
Per il vino, il 2024, è stato un anno caratterizzato dal segno “meno” a livello internazionale e complessivo, e quindi dai consumi alla produzione, dalla superficie vitata fino all’export in valore. Ma anche con qualche segnale di ripresa e comunque da analizzare per singolo Paese, come dimostra il caso dell’Italia che centra un andamento positivo nell’export tanto in valore che in volume. Non mancano gli spunti di interesse e di riflessione nel report “State of the World Vine & Wine Sector in 2024” by Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, presentato in queste ore in una conferenza on line.
Nel 2024 il mondo del vino, ha spiegato l’Oiv, ha dovuto affrontare un altro anno difficile, caratterizzato da condizioni climatiche avverse che hanno portato a livelli di produzione bassi. Allo stesso tempo, fattori sociali ed economici hanno portato ad un calo dei consumi nei mercati chiave. Nonostante ciò, i prezzi medi più elevati hanno contribuito a sostenere la performance complessiva del mercato in termini di valore, mitigando, in parte, l’impatto della riduzione dei volumi. La superficie globale dei vigneti (compresi quelli per la produzione di uva da tavola) ha continuato a calare, per il quarto anno consecutivo, anche nel 2024 (-0,6%), attestandosi a 7,1 milioni di ettari. Un “declino” su cui ha inciso, in entrambi gli emisferi, il fenomeno dell’estirpazione dei vigneti. Va giù anche la produzione vinicola, a causa delle condizioni climatiche estreme, e quindi delle malattie, ma anche dalle pressioni economiche e di mercato. Fattori che, nel 2024, hanno portato la produzione totale a 225,8 milioni di ettolitri, il livello più basso degli ultimi 60 anni (-4,8% sul 2023). Nel 2024, il consumo globale di vino è stato stimato a 214,2 milioni di ettolitri, in calo del -3,3% rispetto al livello, già basso, del 2023. Per l’Oiv sono il calo della domanda nei principali mercati, unito agli elevati prezzi medi, trainati dai bassi volumi di produzione e dagli effetti persistenti dell’inflazione passata, a rendere l’anno difficile anche se alcuni mercati chiave hanno dimostrato resilienza di fronte alle difficoltà. Capitolo export. Se il volume totale è rimasto relativamente basso, attestandosi a 99,8 milioni di ettolitri (in linea con il 2023 ma in calo del -5% rispetto alla media quinquennale) questo è stato compensato da un forte valore delle esportazioni, che hanno raggiunto i 35,9 miliardi di euro. Il prezzo medio si è mantenuto stabile (3,6 euro al litro), sulla linea del livello record raggiunto nel 2023.
Guardando alla distribuzione geografica del vigneto, nell’Unione Europea, nel 2024, i dati parlano di 3,2 milioni di ettari di vigneti (-0,8%). Le modeste espansioni registrate in Italia, Romania e Grecia non hanno compensato le rimozioni di vigneti in altri Paesi. A livello nazionale, la Spagna, il più grande vigneto al mondo, copre 930.000 ettari nel 2024 ma ne ha persi 14.500 (-1,5%) sul 2023. Dietro c’è la Francia (-0,7%) con 783.000 ettari, Paese che ha dovuto fare i conti anche con l’estirpazione. L’Italia, invece, ha continuato il suo trend positivo raggiungendo i 728.000 ettari di vigneto complessivi (+0,8% sul 2023). Tra i sette vigneti più grandi al mondo, l’Italia è l’unica a registrare una crescita positiva. Al terzo posto c’è la Cina continentale con 753.000 ettari (-0,4%), davanti proprio ad Italia, Turchia (402.000 ettari, -1%), Usa (385.000 ettari, -0,7%), Argentina (200.000 ettari, -2,4%), Romania (187.000 ettari, +0,1%), India (185.000 ettari, +1,8%), Portogallo (173.000 ettari, -5,1%).
A livello produttivo, nel 2024, secondo il report dell’Oiv, la produzione globale di vino, esclusi succhi e mosti, è dunque stimata in 225,8 milioni di ettolitri, con un calo del -4,8% rispetto a quella del 2023. Si tratta del secondo anno consecutivo di forte calo e del livello di produzione più basso dal 1961 (219 milioni di ettolitri), quando le gelate primaverili colpirono i principali vigneti dell’Europa meridionale, in particolare in Francia. Come nel 2023, gli eventi meteorologici estremi o atipici hanno influenzato in modo determinante la produzione globale, con gelate precoci, forti piogge e siccità prolungata che hanno avuto un impatto drammatico sulla produttività dei vigneti. Inoltre, in alcune regioni, questa bassa produzione riflette anche il calo dei volumi di consumo. I dati del 2024 tengono in considerazione il volume di produzione delle uve da vino raccolte nel primo semestre del 2024 nell’emisfero australe e nel secondo semestre del 2024 nell’emisfero settentrionale.
La produzione nell’Unione Europea, nel 2024, è stata stimata a 138,3 milioni di ettolitri (-3,5% sul 2023), il volume di produzione più basso registrato dall’inizio del secolo, inferiore anche a quello del 2017 (141,5 milioni di ettolitri). L’impatto dei cambiamenti climatici è stato significativo. L’Italia si è confermata la più grande nazione produttrice di vino al mondo, e uno dei pochi Paesi con il segno positivo grazie a 44,1 milioni di ettolitri (+15% sul 2023) anche se, il volume del 2024, è ancora inferiore del 6% rispetto alla media quinquennale. Le avverse condizioni meteorologiche hanno colpito la maggior parte delle regioni vinicole italiane, in particolare al Nord, dove una parte significativa dei vigneti è stata colpita da grandinate.
La Francia, seconda nella classifica mondiale, ha prodotto nel 2024 un volume di 36,1 milioni di ettolitri, ma 11,1 milioni di ettolitri (-23,5%) sono andati persi rispetto al 2023 (-17,9% sulla media quinquennale, il livello di produzione più basso dal 1957). Il calo della produzione vinicola francese nel 2024, ha detto l’Oiv, è ancora una volta attribuibile alle avverse condizioni meteorologiche in tutto il Paese, dalla fioritura alla vendemmia, che hanno avuto un impatto sulle regioni vinicole, con problemi come piogge continue, epidemie di malattie fungine (peronospora in primis), scarsa fioritura, siccità e grandinate che hanno ridotto le rese. La Spagna mantiene la sua posizione di terzo produttore di vino al mondo, con un volume di produzione nel 2024 di 31 milioni di ettolitri (+9,3%) ma dell’11,1% inferiore alla media quinquennale. Questo aumento, trainato da raccolti relativamente positivi in Castiglia-La Mancia ed Estremadura, rappresenta una parziale ripresa dalle gravi siccità del 2023, ma lo stress idrico in corso continua a rappresentare una sfida per i viticoltori. Italia, Francia e Spagna, messe insieme, rappresentano la metà della produzione di vino al mondo (49,3%). Al quarto posto ci sono gli Stati Uniti (21,1 milioni di ettolitri, -17,2%, dato condizionato dalla vendemmia della California, la più scarsa dal 2004) che precedono Argentina (10,9 milioni di ettolitri +23,3%), Australia (10,2 milioni di ettolitri, +5,3%), Cile (9,3 milioni di ettolitri, -15,6%), Sud Africa (8,8 milioni di ettolitri, -5,1%), Germania (7,8 milioni di ettolitri, -9,8%), Portogallo (6,9 milioni di ettolitri, -8,2%).
Il consumo mondiale di vino nel 2024, riporta sempre l’Oiv, è invece stimato a 214,2 milioni di ettolitri, -3,3% rispetto al 2023. Se questa stima fosse confermata, si parlerebbe del volume più basso registrato dal 1961 (213,6 milioni di ettolitri). Il 2024 ha confermato il trend negativo dei consumi di vino registrato nel 2023. Il calo della domanda nei principali mercati, unito agli elevati prezzi medi, trainati dai bassi volumi di produzione e dagli effetti persistenti dell’inflazione passata, hanno reso l’anno difficile. Senza dimenticare che la progressiva diminuzione dei consumi è stata influenzata anche dall’evoluzione dello stile di vita, dalle mutate abitudini sociali e dai cambiamenti generazionali. Il risultato è che quindici dei primi venti mercati al mondo hanno registrato una riduzione dei consumi nel 2024 sul 2023. L’Ue rappresenta un mercato vinicolo di 103,6 milioni di ettolitri, pari al 48% del consumo mondiale. (-2,8% rispetto all’anno precedente e -5,2% sulla media quinquennale).
Negli Stati Uniti, il più grande mercato vinicolo a livello mondiale, il consumo è diminuito del -5,8% sul 2023, attestandosi a 33,3 milioni di ettolitri. La Francia nel 2024 rimane leader tra i consumi di vino in Europa, con un consumo stimato di 23 milioni di ettolitri, in calo del 3,6% rispetto al 2023 e del 4,9% rispetto alla media quinquennale. L’Italia, secondo consumatore di vino europeo e terzo al mondo, ha registrato un livello di consumo di 22,3 milioni di ettolitri nel 2024, un volume in linea con il 2023 (+0,1%) e inferiore del 3,6% rispetto alla media quinquennale. La Germania, terzo mercato dell’Ue, ha un volume di consumo stimato di 17,8 milioni di ettolitri nel 2024 (-3% rispetto al 2023). Consumi giù anche in Uk (12,6 milioni di ettolitri, -1%) ma non in Spagna (+1,2% a 9,9 milioni di litri) e in Russia (8,1 milioni di ettolitri, +2,4%) mentre continua l’emorragia di consumi della Cina (decimo consumatore al mondo) scesa a 5,5 milioni di litri nel 2024 (-19,3% sul 2023): nel 2019 i consumi nel Paese del Dragone erano a 15 milioni di litri. Il volume globale delle esportazioni di vino nel 2024 è rimasto al livello più basso dal 2010, attestandosi a 99,8 milioni di ettolitri, con un modesto calo dello 0,1% rispetto al 2023. Il valore delle esportazioni globali di vino viene invece stimato a 35,9 miliardi di euro (-0,3%). Analogamente, il prezzo medio all’esportazione si è mantenuto stabile a 3,60 euro al litro, mostrando un calo marginale del -0,3% rispetto al 2023. Il livello complessivo dei prezzi nel 2024 rimane relativamente elevato. Un risultato che, secondo l’Oiv, deriva da una combinazione di diversi fattori: da un lato, la tendenza alla premiumizzazione iniziata alcuni decenni fa che è diventata sempre più pronunciata negli ultimi anni; dall’altro, i bassi volumi di produzione e le persistenti pressioni inflazionistiche globali negli ultimi anni hanno contribuito in modo significativo agli elevati livelli di prezzo osservati rispetto al periodo pre-pandemico. Da sottolineare che lo spumante ha registrato un calo del 3,7% in termini di valore commerciale, mentre il volume è leggermente diminuito dello 0,3% rispetto al 2023.
L’Italia, il maggiore esportatore mondiale di vino in volume, ha invertito la tendenza al ribasso iniziata nel 2021, crescendo del 3,2% a 21,7 milioni di ettolitri e del 5,6% in valore, raggiungendo gli 8,1 miliardi di euro. Si tratta del terzo volume di esportazioni più alto nella storia del Belpaese. Una performance positiva trainata principalmente dagli spumanti, in particolare dal Prosecco, che sono aumentati del 12% in volume e del 9% in valore. Anche il vino imbottigliato ha registrato una buona performance nel 2024 grazie a un +4,1% in volume e un +4,8% in valore. La Spagna ha mantenuto il secondo posto tra i maggiori esportatori di vino in volume nel 2024 ma, rispetto al 2023, è diminuito di quasi un milione di ettolitri, attestandosi a 20 milioni, il livello più basso degli ultimi dieci anni. Nonostante questo calo in volume, il valore delle esportazioni è aumentato dell’1,4%, raggiungendo i 3 miliardi di euro. Al terzo posto in quanto a volumi dell’export, la Francia è ancora una volta leader in valore delle esportazioni. Nel 2024 ha infatti esportato 12,8 milioni di ettolitri (+0,7% sul 2023), generando 11,7 miliardi di euro di fatturato dalle esportazioni (-2,4% sul 2023). Mentre il vino imbottigliato ha registrato un andamento molto simile all’anno precedente, gli spumanti sono scesi del 2,4% in volume e del 6,5% in valore con un calo del prezzo del 4,2%. Il Cile, quarto esportatore mondiale di vino, ha registrato una forte ripresa nel 2024, con volumi di esportazione in aumento a 7,8 milioni di ettolitri (+14,4%) e un valore da 1,5 miliardi di euro (+6,1%). Significativa ripresa nel 2024 per il vino dell’Australia, con un aumento del 6,9% in volume a 6,5 milioni di ettolitri e un incremento del 30,6% in valore a 1,6 miliardi di euro. Nel 2024, il volume delle esportazioni di vino del Sudafrica è cresciuto del 3,4%, raggiungendo i 3,6 milioni di ettolitri, mentre il valore delle esportazioni ha registrato un aumento annuo maggiore del 5%, raggiungendo 600.000 milioni di euro. Nella top ten degli esportatori ci sono anche Portogallo, Germania, Nuova Zelanda e Usa. Di contro, guardando ai Paesi importatori, nel 2024, Germania, Regno Unito e Stati Uniti hanno mantenuto la loro posizione leader nell’import, rappresentando complessivamente il 38,3% del volume totale di vino importato a livello mondiale e il 37,2% in termini di valore. In particolare, la Germania si è confermata il maggiore importatore di vino al mondo in volume con 12,7 milioni di ettolitri, in calo del 6,9% rispetto al 2023, il livello più basso degli ultimi vent’anni. Si sono osservati cali in volume in tutte le categorie, in particolare tra gli spumanti (-17,2%). La Germania è al terzo posto per valore complessivo delle importazioni, con 2,5 miliardi di euro (-8,8%) sul 2023. Il Regno Unito, secondo mercato d’importazione, ha interrotto il trend negativo iniziato nel 2020, raggiungendo i 12,6 milioni di ettolitri (+2,4% sul 2023). Il valore delle importazioni è rimasto stabile a 4,6 miliardi di euro, con un leggero calo dello 0,7%. Dopo un calo significativo nel 2023, gli Stati Uniti sono terzi per volume delle importazioni di vino con 12,3 milioni di ettolitri (+0,1%/2023) e al primo posto per valore delle importazioni di vino con 6,3 miliardi di euro (+1,6%/2023). Il vino imbottigliato è la principale categoria importata, rappresentando, rispettivamente, il 56% e il 71% in volume e in valore. Ma le importazioni di vino sfuso nel 2024 (che rappresentano il 37% del volume totale importato) si sono ridotte significativamente, del 13,3% in volume e del 12,4% in valore. Francia e Paesi Bassi, i maggiori importatori in volume all'interno dell’Ue dopo la Germania, hanno mostrato tendenze al ribasso nel 2024. La Francia ha raggiunto il volume più basso dal 2016, con 5,4 milioni di ettolitri (-9,7%), principalmente a causa del calo del vino sfuso (-11,9%), con un conseguente calo del valore a 900 milioni di euro (-8,4%). I Paesi Bassi hanno importato per meno di 4 milioni di ettolitri per la prima volta dal 2016, con 3,9 milioni di ettolitri (-10,7%) per un valore di 1,5 miliardi di euro (-2,2%). Il Canada, settimo importatore in volume a livello mondiale, si ferma a 3,8 milioni di ettolitri (+0,7%), per un valore di 1,9 miliardi di euro (+4,2%).
Nel 2024 l’Italia, inoltre, ha importato 2,9 milioni di ettolitri di vino, con un aumento sostanziale del 65,6% sul 2023. In valore si parla di 500 milioni di euro, +10,4% rispetto all’anno precedente. Il vino sfuso rappresenta una quota significativa (86%) del volume totale importato, con un aumento del 74,2% in volume e dell’84% in valore rispetto al 2023. Il volume delle importazioni di vino in Cina continentale ha concluso una flessione durata 6 anni, raggiungendo i 2,8 milioni di ettolitri (+13,7% sul 2023), per un valore di 1,5 miliardi di euro (+37,6%). Il Belgio, con 2,8 milioni di ettolitri per un valore di 1,2 miliardi di euro, ha registrato un calo sia in volume (-6,7%) che in valore (-0,2%), con riduzioni registrate in tutte le categorie di vino, ad eccezione del valore delle importazioni degli spumanti (+7,4%). Nel 2024, il Giappone ha importato 2,4 milioni di ettolitri (+2,9%) ma il valore è diminuito del 7,7% a 1,5 miliardi di euro. Il vino spumante, che rappresenta il 39% del valore totale, è rimasto stabile in volume ma è diminuito del 12,6% in valore. Il Portogallo ha registrato un forte calo del 28% del volume delle importazioni di vino nel 2024, scendendo a 2,1 milioni di ettolitri. Il valore complessivo delle importazioni è calato a 152 milioni di euro (-20,2%/2023).
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