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IDEE DI FUTURO

Le “Contrade del vino di Loreto Aprutino”, inizio di un percorso per valorizzare tutto il territorio

Progetto che parte intorno al vino del “cru” d’Abruzzo, ma che guarda oltre. Come spiega, a WineNews, Chiara Ciavolich, presidente “Custodes Laureti”

Loreto Aprutino è un Comune di più o meno 7.000 abitanti, in provincia di Pescara, nel cuore d’Abruzzo. Di cui è, di fatto, il “cru” vinicolo, con cantine che hanno portato il nome ed il valore de vini abruzzesi ai massimi livelli del mondo, a partire da Valentini, realtà riconosciuta come “guida”, capace di valorizzare come nessun altro il Trebbiano, ma anche da cantine come Amorotti, Ciavolich, De Fermo, Talamonti e Torre de Beati. Ed ora, intorno al vino, ed al progetto de “Le contrade del vino di Loreto Aprutino” (reso tangibile dal libro scritto da Gabriele Valentini, ricercatore dell’Università di Bologna, presentato, nei giorni scorsi, nella cittadina abruzzese), ha mosso i primi passi un progetto ambizioso, che vuole fare di Loreto Aprutino un vero e proprio biodistretto agricolo, dove proteggere e valorizzare anche la millenaria produzione olearia, i formaggi, l’enoturismo e tutto quello che ruota intorno all’agroalimentare di territorio. Come spiega, a WineNews, Chiara Ciavolich, presidente “Custodes Laureti”, che mette insieme le 6 cantine più importanti del territorio, e che, con il Gal Terre Pescaresi, ha promosso il progetto delle “Contrade”.
“L’idea parte da una ricerca scientifica frutto di un progetto di territorio finanziato nel 2021 da Gal Terre Pescaresi, nato ai tempi del Covid, per fare vita ad un piccolo “atlante” di Loreto Aprutino, partendo dal vino e dai vigneti, che oggi sono i motori economici del territorio, ma coinvolgendo poi tutta la rete dei produttori, ma anche i musei civici, le scuole e così via”. E così, tra colonnine di rilevamento dati, scavi geologici e studi, si è arrivati all’identificazione di quattro unità di territorio intorno al fiume Tavo, all’interno del quale si articolano le “Contrade”. Che sono Cocciapazza, Camposacro, Contrada Palazzo e Salmacina Bassa, Cecalupo, Cancelli, Cordano Colle Cavaliere e Scannella.
“Le contrade del vino di Loreto Aprutino” è l’analisi del territorio di uno dei più rinomati borghi d’Abruzzo per attività viticola, il libro si divide in due parti. La prima parte è una profonda indagine della geo-pedologia e del clima, parametri fondanti per la definizione del concetto di terroir, e si conclude con un’analisi delle ultime 50 vendemmie. Nella seconda parte l’autore riporta i risultati di una ricerca triennale da lui condotta e coordinata: si tratta di un inquadramento geo-morfologico, pedologico e climatico delle “Contrade” vitate a sud del fiume Tavo. Geologia, clima e indagine litologica: attraverso una dettagliata analisi di questi parametri il volume si conclude con la suddivisione del territorio in 4 unità di paesaggio, punto di arrivo della ricerca e punto di partenza verso la produzione di vini che siano espressione del luogo”, spiega l’autore Gabriele Valentini. “Io sono originario di Loreto Aprutino - ha spiegato l’autore - questi sono i luoghi dove sono cresciuto. Quando ho iniziato a mappare i terreni, ho messo in evidenza i principali vigneti di Loreto Aprutino per trovare da subito una connessione con il territorio. Ho così prodotto una prima cartina di Loreto. Abbiamo poi fatto installare delle capannine meteorologiche su quei 7 punti strategici: Cecalupo, Palazzo, Scannella nord e Scannella Sud, Cocciapazza, Colle Cavaliere, Cordano, e Cancelli a ridosso del fiume Tavo, in questo modo abbiamo preso informazioni per studiare il suolo sia dal punto di vista pedologico che mesoclimatico. È stato un lavoro complesso ma emozionante per l’affetto che mi lega a questo Paese”.
Un lavoro fondante, il cui percorso naturale, verrebbe da pensare, è una vera e propria zonazione per portare le “Contrade” in etichetta, come avviene in Sicilia sull’Etna. Ma “è prematuro parlarne, e non vogliamo che questo progetto diventi una semplice medaglia da mettersi al petto. Noi come produttori di vino, le nostre bottiglie - spiega Chiara Ciavolich - le vendiamo lo stesso. E, magari, sarebbe bello valorizzare Loreto Aprutino come sottozona, prima ancora che le “Contrade”. Quello che vogliamo fare è costruire una base scientifica e credibile per un percorso solido e duraturo, da far sfociare magari in una De.Co (Denominazioni Comunali, già proposte storicamente da uno dei maestri della critica enogastronomica italiana, Luigi Veronelli), che è un vecchio pallino di Edoardo Valentini, per valorizzare non solo il vino, ma anche l’olio, i formaggi e tutte le altre produzioni agricole del territorio. E, magari, anche per dar vita ad un bio-distretto, non perchè tutti i produttori devono mettersi a fare bio, ma per tutelare, una volta e per sempre, un territorio che è un’eccellenza agricola, ma che fa gola a molti anche per scopi industriali che lo snaturerebbero, come quando è stato proposto di fare qui una centrale a biometano, nel 2019, progetto per opporci al quale è nata “Custodes Loreti”, su idea di Francesco Paolo Valentini. Vorremmo fare un percorso di tracciamento della biodiversità attuale di Loreto Aprutino, perchè è territorio molto variegato, tra seminativo, legumi, boschi cedui, oliveti e, ovviamente, vigneti. È un progetto ambizioso che richiederà di investire su professionalità ad hoc, guardando anche al lavoro sulle scuole, per tramandare storia e creare un futuro. E perchè i giovani non abbandonino il territorio. Le aziende agricole come le nostre non sono semplici aziende, ma dei veri e propri presidi sociali dei territori. L’obiettivo della nostra rete - ha detto ancora Chiara Ciavolich - non è la promozione del nostro vino. Non è per questo che noi produttori ci siamo avvicinati e ci siamo uniti. Il vino è per noi il filo conduttore che unisce le nostre vite, le nostre aziende e le nostre storie familiari, è il sangue che ci scorre in corpo ed è sicuramente il prodotto agricolo a più alto valore aggiunto che, almeno nell’era contemporanea, Loreto Aprutino ha. Ma il nostro scopo e la nostra unione trascendono il vino e guardano al valore di Loreto Aprutino in tutte le sue specificità, sotto ogni profilo: agronomico, culturale, storico-paesaggistico e turistico. E il libro di Gabriele Valentini ne è un esempio concreto”. Ed è un passo fondante di un percorso lungo e ambizioso.

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