Quelle regioni del mondo e quei progetti gastronomici che, per la loro singolarità, sono diventati veri e propri laboratori di creatività artistica e gastronomica, nutrendosi del territorio e della cittadinanza: è il focus di “Nutrire l’Incontro” 2024, il Congresso, creato nel 2023, su proposta del gastronomo Carles Tarrassó e con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, della Reale Accademia di Spagna a Roma e dell’Instituto Cervantes di Roma, che riunisce chef, artisti e ricercatori con il fine di esplorare i linguaggi estetici della gastronomia, di scena, fino a domani, alla Real Academia de España nella Capitale. Un evento unico, che unisce Italia e Spagna, tra i Paesi del mondo che hanno portato, non solo l’arte, ma anche la cucina a livelli di assoluta eccellenza, innovando la tradizione, e, a volte, andando oltre, con le proprie rivoluzioni, grazie a figure come Ferran Adrià, il visionario chef di El Bulli, in Costa Brava, presente oggi a Roma, e Vicente Todolí, direttore artistico della Fondazione HangarBicocca di Milano, e realtà come l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo di Slow Food, con il nuovo Rettore Nicola Perullo, e il Basque Culinary Center, il prestigioso centro di ricerca gastronomica di San Sebastian, con lo chef John Regefalk.
Sfruttando il rapporto unico della città di Roma, della sua storia e dei suoi spazi architettonici e naturali con i sistemi alimentari, “Nutrire l’Incontro” affronta la gastronomia dal punto di vista artistico, culturale ed ecosistemico. L’obiettivo è promuovere gli scambi culturali e rafforzare le identità condivise tra Spagna e Italia, anche nel contesto europeo e globale. Questo Congresso celebra la gastronomia non solo come disciplina estetica, ma anche come strumento politico, capace di comunicare emozioni e messaggi che riflettono la vita pubblica e privata attraverso il cibo.
Quest’anno, il Congresso utilizza la metafora delle isole per esplorare territori con una gastronomia unica, come le Isole Canarie, il Piemonte, la Sicilia e il Paese Basco. Non si tratta di luoghi isolati, ma di regioni che ricevono influenze diverse, che conservano e trasformano nel tempo, promuovendo la creatività gastronomica attingendo al territorio e ai suoi cittadini. E di progetti gastronomici spagnoli e italiani che si distinguono per l’innovazione e il legame con l’arte, la biodiversità o la cittadinanza. Per esempio, El Bulli di Ferran Adrià , che da ristorante sulla spiaggia di un piccolo villaggio della costa catalana è diventato una rivoluzione culinaria che ha stabilito legami con la scienza, l’arte e il design. O l’azienda vinicola siciliana di Arianna Occhipinti , che preserva l’identità e l’originalità del luogo d’origine attraverso un’attenzione particolare al vino naturale, nella convinzione che l’identità agricola della Sicilia si sviluppi in modo naturale, guidata dalla natura. Mentre per le food designer Elsa Yranzo e Sonia Massari il food design può trasformare culturalmente la società.Ma viene messe in evidenza anche la storia delle relazioni intessute nel Sud dell’Europa attraverso lo scambio gastronomico. La cucina, infatti, funge da ponte tra culture diverse, creando spazi di incontro, scambio e interazione. In un mondo sempre più globalizzato, il cibo favorisce la comprensione reciproca e rafforza i legami tra comunità e Nazioni, rompendo barriere e avvicinando le persone. La gastronomia, con la sua capacità di adattarsi e incorporare influenze varie, rappresenta un elemento dinamico di cittadinanza e scambio interculturale, capace di creare connessioni e integrare diversità. Per questo motivo, possiamo parlare di diplomazia gastronomica.
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