In difficoltà, come la sua economia complessiva, che rispetto al passato non fa più corsa a sé nel contesto europeo, la Germania resta un mercato strategico e fondamentale per il mondo del vino, Italia in testa, ma non solo. I numeri parlano chiaro: quello tedesco è un mercato che muove ogni anno tra i 16 ed i 18 milioni di ettolitri di vino (15,9 quelli venduti nei 12 mesi tra il 1 agosto 2023 e il 31 luglio 2024, in calo del -4%, secondo secondo dati NielsenIQ per il German Wine Institute - Dwi, con un consumo procapite sui 22,2 litri all’anno), con oltre il 40% dei consumi a favore del vino tedesco, ed il restante di vini importanti, con l’Italia a fare la parte del leone, con il 18% del mercato, e con la Germania che, nel 2024, secondo i dati Istat, analizzati da WineNews, ha portato nelle casse delle cantine italiane 1,18 miliardi di euro (+3,7% sul 2023), con un valore secondo solo a quello degli Usa (1,9 miliardi di euro).
Ma con quello tedesco che è nettamente il mercato più importante in volume, con 515,8 milioni di litri nel 2024 (quasi uno su quattro di quelli esportati nel complesso dall’Italia), nonostante un calo del -2,9% sul 2023 (a seguire gli Usa, con 362,3 milioni di litri, e il Regno Unito, con 251,1). Mercato che, in valore complessivo, muove sui 17 miliardi di euro, come spiegato, nei mesi scorsi a Cagliari nel Congresso Assoenologi, da Maximilian Scheld, managing director Weinland Ariane Abaya, uno dei più importanti distributori in terra tedesca, e che vede una differenza enorme tra canali distributivi: in uno scenario dominato da discount (37% della quota di mercato) e supermercati (27%), l’85% è fatto da vini sotto i 5 euro a bottiglia allo scaffale, con un prezzo medio in gdo è intorno ai 2,6 euro, al ristorante di 26,4 euro, secondo Scheld.
Un mercato fondamentale da presidiare e da curare bene, dunque, come faranno gli oltre 800 espositori Italiani (seppur in calo, numericamente, sugli anni passati) a ProWein 2025, fiera importantissima per il mercato tedesco, ma che guarda anche a quelli del Nord ed Est Europa, ed al mondo, di scena a Dusseldorf, dal 16 al 18 marzo 2025. Appuntamento importante, dunque, anche per coltivare quei mercati, più o meno vicini alla Germania, e per i quali il Paese tedesco è una vetrina importante per il made in Italy, e che insieme, valgono più di 1,3 miliardi di euro di esportazioni nel 2024 sul 2023, come i Paesi Bassi, a 257,1 milioni di euro (+10,1%), la Russia, a 230,6 milioni di euro, con un balzo del +45,6%, il Belgio, che si ferma a 227,5 milioni di euro (-1,6%), ma anche la Svezia, a 189,6 milioni di euro (+3%), l’Austria, a 163,5 milioni di euro (+14,3%), la Danimarca, a 150,8 milioni di euro (+4,94%) e la Norvegia, a 92,2 milioni di euro, solo per citare i più importanti per il vino italiano.
Un mercato centrale e fondamentale, quello di Germania, in un contesto di Unione Europea che, tra le altre cose, da solo, nel 2024 ha pesato per 3,2 miliardi di euro (che arrivano a 4,3 miliardi di euro aggiungendo le vicine Russia e Uk) sugli 8,1 totali sulle esportazioni del vino italiano. In un’area commerciale che diventa sempre più importante anche alla luce della guerra dei dazi tra Usa e Ue, sempre più accesa, almeno nelle dichiarazioni delle ultime ore che hanno visto il presidente americano Donald Trump promettere “dazi del 200% su tutti i vini, Champagne e prodotti alcolici provenienti dalla Francia e da altri Paesi rappresentati dall’Unione Europa”. Che, per adesso, restano parole, ma che fanno preoccupare non poco una filiera, quella del vino, che in Unione Europea, secondo i dati Ceev (Comité Européen des Entreprises Vins), vale 130 miliardi di euro di Prodotto Interno Lordo (Pil).
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025