Se il vino è uno dei simboli più importanti del Cristianesimo, parte fondante del Sacramento della Comunione, con il vino che diventa Sangue di Cristo, di certo è anche una delle metafore della bontà divina e della fratellanza più amate da Papa Francesco. “Senza vino non c’è festa”, ha ripetuto più volte Bergoglio, e anche nel recente incontro che, con Vinitaly, ha visto il mondo del vino italiano andare in udienza in Vaticano (c’era anche WineNews, ndr), il Papa ha ricordato come “il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale sono doni di Dio, ma non dimentichiamo che il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per il “cuore dell’uomo””. Ed ancora una volta, Papa Francesco, ricevendo in udienza la Congregazione degli Oblati di San Giuseppe (Giuseppini di Asti di San Giuseppe Marello), proveniente dalla terra natale della sua famiglia, non ha dimenticato un riferimento enoico: “Come sapete, anche la mia famiglia ha origini astigiane. Abbiamo radici comuni in quella terra di Piemonte, che ha dato i natali al vostro fondatore San Giuseppe Marello. Terra bella, quella, del buon vino!”, ha detto Bergoglio, salutando gli ospiti in udienza.
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