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COMUNICAZIONE

70 anni della Rai, dal primo reportage “Viaggio nella valle del Po” al successo di “Linea Verde”

L’enogastronomia nella storia della televisione italiana, pensata non solo come intrattenimento, ma anche come strumento di educazione e informazione

“Negli Anni Cinquanta, nel primo reportage enogastronomico della Rai, Mario Soldati nel suo indimenticabile “Viaggio nella valle del Po”, alla ricerca di cibi genuini tra le genti, le usanze, i prodotti, le ricette ed i riti di un’Italia rurale ricca di tradizioni culinarie, raccontava il Lambrusco, con la sua narrazione popolare e poetica, ai primi telespettatori della televisione italiana”. Inizia così il racconto che WineNews ha dedicato, nel 2023, ai 50 anni delle Doc dell’“umile Champagne dell’Emilia Romagna”, citando uno dei più grandi maestri di sempre del giornalismo enogastronomico italiano riuscito, insieme a Luigi Veronelli, con i mezzi che avevano a disposizione, a comunicare il cibo, il vino italiano ed i loro territori al grande pubblico, facendoli diventare una delle più grandi passioni degli italiani e dell’Italia nel mondo, ma anche stimolando gli stessi produttori, in un Paese all’epoca contadino, a puntare sulla qualità delle loro produzioni.
L’occasione per ricordare Soldati, Veronelli e i pionieri dell’enogastronomia sul piccolo schermo, che, per chi fa comunicazione ad ogni livello e in ogni settore, rappresentano ancora oggi un modello da seguire, sono i 70 anni della Rai, celebrati da quando la mattina del 3 gennaio 1954 Fulvia Colombo annunciò l’avvio delle trasmissioni e l’inizio della storia della televisione in Italia, con “Arrivi e partenze”, primo programma che segnò anche il debutto televisivo del presentatore italo-statunitense Mike Bongiorno.
Fin dalla sua nascita la televisione, come Servizio Pubblico, viene pensata non solo come occasione di intrattenimento, ma anche come strumento di educazione e informazione: si pensa che il mezzo televisivo possa aiutare a combattere il diffuso analfabetismo. In tal senso contribuisce a creare una lingua nazionale molto più di quanto sia stata in grado di fare la scuola. Nei primi dieci anni di vita gli abbonamenti crescono costantemente, dai 24.000 del 1954 agli oltre 6 milioni nel 1965, e in ogni casa e ritrovo pubblico si raccoglie tutto il vicinato per vedere la Tv e il suo Programma Nazionale, Rai 1.
Nel 1957 una prima svolta: viene introdotta la pubblicità con Carosello, programma simbolo e tra i più amati di sempre nel quale lo spettacolo prevale sullo spot, grazie a grandi sceneggiatori, registi, attori e disegnatori, e nel quale anche i prodotti agroalimentari e gli elettrodomestici da cucina sono indimenticabili protagonisti, da Cynar a “caballero e Carmencita” (Caffè Lavazza), da “La Linea” (Pentole Lagostina) all’Amaro Ramazzotti, da Susanna Tuttapanna e la Mucca Carolina (Invernizzi) a “L’Omino coi baffi” (Bialetti), da Topo Gigio (biscotti Pavesini) a “Lo sceriffo della valle d’argento” (Negroni), da Cocco Bill (gelati Eldorado) a Gringo (Montana), da Braccobaldo (Formaggino Mio) a “El Merendero” e “Miguel son mi” (Talmone), da Joe Condor e “Il gigante amico” (Ferrero) o Mariarosa (Lievito Berolini). E dopo il quale, i bambini vanno a letto.
Ma il 1957 è anche l’anno in cui va in onda “Alla ricerca dei cibi genuini - Viaggio nella valle del Po”, il primo e bellissimo reportage enogastronomico in 12 puntate del giornalista, scrittore e regista Mario Soldati, una pietra miliare della Rai, considerato un documento d’importanza antropologica, che segna la nascita della figura del giornalista enogastronomico televisivo. E che è tra le grandi inchieste che consacrano il Tg e i suoi “folgoranti spezzoni di vita”, cominciando a parlare di cucina non come qualcosa di domestico - come, comunque, faceva il programma al femminile “Vetrine” della prima presentatrice Rai, la pioniera Elda Lanza, con la rubrica di Luisa de Ruggieri - e legato alla sopravvivenza, ma mettendo al centro di una narrazione fraterna e popolare, genti, usanze, prodotti e produttori, ricette di ristoranti e trattorie e riti di un’Italia rurale ricca di tradizioni culinarie. Sul finire del decennio, infatti, si affermano i sistemi di registrazione, e la Tv non è più ancorata alla diretta ma può registrare, conservare e riproporre.
Nel 1962 vede la luce anche il secondo canale televisivo, Rai 2, e per la prima volta la Tv italiana si collega via satellite con l’America e pochi mesi dopo iniziano le prime sperimentazioni per le trasmissioni a colori che avranno un avvio ufficiale solo nella seconda metà degli anni Settanta. Sempre nella seconda metà degli anni Settanta esordiscono anche le trasmissioni regionali. E, dal 1974 al 1976, sul primo canale, va in onda il progenitore di tutti i programmi di cucina in tv: “A tavola alle 7”, condotto dal critico enogastronomo, giornalista e scrittore Luigi Veronelli e Ave Ninchi, una delle più grandi attrici italiane, la prima sfida culinaria della storia tra cuochi non professionisti alle prese con la preparazione di piatti regionali, con ospiti illustri quali Aldo Fabrizi e Orietta Berti.
Nel 1979 viene inaugurata la Terza rete Tv, Rai 3, a diffusione sia nazionale che regionale e le prime reti locali commerciali fanno la loro comparsa nel panorama televisivo italiano. A servire da lancio al terzo canale, è il “Viaggio Sentimentale nell’Italia dei Vini” di Luigi Veronelli, girato nel 1979 e andato in onda in 4 puntate nel 1980, scritte da Veronelli con Nichi Stefi, con la regia di Mario Mariani e le musiche originali di Gino Negri interpretate da Nadia Furlon. Un itinerario alla scoperta dei vini e dei viticoltori italiani, offrendo uno sguardo sulla realtà contadina di quegli anni, percorrendo la Penisola e presentando i “vini bandiera”: quelli che, frutto di piccoli vigneti lavorati da contadini secondo la tradizione, sono di qualità tale da meritare di rappresentare l’Italia nel panorama enologico internazionale. Nel suo viaggio-inchiesta, Veronelli attraversa vigneti e locande incontrando contadini, vignaioli, grappaioli ed enotecnici che diventeranno nomi di spicco del panorama enologico italiano (da Franco Colombani a Renato Ratti e Gianfranco Bolognesi, da Mario Schiopetto a Giuseppe Lipari), assaggiando con “amorosa attenzione” Barolo e Barbera, Vin Santo e Sangiovese, e affrontando tematiche d’attualità come la carenza della legge italiana nella tutela delle piccole etichette, fino a denunciare truffe e frodi nella produzione e nel commercio vitivinicolo, al fine di fornire prove del suo pensiero: “il peggior vino contadino è migliore del miglior vino d’industria”. Nel 1979, sulla Prima Rete, anticipando quindi di molti anni il boom della cucina in televisione, Ave Ninchi conduce anche “Tre Stanze e Cucina”, varietà in 10 puntate nel quale parla dei fatti della settimana e prepara una pietanza che poi verrà mangiata dai membri del cast come Memo Remigi, Alexander, Laura D’Angelo, Sbirulino (Sandra Mondaini) e Tullio Solenghi.
Negli Anni Ottanta fanno il loro ingresso sul mercato le emittenti commerciali nazionali. Il 1981 è l’anno in cui, dopo i programmi tecnico-didattici la “Tv degli agricoltori” (1955-1969) e “A come Agricoltura” (1970-1981), e la svolta con “Agricoltura domani” (1978-1980), che, con la guida di Giovanni Minoli, iniziò a parlare ai consumatori e non più solo agli agricoltori, nasce “Linea Verde”, il programma di Rai 1 che da oltre 40 anni racconta l’agricoltura italiana e le sue eccellenze, il territorio e il reparto enogastronomico ed agroalimentare, colonne portanti dell’economia nazionale, oggi condotto da Livio Beshir, Giuseppe “Peppone” Calabrese e Margherita Granbassi, ogni domenica dalle ore 12:20 alle ore 13.25, una fascia oraria importantissima per entrare nelle case degli italiani, dove la trasmissione, forte dei suoi ascolti da record (oltre il 24% di share con 3,4 milioni di telespettatori, nell’ultima puntata del 7 gennaio, con l’egida di Angelo Mellone, direttore Intrattenimento Day Time) tira come sempre la volata al Tg1, il telegiornale più seguito dagli italiani. Alla sua storica conduzione, negli anni si sono succeduti, tra gli altri, Federico Fazzuoli con Catherine Spaak, Gigliola Cinquetti, Paola Perissi, Marta Flavi, Isabel Russinova e Sandro Paternostro; Sandro Vannucci, Fabrizio Binacchi e Fabrizio del Noce; Paolo Brosio con Gianfranco Vissani e Paola Saluzzi; Massimiliano Ossini e Veronica Maya; Elisa Isoardi ed Eleonora Daniele con Fabrizio Gatta; Fabrizio Roversi e Federico Quaranta con Daniela Ferolla; Beppe Convertini, Peppone e Ingrid Muccitelli. Senza dimenticare, sempre oggi, i suoi tanti “spin-off”, da “Linea Verde Estate” a “Linea Verde Orizzonti”, da “Linea Verde Life” a “Linea Verde Sentieri”, ma anche “Linea Blu” e “Linea Bianca - Storie di Montagna”.
Tornando indietro, mentre Veronelli conduce anche “La meridiana” (1982) e “Il bel mangiare” (1986), nel 1983 Rai 2 debutta nella fascia dell’ora di pranzo con “Dimmi come mangi” con Carla Urban alla conduzione incaricata sempre da Giovanni Minoli, affiancata dall’esperta Anna Bartolini (poi “Che fai, mangi?” con Enza Sampò), un programma sui consumi e sulla difesa dei consumatori, nel quale cuochi cucinano in diretta con la supervisione di Edoardo Raspelli, e che segna il debutto di chef come Gualtiero Marchesi, Gianfranco Vissani, Antonio e Nadia Santini e Massimo Spigaroli.
Nel 1996 la Rai fa, invece, il suo ingresso ufficiale sul web, e lancia i primi tre canali tematici digitali via satellite. Nei primi anni 2000 nascono il digitale terrestre e con Mediaset e Telecom Italia Media la piattaforma satellitare gratuita Tivù Sat che replica l’offerta televisiva gratuita in digitale terrestre. Sono gli anni in cui inizia la messa in onda, durata 20 anni (2000-2020), de “La prova del cuoco”, su Rai 1, con Antonella Clerici, volto storico, succeduta alla conduzione da Elisa Isoardi, e con la Clerici che oggi presenta “È sempre mezzogiorno” e sempre in cucina. Infine, non si può non ricordare “Eat Parade”, la rubrica enogastronomica più longeva, in onda dal 1995, il venerdì nell’edizione principale del Tg2 Giorno, diretta da Antonio Preziosi e curata da Bruno Gambacorta.
Il resto è storia dei nostri giorni, in cui su “Mamma Rai” il mondo del cibo e del vino italiano compaiono nei servizi dedicati sui più importanti Tg, parlando di economia, turismo, territori, società e cultura, e fanno puntualmente la loro comparsa nei programmi più longevi e seguiti della storia della televisione italiana.

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