Tenendo sempre presente che l’incertezza è la prima nemica dei mercati, e che con Trump il quadro in Usa può cambiare di ora in ora, il vino europeo e italiano è tornato, seppur non a pieno ritmo, a viaggiare vesto gli States,dopo il blocco arrivato in seguito all’annuncio roboante del Presidente americano che, il 13 marzo, aveva minacciato dazi fino al 200% su vini europei. Quindi, con i dazi al 10% per tutti entrati in vigore il 5 aprile, poi passati per l’Ue, per qualche ora, al 20%, e, infine, congelati nuovamente al 10% a partire dal 10 aprile scorso, la tensione si è leggermente allentata, e già dopo il 5 aprile, e sempre più mentre passano i giorni, le bottiglie sono tornate a solcare i mari.
“A Livorno, porto di riferimento per le spedizioni di vini del Centro-Nord Italia verso gli Usa, circa il 50% degli operatori, e oggi probabilmente anche qualcuno in più, ha ripreso a spedire vini sui container accettando le misure decretate dal Presidente Trump che prevedono dazi in dogana negli Stati Uniti. A Livorno gli spazi per le spedizioni merci nei container si trovano e a prezzi regolari”, ha detto nei giorni scorsi, all’Ansa, il vicepresidente di Unione Italiana Vini - Uiv, Sandro Sartor.
Un piccolo segnale positivo per il vino italiano, verso quello che è il suo principale mercato straniero di destinazione, insostituibile, con 1,9 miliardi di euro di export nel 2024, con una crescita del +10,2% sul 2023.
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