Un brindisi di benvenuto con un bicchiere di spumante della Gruet Winery, cantina del New Mexico; poi, una volta seduti a tavola, si parte con un tortino di granchio della Baia di Chesapeake, seguito da una succosa bistecca del Nebraska, Stato famoso per la produzione di carne, e da un dessert con le mele del Minnesota, il tutto accompagnato da vini della Virginia e della California, oltre che da uno “Champagne” americano (ma il neo-Presidente ha pasteggiato con la Diet Coke): è questo il menu, 100% made in Usa, del pranzo di gala ufficiale che si è svolto ieri, nella Statuary Hall del Campidoglio, in occasione dell’insediamento di Donald Trump come 47° Presidente degli Stati Uniti. Ai tavoli, riccamente addobbati con fiori e candele, si sono seduti oltre 200 ospiti. Ad organizzare l’evento il Joint Congressional Committee on Inaugural Ceremonies (una tradizione che risale al 1897, quando ebbe luogo il primo pranzo per il presidente McKinley), in collaborazione con Design Cuisine, una società di catering con sede ad Arlington, in Virginia.
Dopo che ieri mattina Trump ha prestato giuramento e pronunciato il suo discorso di fronte al mondo, è stato scortato alla Statuary Hall nel Campidoglio per il tradizionale pranzo inaugurale. Dopo il brindisi con lo spumante “Sauvage” della cantina Gruet Winery, situata in New Mexico e specializzata proprio in bollicine prodotte con Metodo Champenoise (anche grazie alle sue radici francesi), gli oltre 200 ospiti (tra cui i familiari del presidente e del vice-presidente JD Vance, i membri del Congresso, i leader dell’industria tecnologica e i giudici della Corte Suprema) si sono seduti ai tavoli, allestiti con eleganti tovaglie blu e decorati con composizione floreali nei toni del bianco, con tocchi oro zecchino sui calici, sui piatti e sulla stationery. Solo tre le portate che sono state servite: a partire dalla “Chesapeake Crab Cake”, ovvero un tortino di granchio della Baia di Chesapeake (insenatura sulla costa orientale degli Usa, tra Maryland e Virginia), con tartare di pomodoro, salsa di alloro, verdure sottaceto, aneto e olio di erba cipollina, che è stato abbinato allo Chardonnay “Reserve” prodotto dalla cantina Veritas Vineyards situata a Monticello, in Virginia (prezzo circa 30 dollari a bottiglia).
A seguire una bistecca firmata Greater Omaha, in Nebraska, uno dei più famosi produttori di carne di eccellenza made in Usa: la costata di Angus era accompagnata da carote, cime di rapa, salsa al tartufo e vino rosso e gratin di patate. Per il pairing è stato scelto il Cabernet Sauvignon prodotto dalla cantina Mount Veeder Winery di Napa Valley, in California (prezzo sul sito 70 dollari a bottiglia).
Infine, come dessert, una “Minnesota Apple Ice Box Terrine” (terrina di mele ghiacciate del Minnesota) con gelato alla panna acida e caramello salato, accompagnata dal Russian River Valley Natural firmato da Korbel a Sonoma County, cantina specializzata in “Champagne della California”, come recita il loro sito. Ma Trump, che si è espresso più volte pubblicamente sulla sua sobrietà, ha glissato i vini ed ha accompagnato il pranzo con la sua bevanda preferita, la Diet Coke (secondo fonti di stampa beveva regolarmente 12 lattine al giorno nel suo primo mandato). Una liason talmente radicata che Margo Martin, vicedirettrice delle comunicazioni di Trump, la scorsa settimana ha scritto su X: “stasera, il presidente Trump ha ricevuto la prima bottiglia di Diet Coke commemorativa presidenziale inaugurale dal presidente e ceo della Coca-Cola Company, James Quincey”.
Il menu 100% americano servito al pranzo inaugurale di ieri sembra, dunque, essere un piccolo, primo assaggio - almeno a tavola - del motto trumpiano “America First”: in attesa, forse, dei dazi che, secondo le promesse della campagna elettorale, serviranno a proteggere l’agroalimentare Usa dai competitor internazionali. Trump - che oggi ha firmato, come nel primo mandato, l’ordine esecutivo per uscire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (l’autorità incaricata di gestire e coordinare il settore della salute in seno al sistema delle Nazioni Unite che ha, nella sua mission, anche quella di dettare le linee guide relative all’alimentazione, ndr), ha ribadito i suoi intenti nel discorso ufficiale di ieri: “invece di tassare i nostri cittadini per arricchire altri Paesi - ha detto - tasseremo i Paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini. A questo scopo, istituiremo l’External Revenue Service per raccogliere tutte le tariffe, i dazi e le entrate. Saranno enormi le quantità di denaro che confluiranno nel nostro Tesoro da fonti estere. Il sogno americano tornerà presto a prosperare come mai prima d’ora”. Inoltre, il Presidente Trump ha dichiarato di voler recedere dagli Accordi di Parigi sul clima, e, dunque, dal Green Deal: “Drill, baby, drill” (trivella, baby), ha ribadito Trump, ricordando che gli Stati Uniti sono il Paese con le maggiori risorse di petrolio e che queste saranno sfruttate per intero al fine di “abbassare i prezzi e ridurre l’inflazione”.
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