Quello tra vino e arte è un connubio che vanta, ormai, una vera e propria “collezione” di progetti che raccontiamo da sempre su WineNews. Tra questi, c’è anche il legame con una delle opere d’arte contemporanea più rivoluzionarie e tra gli esempi di land art più grandi al mondo: il “Cretto” di Alberto Burri a Gibellina Nuova, simbolo della rinascita, grazie alla bellezza, della comunità della Valle del Belìce, in Sicilia, devastata dal terremoto del 1968, e realizzata dagli anni Ottanta del Novecento conservando per sempre, sotto il cemento bianco in una sorta di sudario, le macerie della Vecchia Gibellina. Il merito è di Ludovico Corrao, sindaco “visionario” di Gibellina, artefice del suo riscatto come laboratorio d’arte e luogo di incontro, dialogo e confronto tra artisti, architetti, musicisti, poeti, contadini, artigiani, operai e giovani (accanto a Burri, tra gli altri, Mimmo Paladino, autore della famosa “Montagna di sale”, Pietro Consagra, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Franco Angeli e Leonardo Sciascia, tra i più grandi intellettuali del Novecento, cittadino onorario di Gibellina). Una rinascita dalle ceneri del cataclisma e dalla povertà, nella quale anche il vino ha un ruolo importante (come abbiamo raccontato in uno dei nostri viaggi in Sicilia): è, infatti, nei vigneti attorno all’opera di Burri che nascono i vini delle Tenute Orestiadi - dal “PetraMater”, ribattezzato il “vino del Cretto”, ai Cru Sicilia Doc Riserva Ludovico, in onore di Corrao - e che, oggi, raccontano al mondo un territorio che ha trasformato i tempi difficili in energia. E che, dopo mezzo secolo dal primo grande disastro naturale dal secondo Dopoguerra - in un’epoca di tante catastrofi - ha vinto la sua scommessa, come dimostra il riconoscimento di Gibellina come prima “Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea” 2026 da parte del Ministero della Cultura.
“Aver ottenuto questo prestigioso titolo culturale - sottolinea Rosario Di Maria, presidente Tenute Orestiadi - ci inorgoglisce e ci fa anche riflettere sul valore della città che si apre al mondo e con il mondo vuole dialogare. Assistere tutti insieme alla proclamazione è stato emozionante per una comunità che, come noi, non ha cessato di immaginare questa Gibellina al centro del mondo. Nuova linfa e nuovi scenari si affacciano grazie a questo potente raggio di sole che si apre sul futuro della nostra città”. Le Tenute Orestiadi sono nate per promuovere il patrimonio del Mediterraneo di cui fa parte anche l’agricoltura, su impulso della Fondazione Orestiadi, istituzione culturale tra le più importanti del Mediterraneo, e Cantine Ermes, la più grande realtà cooperativa del vino siciliano e tra le più importanti d’Italia (con oltre 2.500 viticoltori e più di 13.600 ettari). Con lo stesso spirito che ha mosso l’operato di Ludovico Corrao, la Fondazione Orestiadi e Cantine Ermes ne proseguono i progetti con “Destinazione Gibellina”, esponendo e restaurando le opere d’arte contemporanea del museo a cielo aperto di Gibellina e del Baglio Di Stefano, collaborando con l’Accademia delle Belle Arti di Brera anche per il Barriquemuseum di Tenute Orestiadi, e prendendosi cura del “Vigneto del Mediterraneo”, 500 barbatelle di Moscato dei Paesi del Mare Nostrum, e del “Giardino del Mediterraneo”, l’orto botanico della biodiversità mediterranea.
E ancora una volta, Tenute Orestiadi “è al fianco dell’Amministrazione comunale che ha saputo vincere con una candidatura credibile e professionalmente curata, affermando il carisma di un territorio tanto resiliente quanto attrattivo. Un luogo simbolo della Valle del Belìce e di una Sicilia in cammino”. Anche Salvatore Sutera, sindaco di Gibellina, ha lanciato un nuovo segnale di speranza, “in questo momento di tante catastrofi”, sottolineando come “dai momenti bui si può rinascere con una nuova identità”. “La scommessa di papà oggi continua a vincere. Dobbiamo creare ponti che portano emozioni, fiducia nel futuro, speranza nelle persone”, hanno detto Francesca e Antonella Corrao, figlie di Ludovico, dopo il riconoscimento.
Un riconoscimento grazie al quale, Gibellina - Pescara, Carrara, Gallarate e Todi, erano le altre città candidate, ndr - avrà 1 milione di euro per finanziare il progetto con il quale ha vinto (ideato da Roberto Albergoni, dg della Fondazione “Agrigento Capitale Italiana della Cultura” 2025, con le due città siciliane che si passeranno idealmente il testimone): “Portami il Futuro”, ovvero, “iniziative legate all’arte e alla creatività contemporanea, dalla progettazione culturale alla rigenerazione urbana, al restauro e, soprattutto, alla costruzione di una visione sul futuro che sappia tener conto della bellezza come valore condiviso e rigenerante”.
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