È una storia lunga, quella de La Fattoria La Parrina, nel cuore della Maremma. Una classica fattoria toscana multifunzionale di 200 ettari di terra, di cui 60 a vigneto (con Ansonica, Vermentino, Sangiovese, Cabernet e Merlot), certamente, ed una Doc omonima, la Doc Parrina, ma anche molto di più, tra produzione di frutta, 40 ettari, verdura, 20 ettari, uliveti, 22 ettari, e gli altri destinati a seminativi, vivai, ma anche al pascolo e alla vita degli animali che dimorano nella fattoria, che produce anche formaggi, e punta forte su enoturismo, accoglienza, ristorazione ed esperienzialità di una Maremma ancora autentica. Una realtà nata alla fine dell’Ottocento, e sviluppata, nelle ultime decadi dalla Marchesa Francesca Spinola, e che ora continuerà il suo percorso affiancata da uno dei nomi più importanti del vino italiano, ovvero la Marchesi Antinori. Che, come era nell’aria da tempo, ne ha rilevato la maggioranza, più per relazioni familiari, che legano le famiglie Antinori e Spinola che per un “progetto di impresa”, spiega a WineNews Renzo Cotarella, ad Marchesi Antinori, e per dare una “continuità affettiva” ad un progetto agricolo basato sul biologico, sull’economia circolare e non solo”. Che ora, dunque, si rafforza con la presenza e con l’expertise di una famiglia come Antinori, che affiancherà alla guida la stessa Francesca Spinola, per un progetto in cui il vino, questa volta non è il fulcro, ma un “di cui”, seppur importante.
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