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ATTUALITÀ

Bilancio Ue con tagli all’agricoltura e Pac nel Fondo Unico: il settore “boccia” la Commissione Ue

Tutte la rappresentanze italiane dicono “no”, duramente, alla proposta di bilancio 2028-2034 della presidente Ursula von der Leyen
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Le proteste a Bruxelles contro la proposta di bilancio 2028-2034

Il mondo dell’agricoltura italiana “boccia” l’Europa e, in particolare, la proposta di bilancio 2028-2034 della Commissione Ue, presentata ieri a Bruxelles. Una proposta ambiziosa, secondo la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ma i 2.000 miliardi di euro di cui 300 dedicati all’agricoltura, ancora da capire se gestiti attraverso un nuovo Fondo Unico, o mantenendo le specificità della Pac, e comunque con 86 miliardi in meno rispetto alla Pac 2021-2027, hanno scatenato le reazioni da parte dei rappresentanti dell’agricoltura del Belpaese. I “mal di pancia”, in primis, sono causati dalle minori risorse per il settore, e dalla Pac che come altri programmi confluisce in un Fondo Unico, ma la protesta si allarga anche ad altri aspetti. E se per Confagricoltura si tratta di “una vera e propria dichiarazione di guerra” al settore, per Coldiretti di “un disastro annunciato”, e per Cia-Agricoltori Italiani di un “vergognoso e indicibile attacco all’agricoltura”, come abbiamo riportato ieri, oggi si aggiungono altre voci nettamente contrarie alla proposta della Commissione che, vale la pena ricordarlo, è solo il primo atto, seppur significativo, del percorso che porterà alla definizione del bilancio Ue 2028-2035.
“Tutte le peggiori previsioni si sono avverate: riduzione dei fondi, rinazionalizzazione delle politiche, scelte che mettono in crisi il mercato interno Ue, quando è da due anni che dicono che vogliono rafforzarlo, e che creano forti squilibri tra sistemi produttivi. Perché oggi tra Cina e Stati Uniti se si nazionalizzano le politiche, vuol dire avere un ruolo marginale per il prossimo secolo”, è il commento di Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare, che ha aggiunto come “se si vogliono fare più cose, ci vogliono più soldi. Sono stati proposti 2 trilioni, quasi il 2% del Pil dell’Europa, ed è ancor più inaccettabile che con un budget quasi raddoppiato si tagli l’agricoltura. L’Europa deve decidere di essere unita, coesa. Emergono due visioni di Europa che la von der Leyen prova a conciliare, ma non ci riesce. E la maggioranza del Parlamento della Ue, a partire dal Ppe, ha la responsabilità di decidere quale Europa volere, se quella degli Stati nazionali o quella degli Stati Uniti d’Europa”. Per Legacoop Agroalimentare, “la proposta della nuova Pac è irricevibile, è largamente insoddisfacente e rischia di compromettere il futuro dell’agricoltura europea. E in particolare ciò che proprio non va è la riduzione da 386 miliardi a 302 miliardi di euro che sono un colpo duro per un settore già messo alla prova”. Simona Caselli, responsabile Affari Europei Legacoop Agroalimentare, ribadisce la contrarietà “alla massiccia rinazionalizzazione delle politiche che ci riporta indietro invece che guardare avanti, che svilisce la Ue in un momento in cui va rafforzata di fronte al minaccioso nuovo quadro internazionale” e anche al “Fondo Unico dove si mescolano politiche distinte e piene di specificità come l’agricoltura, la coesione, la ricerca, e dove lo sviluppo rurale non ha nemmeno fondi dedicati”.
Per Coldiretti Pesca, invece, “la proposta di bilancio presentata dalla Commissione von der Leyen uccide la pesca italiana, tagliando i due terzi dei fondi destinati al settore ittico, un inaccettabile tradimento dopo i sacrifici e le misure imposte in questi anni alle imprese”. Una protesta contro “il piano dell’esecutivo Ue che va ridurre da 6,1 miliardi a poco più di 2 miliardi le risorse per la filiera, con una perdita netta del 67%”. Si tratta, continua l’organizzazione, “dell’ennesimo attacco a una Flotta Italia che negli anni scorsi ha dovuto soffrire le scelte di un estremismo ambientalista lontano dalla logica che, unite all’aumento dei costi, ha portato a perdere circa un terzo delle barche e ben 18.000 posti di lavoro. Il risultato è che a causa del calo delle imbarcazioni e delle politiche comunitarie la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti di pesce è passata nel giro degli ultimi quarant’anni dal 30% all’85%”.
Una voce critica è arrivata anche da Fedagripesca Confcooperative, con il presidente Raffaele Drei: “la Commissione ha deciso di compiere un passo indietro rinnegando di fatto l’essenza stessa dell’Unione Europea smantellando per la prima volta il principale pilastro della casa comune dell’Unione, ovvero la Politica Agricola Comune, l’unica vera politica che l’Europa ha promosso e perseguito fin dalla sua nascita in maniera strutturale e coesa. Insieme alla dotazione insufficiente destinata all’agricoltura e alla pesca è grave il segnale politico di abbandono che l’Europa ha dato al comparto agricolo che risulta ancora più preoccupante perché giunge in un contesto di grande instabilità, fortemente mutato rispetto solo a qualche anno fa, per via delle crescenti tensioni geopolitiche”. Per adesso, “il disappunto è forte”, prosegue Drei, e “in attesa di approfondire meglio i contenuti della proposta, è evidente che portare l’attuale Pac dentro un Fondo Unico significa di fatto smantellarla, togliendo risorse e sostegno al settore in un contesto delicatissimo in cui invece occorrerebbe fare politiche orientate alla competitività delle filiere e non perseverare nell’imporre agli agricoltori europei standard produttivi elevatissimi e unici al mondo per poi non sostenere le filiere adeguatamente ed aprirsi alle importazioni da Paesi terzi”. Inoltre, sempre per Drei, la decisione di Bruxelles suona “come una vera e proprio beffa se ripensiamo ai messaggi rassicuranti arrivati agli agricoltori dopo gli esiti delle elezioni europee e che sembravano andassero nella direzione di ridisegnare assetti e cambi di visione strategica nelle istituzioni di Bruxelles. Era stata infatti la stessa presidente von der Leyen, subito dopo la sua relazione a richiamare esplicitamente il ruolo strategico dell’agricoltura”. Rispetto “alla decisione di accorpare la Pac al Fondo Unico europeo come previsto dal National Plan Regulation”, spiega una nota di Confcooperative Fedagripesca, è lapidario il commento del presidente Drei: “un approccio anacronistico quello dell’Europa, che in un momento storico delicatissimo per le relazioni commerciali internazionali, sceglie di non andare in una direzione unitaria dando invece spazio a una molteplicità di scelte e percorsi autonomi da parte dei singoli Paesi. È una decisione che, come detto smonta il concetto di Politica Agricola Comune”.
Nessun commento, ad ora, da parte del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

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