La Cupola del Brunelleschi che si specchia nell’Arno e un calice di Chianti Classico; il Panforte ed i Ricciarelli di Siena che riempiono di profumo la Piazza del Campo dominata dal Palazzo del Mangia che custodisce l’Allegoria del Buon Governo del Lorenzetti, “manuale pittorico” della convivenza tra campagna e città; il Duomo di Prato ed i cantuccini; le bellezze di Pienza, “la città ideale”, ed il sapore del suo formaggio Pecorino, spesso, tra pascoli che si alternano alle vigne, abbinato al Vino Nobile di Montepulciano, la cittadina “perla del Rinascimento”; Il Campo dei Miracoli e la Torre di Pisa che guardano da non troppo lontano le colline di San Miniato, terra di pregiato tartufo bianco; la Val d’Orcia patrimonio Unesco, con le sue colline ed i campi dove si riscoprono grani antichi, che lambiscono Montalcino ed i filari del Brunello; le torri di San Gimignano, la “Manhattan” del Medioevo, che si allungano sulle vigne della Vernaccia; ed ancora la valle del Casentino e le colline che trapuntano il Granducato, dove nascono il Prosciutto Toscano Dop, la Finocchiona Igp, il Lardo di Colonnata che riposa tra i marmi di Carrara e così via; la Valdichiana, dominata dal colle sui cui sorge la Cortona che ha dato i natali al grande pittore Luca Signorelli, le cui opere abbelliscono i palazzi: solo tanti esempi per dire che non c’è angolo di Toscana, non c’è borgo o città, urbe o campagna, dove storia, cultura, bellezza e agricoltura non siano indissolubilmente intrecciati. Non è un caso che la Toscana sia da sempre tra le prime Regioni d’Italia nelle preferenze di chi come motivazione primaria di viaggio ha proprio la scoperta delle tipicità dell’enogastronomia (come racconteremo in un video su WineNews nei prossimi giorni).
Una ricchezza diffusa importantissima e quantificabile in 3,7 miliardi di euro: a tanto ammonta il valore della produzione agricola della Toscana, che, nel 2023, si conferma la prima regione in Italia per superficie destinata a produzioni certificate (IG food) con oltre 75.000 ettari, pari al 12,3% del totale regionale (612.880 ettari). Un dato che supera di cinque volte quello nazionale, attestato al 2,3%. Dati del report Ismea realizzato per “Buy Food Toscana” 2024, la vetrina internazionale del gusto made in Tuscany, andata in scena a Firenze nei giorni scorsi, che ha portato al Palazzo degli Affari di Firenze 65 produttori certificati Dop, Igp, Agriqualità, Biologico e con Prodotto di Montagna e Pat, selezionati tramite bando regionale e 39 buyer stranieri provenienti da 19 Paesi del mondo, per stringere nuovi accordi commerciali o consolidare i rapporti esistenti.
Dai dati, emerge anche che la Toscana è, inoltre, la prima Regione per la crescita degli occupati del settore agricolo (+12,8%), andando in controtendenza sulla media italiana, che ha visto una contrazione degli addetti del 3,1%. Tante anche le imprese guidate da donne, che rappresentano il 30,6% del totale, contro il 27,9% del dato nazionale. Nel report, illustrato da Fabio del Bravo, dirigente della Direzione Filiere e Analisi dei Mercati di Ismea, nel convegno “La Toscana del cibo: un viaggio nel gusto tra prodotti, persone e territori”, con, tra gli altri, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi ed al presidente della Camera di Commercio di Firenze, Massimo Manetti, emerge ancora come la Toscana sia la regione leader per numero di registrazioni Ig, con 90 prodotti tra Dop e Igp, di cui 32 prodotti alimentari e 58 vini. Nel 2022 (anno di riferimento della ricerca) il comparto delle indicazioni geografiche food toscane, grazie al contributo di 11.785 operatori, ha generato un valore alla produzione di 179 milioni di euro (+1,2% su base annua e +17% dal 2019), pari al 55% del valore delle Ig prodotto nel Centro Italia e al 13% del fatturato complessivo delle Ig regionali, tra cibo e vino, che ammonta a 1,4 miliardi di euro. Anche per il 2023, i dati indicano una ulteriore crescita del valore complessivo dei prodotto food regionali del 6%.
Sei i prodotti che, insieme, rappresentano l’88% del valore delle Ig toscane: tra questi il Prosciutto Toscano Dop, i Cantuccini Toscani Igp e il Pecorino Toscano Dop contribuiscono con il 20% ciascuno, mentre olio Toscano Igp, Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp e Finocchiona Igp si attestano a poco meno del 10% a testa. La ricerca Isma mette poi in luce come l’enogastronomia si confermi driver fondamentale per veicolare parte dei flussi turistici nelle aree rurali. Oltre al vino - vera e propria icona del made in Tuscany nel mondo - e all’olio esistono numerose altre produzioni di eccellenza, anche di piccola scala, che potrebbero beneficiare della valorizzazione turistica delle imprese agricole, accompagnando i visitatori in esperienze a diretto contatto con i produttori.
Guardando al commercio, nel 2023 l’export dei prodotti agroalimentari toscani si è attestato a 3,5 miliardi di euro, pari al 6,1% dell’intero export regionale. Un valore che è cresciuto negli ultimi 5 anni ad un tasso medio annuo dell’8,3%. Tra i principali prodotti esportati il vino, che rappresenta più di un terzo dell’export agroalimentare toscano in valore, e l’olio extravergine d’oliva, che pesa per il 23%. Il 53% dei mercati di riferimento è al di fuori dell’Unione Europea, con gli Stati Uniti che, da soli, arrivano al 25%. Per i Paesi Ue, Germania e Francia sono i più consistenti, ciascuno con quote superiori al 10%. Supera, invece, i 79 milioni di euro il valore dell’export del cibo ad indicazione geografica di Toscana, nel 2022, con l’olio Toscano Igp, che continua ad essere il prodotto di punta dell’export regionale con 25 milioni di euro. Seguono i Cantuccini Igp con 21,5 milioni di euro (+1% sul 2021), il Prosciutto Toscano Dop con 16 milioni di euro (+2% sul 2021) e il Pecorino Toscano Dop, con 9,4 milioni di euro. Usa e Germania si confermano, invece, i principali mercati di riferimento per le esportazioni di prodotti Ig toscani, di cui assorbono complessivamente più del 60% del valore. Guardando ai consumi, ancora, tra i principali prodotti Ig toscani, nel 2023 si registra una ripresa delle vendite in valore degli oli Ig toscani pari al +5,2%, ed un significativo incremento della categoria dei derivati dei cereali (+27,3%), rappresentati da Cantucci toscani Igp, Panforte di Siena Igp, e Ricciarelli di Siena Igp. Relativamente agli oli Ig toscani, le vendite nella grande distribuzione rappresentano il 12,1% delle vendite in volume e il 14,6% delle vendite in valore di tutti gli oli Ig italiani, con un valore di oltre 7,4 miliardi di euro.
“Il BuyFood 2024 rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale, capace di fornire dati, conoscenza e instaurare relazioni fra gli operatori di un settore, come l’agricoltura, che in Toscana - ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani - mostra davvero elementi di soddisfazione perché tanti sono i primati. Che iniziano col numero di occupati in agricoltura in Toscana, un più 12,8%, in controtendenza con la media nazionale. Per continuare con la superficie coltivata a biologico, il 37,5%, che, oltre a rappresentare un dato di qualità dei prodotti, rappresenta anche uno stile di vita. E poi, il record degli Igp e dei Dop. Addirittura 90, una realtà che si lega ad una enogastronomia altrettanto speciale di cui si possono fregiare i tantissimi agriturismi, una rete di oltre 5.500, il più alto numero in Italia, dove l’agricoltura si sposa al paesaggio, al turismo, una rete che abbiamo arricchito e articolato con leggi che oggi si occupano anche di enoturismo e oleoturismo. Grande è, dunque, l’impegno della Toscana sull’agricoltura”.
Dai dati, inoltre, emerge anche che la Toscana è prima in Italia per numero di Comuni, con specifica vocazione “culturale, storica, artistica e paesaggistica” (sono 88, pari al 17% del totale nazionale). Ed è proprio grazie alla diffusa presenza di quelli che possono essere definiti “fattori di attrazione territoriali” che, nel 2023, la Toscana ha attratto oltre 14,5 milioni di turisti (+13% sul 2022) e 46 milioni di pernottamenti (+7,5% sul 2022), confermandosi, ai primissimi posti, tra le regioni italiane per appeal turistico. Come spiegato da Francesco Palumbo, direttore Fondazione Sistema Toscana, che ha posto l’accento sul legame tra food e promozione turistica, sono cresciute le ricerche sul binomio food and wine. Giovanni Belletti, professore di Economia Agraria dell’Università di Firenze, ha parlato delle sinergie tra indicazioni geografiche e turismo. Un binomio da sviluppare ulteriormente, facendo leva sulla possibilità di consorzi e produttori di sfruttare i propri prodotti per la promozione del territorio e della relativa offerta gastronomica. A contribuire al dibattito anche Francesco Tapinassi, direttore Toscana Promozione Turistica e Silvia Scaramuzzi, professoressa di Economia Agraria, Alimentare ed Estimo Rurale dell’Università di Firenze, che hanno evidenziato le innumerevoli potenzialità dei prodotti certificati come volano di promozione turistica di un territorio passando dal “Forest bathing” (camminare nelle foreste per disintossicarsi dallo stress, alla scoperta dei prodotti e colori del territorio) o del “Castaneoturismo” che sta prendendo piede in Toscana, in particolare sul Monte Amiata. Per una Toscana in cui l’agricoltura, da sempre, è tutela del territorio, che diventa tradizione e si trasforma in innovazione.
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