La fame nel mondo continua, purtroppo, ad essere un problema molto serio. E se i Paesi più ricchi possono permettersi addirittura il lusso di sprecare cibo, milioni di persone non riescono a nutrirsi. Un’emergenza non nuova e che richiede azioni immediate perché la tempistica, quando si parla di fame, è un requisito primario. Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale in prima linea in 55 Paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione, cita il “Global Report on Food Crises”, secondo cui il numero di persone che si trovano ad affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta sta crescendo per il quinto anno consecutivo arrivando ad oltre 280 milioni in 59 Nazioni. Si tratta di 24 milioni di persone in più sull’anno precedente, un aumento di oltre il 9%.
Il rapporto, che analizza 59 Paesi colpiti da crisi alimentari a livello globale, spiega Azione Contro la Fame, è pubblicato dalla Rete globale contro le crisi alimentari, fondata dalle Nazioni Unite e dalla Commissione Europea. “L’aumento, per il quinto anno consecutivo, del numero di persone che vivono condizioni di grave insicurezza alimentare conferma l’enormità della sfida di raggiungere l’obiettivo “Fame Zero” entro il 2030 - dichiara Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame - oltre all’intensificarsi dei conflitti, delle disuguaglianze e della crisi climatica, che rappresentano le cause da rimuovere, la diminuzione dei finanziamenti umanitari e l’aumento dei costi rappresentano un’ulteriore minaccia, che ha già portato a una riduzione del numero delle persone aiutate e delle quantità di aiuti alimentari destinati alle popolazioni in condizioni di insicurezza alimentare. La comunità internazionale deve agire con urgenza per evitare che milioni di persone muoiano di fame”.
In 32 dei Paesi in condizione di crisi alimentare presi in esame, più di 36 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione acuta, di cui quasi 10 milioni di malnutrizione acuta grave, che è la forma più letale e la principale causa di mortalità infantile. Il rapporto conferma anche che la malnutrizione colpisce le bambine e le donne in modo sproporzionato rispetto alla popolazione maschile. Secondo il Report, nel 2023 guerre e conflitti sono stati la principale causa della fame, rappresentano infatti il fattore predominante dell’insicurezza alimentare per 135 milioni di persone, in 20 dei Paesi esaminati. Sempre nel 2023 le crisi alimentari si sono intensificate in modo allarmante nelle aree colpite da conflitti o da situazioni di violenza interna, come ad esempio a Gaza e in Palestina, in Sudan e Haiti, dove Azione contro la Fame opera da molti anni. A Gaza, il 50% delle persone è a rischio imminente di carestia, passano giorni e notti senza mangiare e l’81% delle famiglie non ha accesso ad acqua sicura e pulita. Gli attuali livelli di assistenza umanitaria non sono sufficienti. Azione contro la fame ha riferito che alcune persone mangiano mangimi per animali come fieno e paglia. “La situazione a Gaza è senza precedenti. Gli aiuti devono avere la priorità prima che muoiano altre persone”, ha detto Natalia Anguera Ruiz, responsabile delle operazioni di Azione contro la Fame per il Medio Oriente. In Sudan, più di un anno di conflitto ha lasciato una persona su tre in condizioni di grave insicurezza alimentare, con cinque milioni di persone che si trovano ad affrontare livelli di emergenza di fame. “Il Sudan sta affrontando una delle più grandi crisi umanitarie del mondo”, ha spiegato Samy Guessabi, direttore nazionale di Azione contro la Fame in Sudan, “il conflitto ha costretto 8,2 milioni di persone a fuggire dalle loro case. Innumerevoli famiglie in tutto il Sudan, così come i rifugiati nei Paesi vicini, non hanno cibo e alloggio. Senza assistenza urgente e salvavita, molti potrebbero morire. Tuttavia, solo il 5% degli appelli è stato finanziato, lasciando che molti sudanesi si trovino ad affrontare un triste futuro”. Ad Haiti, spiega ancora Azione Contro la Fame, metà della popolazione, ovvero quasi cinque milioni di persone, si trova ad affrontare alti livelli di insicurezza alimentare, con 1,64 milioni di persone a un passo dalla carestia.“Settimane di violenza di gruppo hanno costretto centinaia di migliaia di famiglie ad abbandonare le loro case e hanno interrotto le importazioni. I mercati hanno limitato il cibo e l’inflazione dei prezzi ha portato a una disperazione estrema”, secondo Martine Villeneuve, direttore nazionale di Azione contro la Fame ad Haiti.
L’organizzazione Azione contro la Fame ha anche lanciato una raccolta firme, un appello ad agire rivolto ai leader del mondo, a cominciare da quelli del G7, con specifiche raccomandazioni che vanno dal garantire la protezione dei civili dalla fame e l’azione umanitaria salvavita nei conflitti ai finanziamenti per il clima e per la transizione verso sistemi alimentari sostenibili; dalle politiche di protezione sociale per sconfiggere povertà e disuguaglianze al supporto finanziario istituzionale alle crisi alimentari in contesti di emergenza e di crisi prolungata.
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