“Annata 2034: cosa berremo? Scenari reali per futuri possibili”: una domanda che guarda al domani ma che è già di stretta attualità e motivo di discussione nel mondo del vino, sarà al centro della tappa n. 7 di Sanguis Jovis (8-12 luglio a Montalcino), l’alta scuola del Sangiovese voluta dalla Fondazione Banfi per approfondire e studiare tutto ciò che ruota intorno ad uno dei principali vitigni a bacca rossa del Belpaese, il più importante in Toscana.
Nella città del Brunello, sotto la supervisione di Attilio Scienza, docente di Viticoltura all’Università di Milano, uno dei massimi esperti di vino in Italia e non solo, e Alberto Mattiacci, docente di Economia e Marketing alla Sapienza di Roma, rispettivamente presidente e direttore di “Sanguis Jovis”, si parlerà di memoria, attesa, intuizione, concetti trasferiti al “pianeta vino”. Memoria intesa come valore della tradizione; intuizione riferita alla risposta presente ai problemi ciclici del settore e quindi inflazione, stili di vita, commercio mondiale. E, infine, l’attesa, declinata nell’esito che avrà l’innovazione di oggi, in risposta alle sfide della discontinuità riferite a clima, digitale, popolazione. Tutto questo per cercare di rispondere ad una domanda: che mondo del vino sarà di qui a dieci anni ?.
Sanguis Jovis, l’Alta Scuola del Sangiovese è il primo Centro Studi permanente sul Sangiovese e nasce nel 2017 grazie ad un’idea della Fondazione Banfi il cui presidente è Rodolfo Maralli (che ricopre anche il ruolo di Sales & Marketing Director Banfi, azienda leader del Brunello di Montalcino). L’obiettivo del Centro Studi è fare ricerca, diffondere la conoscenza, formare i tecnici ed enologi del vino, una strada tracciata con nove edizioni di corsi di formazione, sei volumi di pubblicazioni scientifiche e un continuo studio e approfondimento sul vitigno a bacca rossa più coltivato d’Italia. Il corso sarà aperto a soli 20 studenti (qui le domande per partecipare), tutti selezionati con un bando di ammissione.
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