Da una parte un generalizzato calo dei consumi a livello mondiale, dettato da ragioni salutistiche e generazionali, dall’altra una crisi economica congiunturale che impatta fortemente sull’export: di fronte a questo complicato momento storico, l’enoturismo può rappresentare un’ancora di salvezza per la wine industry? La riflessione arriva dalla Spagna, dove le associazioni di categoria spingono per la promozione del vino come bene culturale, facendo pressione affinché vengano attuati investimenti pubblici in marketing, in particolare rivolti all’estero, per mostrare le peculiarità del vino spagnolo e le esperienze offerte dalle cantine.
I dati (dicembre 2023) rivelano una tendenza preoccupante per l’industria del vino in Spagna: l’Organizzazione Interprofessionale Spagnola del Vino ha registrato un magro aumento dello 0,5% su base annua nel consumo interno. Ancora più allarmante, le esportazioni al di fuori dell’Unione Europea sono crollate del 31% sul 2022. Un calo che, come è noto, non riguarda solo la Spagna ma è un fenomeno globale, a testimonianza che sono tempi difficili per i produttori di vino di tutto il mondo.
Il calo dei consumi di vino preoccupa fortemente il settore che, in tutta risposta, pone una crescente attenzione all’enoturismo come leva strategica per lo sviluppo. La denominazione Rioja, per esempio, ha attirato quasi 750.000 visitatori nel 2022, generando un impatto economico di 155 milioni di euro. Non sono ancora stati resi noti i dati del 2023, ma si prevede che la tendenza positiva continui, con proiezioni di 800.000 turisti in visita a oltre 600 aziende vinicole del Paese. Jose Luis Benitez, direttore generale Federazione Spagnola del Vino (Fev), ritiene che promuovere l’enoturismo sia fondamentale, soprattutto adesso, sostenendo la necessità di maggiori sforzi di marketing, in particolare all’estero, per mostrare le diverse peculiarità del vino spagnolo e le esperienze uniche offerte dalle cantine. “È necessario incoraggiare le campagne pubblicitarie delle cantine con l’aiuto della pubblica amministrazione” afferma Benitez. Suggerisce inoltre di integrare l’enoturismo nei pacchetti di viaggio, per attirare visitatori internazionali in altri territori, oltre le principali città di Madrid e Barcellona.
In Spagna il pubblico principale dell’enoturismo rimane quello interno: secondo l’Associazione spagnola delle Città del Vino (Acevin), oltre l’80% dei turisti del vino sono nazionali, privilegiando regioni come Rioja, Jerez, Ribera del Duero e Calatayud. Questo interesse sottolinea il potenziale dell’enoturismo non solo come strumento per la costruzione di un marchio internazionale, ma anche per promuovere l’apprezzamento locale e il sostegno all’industria del vino. Migliorando l’esperienza dei visitatori e sfruttando il valore culturale del vino, c’è speranza di rivitalizzare questa industria tradizionale.
Peraltro, come è noto, il turismo del vino ha tra le sue conseguenze quella della vendita diretta di bottiglie, una risorsa sempre più importante per le cantine, oltre che la fidelizzazione del cliente, che diventa un vero e proprio “ambasciatore” del marchio.
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