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VINO E TERRITORIO

Chianti Classico, distretto in salute, che cresce in prestigio e valore sui mercati del mondo

La fotografia di un territorio che lavora compatto e guarda al futuro dalla “Chianti Classico Collection”, nei 100 anni del Consorzio del Gallo Nero

Forte della sua intatta bellezza, di un prestigio crescente, di una qualità riconosciuta sempre più elevata, come testimoniano anche i 7 vini del territorio presenti nella “Top 100” 2023 by “Wine Spectator”, e con un posizionamento sempre più alto sui mercati, con un prezzo medio cresciuto del 7% nel 2023 sul 2022, e del 13% sul 2021, anche grazie all’effetto traino della “Gran Selezione”, il vertice della piramide qualitativa del Chianti Classico, alla quale, con la vendemmia 2023, si sono aggiunte le Unità Geografiche Aggiuntive in etichetta, il territorio del Gallo Nero solca con una certa serenità e un concreto ottimismo il mare in tempesta del mercato del vino che, al livello generale, vede consumi e vendite in calo, soprattutto per i vini rossi. “La denominazione è in salute e in equilibrio, veniamo da un 2023 difficile sia sui mercati che in vigna, con una produzione poco abbondante ma di altissima qualità, la nostra reputazione e posizionamento crescono e la Gran Selezione, che compie 10 anni, funziona benissimo, come iniziano a fare anche le Uga, che piacciono ai consumatori che vogliono sapere ancora di più sul vino che bevono, e spingono i produttori verso una sempre maggiore qualità e territorialità dei vini del Chianti Classico”, sintetizza a WineNews, dalla “Chianti Classico Collection”(15-16 febbraio, alla Stazione Leopolda di Firenze), Giovanni Manetti, presidente del Consorzio del Gallo Nero che compie i suoi primi 100 anni, celebrati alla Stazione Leopolda, con la mostra “Chianti Classico Century” che ripercorre i primi cento anni del Consorzio attraverso il pensiero dei suoi presidenti.
Territorio del vino tra i più importanti al mondo, il Chianti Classico, “il cui Consorzio da 100 anni, insegna al made in Italy come si crea valore”, ha detto il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Mirko Carloni, con 6.800 ettari vitati su 70.000 in totale, dove 486 produttori, di cui 345 fanno l’intera filiera, producono mediamente 35-38 milioni di bottiglie l’anno, che vanno in 160 Paesi del mondo, Usa, Italia e Canada in testa, per un valore economico di distretto che, con il vino come perno, è stimabile intorno a 1 miliardo di euro. E che consolida i buoni risultati del lavoro degli ultimi anni. L’analisi dei dati relativi al Chianti Classico di medio termine, infatti, dice che le vendite dei vini Gallo Nero degli ultimi anni (2020-2023) sono state infatti superiori del 4% sulla produzione del medesimo periodo. Per il 2023, a fronte di una contrazione del prodotto imbottigliato (-11%), legata a varie cause, fra cui le previsioni sulla riduzione della produzione, la crescita generale dei prezzi e il fenomeno del sovra-stoccaggio in alcuni dei mercati chiave del Gallo Nero, l’anno si chiude con alcuni risultati di rilievo: in particolare, l’ottimo exploit del mercato interno e l’ulteriore crescita in valore e notorietà della Gran Selezione.
In generale, spiega il Consorzio, cresce il valore attribuito ai vini della denominazione del Gallo Nero: il prezzo medio del Chianti Classico (media delle tre tipologie) aumenta del 7% sul 2022 e del 13% sul 2021. Per il prodotto imbottigliato, si conferma la forte presenza - in volumi venduti e in valore - delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione. Nel 2023 le due tipologie hanno rappresentato, congiuntamente, il 42% della produzione e il 54% del fatturato. In particolare, si evidenzia l’ulteriore crescita di notorietà del Chianti Classico Gran Selezione (vedi focus). A 10 anni dalla sua introduzione, il mercato conferma il grande interesse per questa tipologia di altissima qualità (che prevede, tra le altre cose, l’utilizzo delle uve migliori dai soli vigneti di proprietà delle aziende, ed una percentuale minima di Sangiovese del 90%). Questo anche grazie all’entrata in vigore del nuovo disciplinare di produzione (dal 1 luglio 2023) che permette l’utilizzo delle 11 Unità Geografiche Aggiuntive in etichetta (San Casciano, Montefioralle, Panzano, San Donato in Poggio, Castellina, Vagliagli, Greve, Lamole, Radda, Gaiole e Castelnuovo Berardenga). Guardando ai mercati, quello domestico, secondo mercato per il Chianti Classico, è quello che è cresciuto maggiormente, assorbendo il 22% del prodotto venduto. E, proprio in Italia, si segnala anche un forte aumento del fatturato legato alla tipologia Gran Selezione (+14% sul 2021). Gli Usa, che nel 2022 avevano registrato un vero e proprio boom di vendite di Gallo Nero, si confermano ancora una volta al primo posto: il 35% delle bottiglie di Chianti Classico trovano infatti sbocco su questo mercato. Nel 2024 il Consorzio ha in programma la realizzazione di varie attività di marketing e comunicazione negli Stati Uniti d’America, ed in particolare a fine aprile organizzerà un evento di altissimo livello nella città di New York. Segue il Canada stabile al terzo posto (10%), un mercato che negli ultimi anni ci ha regalato grandi soddisfazioni e per cui il Consorzio vede ancora ottime potenzialità di crescita. Anche in questo mercato nel 2023 si registra un vero e proprio exploit delle vendite di Chianti Classico Gran Selezione, con un quasi +50% nei volumi e +60% in valore, sull’anno precedente. Buona anche la performance del Regno Unito che si attesta al quarto posto (7%): un paese dove il Consorzio Vino Chianti Classico continuerà ad investire anche nel 2024 con vari eventi e attività promozionali. Poi, ancora fra i mercati consolidati, ricordiamo la Germania al 6%, un mercato che è e sarà oggetto di particolare attenzione nella strategia consortile insieme a Svezia e Francia (paesi target nel progetto triennale Meet). Una nota particolare vogliamo dedicarla proprio al mercato svedese che, grazie anche agli investimenti realizzati nell’ultimo biennio, segna un +8% delle vendite in volumi e +12% in fatturato sull’anno precedente. Anche in questo caso, complice dell’aumento, è stata la tipologia Gran Selezione, che raddoppia i volumi venduti sul 2022. Seguono poi Benelux (3%), Svizzera (2%), Giappone (2%) e Corea del Sud (2%). Dall’indagine sulle vendite del Gallo Nero effettuata dal Consorzio, il Chianti Classico vanta una penetrazione commerciale davvero particolare; pur rimanendo spiccata la concentrazione delle vendite nei suoi mercati storici (due terzi della produzione viene venduta nei primi tre mercati), i vini del Gallo Nero raggiungono anche mete insolite, al di fuori dalle normali rotte commerciali e in tutti i continenti: sono distribuiti in oltre 160 paesi in tutto il mondo. “Siamo molto soddisfatti dell’affermazione del Chianti Classico sui mercati internazionali - aggiunge Giovanni Manetti - e, in quest’anno particolare, dell’exploit del mercato italiano e della tenuta di tutti gli altri mercati storici per i vini del Gallo Nero. Da anni il Consorzio sta investendo sul potenziamento dei suoi mercati storici, anche con alcune attività innovative che ci permetteranno di avere una presenza sempre più costante e capillare nei vari paesi di riferimento”. “Quest’anno il leit motiv di ogni attività di marketing e comunicazione sarà il Centenario del nostro Consorzio, il più antico d’Italia”, ha ricordato la direttrice, Carlotta Gori.
“Nel 1924 furono 33 i viticoltori, visionari, possiamo dirlo oggi a distanza di 100 anni - aggiunge Manetti - ad avere un progetto comune e decidere di creare il Consorzio. A distanza di un secolo, i soci del Consorzio sono diventati 500, ma gli obiettivi che ci accomunano sono gli stessi di allora. Proteggere il vino che nasce da un territorio altamente vocato e di rara bellezza e accompagnare i viticoltori nell’affrontare i mercati di tutto il mondo sotto l’insegna comune del Gallo Nero. I cui vini, come diceva Veronelli nel 1966, devono raccontare sempre di più l’anima del territorio, che come ha spiegato a modo suo Aubert de Villaine, per tanti anni co-proprietario di Domaine de La Romanée Conti, è quell’intreccio magico di suolo, microclima e caratteristiche naturali e di persone che trasformano il buono e il bello quello che la natura gli dona”. Come fanno gli agricoltori del Chianti Classico, ha sottolineato la vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura, Stefania Saccardi, che riprendendo il filo tracciato dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani - che ha ricordato come i “turisti di tutto il mondo vengono per ammirare gli Uffizi, ma poi vogliono mangiare una bella bistecca alla fiorentina e bere una buona bottiglia di Chianti Classico”) - ha detto: “molta della bellezza del nostro territorio è dovuta anche al senso del bello che anima i nostri agricoltori, e per questo dobbiamo ringraziarli”.

Focus - 10 anni di Gran Selezione del Chianti Classico
Sono passati esattamente 10 anni dalla prima presentazione del Chianti Classico Gran Selezione di fronte alla stampa mondiale. Allora fu visto come un evento eccezionale, l’introduzione di una tipologia dalle caratteristiche più restrittive nel panorama delle denominazioni italiane. All’epoca si trattò di 33 coraggiosi produttori che, per primi, credettero nel progetto e presentarono au media internazionali altrettante etichette. Un numero simbolico, che richiama i 33 padri fondatori del Consorzio nel 1924, che verranno celebrati in questo Centesimo Anniversario dall’istituzione del primo Consorzio vitivinicolo d’Italia.
Oggi sono 169 i produttori che hanno nel proprio portfolio prodotti almeno un Chianti Classico Gran Selezione, come espressione più alta di territorialità. È l’inscindibile legame con il proprio territorio che questa tipologia rappresenta, non solo come prodotto delle migliori uve aziendali, ma anche, dallo scorso anno, dall’accento più marcato del Sangiovese (nel nuovo disciplinare di produzione il Sangiovese passa da un minimo 80% ad un minimo 90%), e dalla possibilità di unire ad esso solo vitigni autoctoni a bacca rossa autorizzati (ciliegiolo, colorino, mammolo, malvasia nera, pugnitello e non solo). Sempre con questo spirito il nuovo disciplinare introduce le Unità Geografiche Aggiuntive, i cui undici nomi, storicamente affermati, compaiono solo sulle bottiglie di Chianti Classico Gran Selezione. Questa novità, divenuta realtà il primo luglio 2023, è da questa Chianti Classico Collection visibile a tutti, sui banchi dei produttori di Chianti Classico. La tipologia, divenuta nota sempre di più grazie anche ai punteggi stellari su riviste e guide di settore, rimane, comunque, un prodotto ricercato, che in volume rappresenta il 5% di tutta la produzione di Chianti Classico, nonostante ogni anno il numero di produttori cresca fino ad arrivare ai 169 attuali per 213 etichette. “Il Chianti Classico Gran Selezione è stata una vera innovazione del nostro prodotto, e continua il suo percorso dinamico con il cambiamento della base ampelografica ammessa e con l’inserimento in etichetta delle Unità Geografiche Aggiuntive” dichiara il presidente Giovanni Manetti. “Il Chianti Classico, dopo 100 anni dalla fondazione del suo Consorzio, si conferma una fucina di novità, lanciato verso i prossimi 100 anni”.

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