di un progetto più ampio frutto di un lungo lavoro di catalogazione delle varietà a rischio di estinzione. Il libro sintetizza i valori che Onav promuove da oltre 70 anni: scienza, storia, narrazione ed enogastronomia, il tutto guidato dal metodo scientifico e tecnico dell’Organizzazione. “Il mondo del consumo intelligente ha portato il consumatore a cercare vini particolari - conclude il presidente Vito Intini - magari meno perfetti, ma dotati di una forte identità. Ognuno di questi vitigni è custode di saperi, tradizioni e resilienza”. Un trend di consumo promettente per il futuro dei vitigni rari.
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