
La connessione tra le arti visive, letterarie, e il mondo degli spirits è ancora materia poco nota nel nostro Paese, ma non per questo del tutto sconosciuta. Umberto Eco ha scritto bellissime pagine sul suo amore per il Martini, Emilio Salgari tessuto le lodi del liquore Galliano nei suoi racconti d’avventura, Edmondo De Amicis parlava del Vermouth nel suo celebre libro “Cuore”. Le opere pittoriche e di design dei futuristi con tema alcolico, da Fortunato Depero in poi (celebrato anche in cantina, da Vivallis, in Trentino come WineNews ha raccontato in un video), sono tutt’oggi celebrate, e le leggende che vogliono Maria Callas e il Brancamenta (che si narra amasse sorseggiare prima di andare in scena) legati a doppio filo sono parte della cultura popolare. Quello che, ad oggi, mancava era un testo che valutasse la portata turistica di questo patrimonio immateriale, proponendo una struttura analitica per lo sviluppo di questo segmento. Ma ora c’è: si chiama “Spirits dei Luoghi. Distillerie, caffè storici e cocktail” ed è il primo compendio dello “SpiriTurismo” italiano, firmato da Federico Silvio Bellanca, tra i maggiori esperti di spirits in Italia, un viaggio tra tradizioni artigianali, storia dei brand e cultura del bere miscelato, analizzando modelli internazionali e offrendo strumenti pratici per creare esperienze indimenticabili. Dalle distillerie ai caffè storici, dai cocktail bar ai territori in cui nascono alcuni dei più celebri distillati, l’autore traccia una mappa di un’Italia che ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento in questo settore.
Il volume (Dario Flaccovio Editore, in uscita il 22 aprile nella Collana Accadde Domani FuTurismo curata da Nicoletta Polliotto - digital project manager e brand strategist, esperta di food & restaurant marketing con Muse Comunicazione, co-creatrice del metodo di branding per la ristorazione con la quale ci confrontiamo spesso - con la prefazione di Ottavio Di Brizzi, direttore editoriale Touring Club Italiano, pp. 240, prezzo di copertina 26 euro), racconta come il turismo dedicato agli spirits sta vivendo una crescita senza precedenti a livello internazionale, chiedendosi se anche l’Italia può diventare una destinazione di riferimento per gli appassionati di distillati, cocktail e luoghi iconici del buon bere, esplorando il fenomeno dello “SpiriTurismo”. Nella prima sezione del volume, Bellanca ne traccia le radici, illustrando modelli internazionali come la Whisky Trail in Scozia, il turismo liquoristico francese e le realtà emergenti in Europa. Viene poi esaminata l’eredità italiana della distillazione e della liquoristica, dalle tradizioni regionali agli amari storici. La seconda parte esplora il panorama attuale del settore in Italia, dai percorsi enoturistici alle visite in distilleria, ed al ruolo dei monasteri e dei caffè storici nella diffusione della cultura del bere. Si analizzano, inoltre, alcuni dei più iconici cocktail italiani e le città che li hanno resi celebri, dal Negroni a Firenze allo Spritz a Venezia. Un focus particolare è dedicato all’ospitalità alberghiera e ai grandi hotel che hanno fatto della mixology un elemento distintivo. Nella terza e ultima parte, il volume delinea possibili sviluppi futuri dello “SpiriTurismo” in Italia, suggerendo itinerari tematici che valorizzino distillerie, locali storici e tradizioni regionali, con un occhio di riguardo alle esperienze immersive come degustazioni guidate e cocktail pairing.
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