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LA CURIOSITÀ

Vino, un pezzo di storia d’Italia. Come raccontano i tanti “Marchi storici di interesse nazionale”

Braida ingresso tra i più recenti in elenco (con Antinori, Santa Margherita, Conterno, Ferrari, Ruffino, Frescobaldi, Umani Ronchi, Carpineto …)

Le storie di aziende legate al vino e al cibo, in Italia, sono parte integrante della storia economica, sociale e culturale del Paese che rappresenta, nel mondo, l’eccellenza enogastronomica. Non stupisce, pertanto, che, su 778 brand iscritti al “Registro speciale dei Marchi Storici di interesse nazionale” del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ben 318 arrivino dal mondo del food & wine. Tra i quali, ora, entra anche “Braida”, top brand della Barbera d’Asti e non solo, fondata nel 1961 da Giacomo Bologna, e oggi guidato dai figli di Giacomo e Anna Martinengo, Raffaella e Giuseppe Bologna. Un’azienda, quella di Rocchetta Tanaro, che ha segnato la storia del territorio della Barbera d’Asti e dei vini del Monferrato, con etichette come La Monella (il vino delle origini, prima vendemmia 1961, prima Barbera a essere imbottigliata ed etichettata, battezzata con un proprio nome), Bricco dell’Uccellone (prima vendemmia 1982), Bricco della Bigotta (1985), Ai Suma (Barbera da vendemmia tardiva, prima vendemmia 1989), Montebruna (prima vendemmia 2001) e Curej (ultima nata in casa Braida, prima vendemmia 2019, da una vigna straordinaria che circonda il Braida Wine Resort sulla collina dell’Asinara, a Rocchetta Tanaro).
Ma sono tanti i brand del vino a cui è stato conferito questo riconoscimento pubblico che è riservato alle aziende italiane che, per oltre mezzo secolo, hanno mantenuto una qualità produttiva d’eccellenza e un forte legame con il territorio, attestando la loro storicità e autenticità. Da Marchesi Antinori (anche con lo storico brand Villa Antinori), la cui famiglia, oggi alla 26esima generazione rappresentata da Albiera, Allegra e Alessia che guidano l’azienda con il padre Piero Antinori, è tra i leader del vino italiano, di cui si occupa fin dal 1385, alla Giacomo Conterno, oggi la griffe più preziosa del Barolo e del vino italiano (che ha iscritto nel registro anche il suo marchio di punta, quello del Barolo Monfortino), guidata da Roberto Conterno; da Ferrari, cantina leader della spumantistica italiana e del Trentodoc, della famiglia Lunelli (che ha iscritto anche il marchio storico Gran Spumante Ferrari Trento), a Ruffino, una delle più grandi realtà del Chianti Classico (e oggi anche in terra di Prosecco), sotto l’egida del gruppo Constellations Brand (e che ha inserito in elenco anche due dei suoi brand più conosciuti, Riserva Ducale, summa del Chianti Classico della cantina, e Rosatello).
Ma non solo. Scorrendo l’elenco, si trovano altre griffe del Barolo, come Massolino, ma anche Marchesi di Barolo della famiglia Abbona, Vietti (oggi del gruppo Krause), passando per Fontanafredda, Mirafiori e Borgogno (tutti della famiglia Farinetti), un altro nome storico della spumantistica italiana come Bosca (anche con il marchio Riserva del Nonno), passando, ancora, per Fiorano Boncompagni Lodovisi, storica tenuta laziale, o per Donna Marzia, brand enoico tra i più celebri della Conti Zecca, in Puglia. Ed ancora le Tenute Piccini, storica realtà toscana, guidata da Mario Piccini, Umani Ronchi, riferimento del vino marchigiano della famiglia Bernetti, e Lungarotti, guidata da Chiara Lungarotti, e tra i pilastri della viticoltura dell’Umbria.
Non possono mancare, inoltre, nomi come Frescobaldi, guidata da Lamberto Frescobaldi, un pezzo di storia plurisecolare del vino di Toscana e d’Italia, o ancora Santa Margherita, gruppo tra i più importanti del vino italiano, della famiglia Marzotto, così come Carpenè Malvolti, culla del Prosecco, della famiglia Carpenè. Tra i nomi celebri del vino, si trovano anche Carpineto, realtà articolata in diversi territori di Toscana, oggi guidata da Antonio Michael Zaccheo e da Caterina Sacchet, o la Guido Berlucchi, cantina che ha dato i natali al Franciacorta, guidata dalla famiglia Ziliani; ed ancora, la Conte d’Attimis Maniago, riferimento dei Colli Orientali del Friuli, Travaglino, tra le gemme dell’Oltrepò Pavese, Montresor, nome storico della Valpolicella, La Scolca, riferimento del Gavi, della famiglia Soldati, passando per Fantinel, realtà di spicco del Friuli Venezia Giulia, e marchi come Bolla, del Gruppo Italiano Vini - Giv, e Castellino, tra le icone del vino “pop”, di Caviro.
Ma tantissimi sono i brand anche dell’alimentare: dal tonno Angelo Parodi (oggi di Icat Food) a Polli, dall’Olio Carli all’Amaro Lucano, dal pomodoro Cirio ai succhi di frutta Yoga, dal cioccolato Zaìni alle Galatine e Saila di Sperlari, dalla birra Forst ai salumi Rigamonti e Vismara, dall’Olio Sasso di Carapelli al Burro delle Alpi di Brazzale, dal panettone Galup a Jolly Caffè, dai biscotti Krumiri al dado Star, dai formaggi Maur ai liquori di Luxardo, o a Illy, icona del caffè, per dirne alcuni tra i tanti possibili (insieme a brand storici di altri settori come Tex, Chicco, Despar, Benetton, Pigna, Modiano …). Nomi che raccontano un pezzo importante della storia d’Italia, e del saper fare italiano, nel calice, nel piatto e non solo.

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